Super Bowl LVIII: Dalla panchina dei Kansas City Chiefs

La sideline dei Kansas City Chiefs è caotica, tesa e mai banale; in quei pochi metri laterali al campo di gioco si decidono spesso gli esiti degli incontri e non solo perché a chiamare i giochi ci sono Andy Reid o Steve Spagnuolo. Nella corso della partita c’è stato anche il momento da leader assoluto di Chris Jones che richiama a sé i compagni di reparto, nel momento della gara in cui i Chiefs erano in svantaggio di dieci lunghezze, e ricorda loro il motivo per cui erano presenti a Las Vegas, il perché avessero la possibilità di giocarsi il Super Bowl e di certo non era per prestazioni come quella che stavano disputando.

Anche Travis Kelce si è reso protagonista di una vicenda avvenuta nella sideline, quest’ultima decisamente più controversa. Le telecamere hanno infatti ripreso il tight end andare faccia a faccia con Andy Reid e urlare tutta la sua disapprovazione per non essere stato presente in campo nel play che ha portato ad un fumble di Pacheco, con la convinzione che la sorte, con la sua presenza, sarebbe stata differente.

Dopo la stagione che, per numeri e prestazioni, si può definire come la peggiore per Kansas City da quando Patrick Mahomes è il quarterback titolare della squadra, i Chiefs sono riusciti ad arrivare a giocarsi l’ultima partita della stagione. Il traguardo raggiunto è stato possibile grazie ad una rinascita del reparto offensivo, come anche nelle prestazione dei singoli.

La loro incredibile playoff run, in cui i Chiefs hanno sconfitto in ordine Dolphins, Bills e Ravens, rischiava di terminare senza la vittoria del titolo. Il timore per una sorte del genere non nasce dallo svantaggio in doppia cifra rimediato fino a pochi secondi dalla fine del secondo quarto, ma soprattutto dalla dilagante consapevolezza che i 49ers siano stati ad un primo down dalla vittoria quasi certa del Super Bowl.

La squadra di Shanahan, con pochi minuti rimanenti nel cronometro del quarto quarto, aveva condotto un drive decisamente remunerativo in termini di yard guadagnate. San Francisco si trovava in una posizione di campo che avrebbe consentito un agevole field goal per Moody (cosa che poi è avvenuta), ma nel momento forse più decisivo non è riuscita a tenere il possesso del pallone e poter quindi far scorrere i minuti. Autore delle giocate che hanno costretto i 49ers al calcio è stato, il solito, Chris Jones.

Nell’overtime i Chiefs, dopo aver concesso un altro field goal agli avversari, si rendono protagonisti di un drive eseguito e chiamato in modo semplicemente perfetto. I Chiefs non sbagliano nulla, Mahomes lancia per Hardman che dopo essersi smarcato agevolmente, riceve e consegna il terzo Super Bowl in quattro anni alla squadra del Missouri.

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In occasione di gara 7 delle finali della Eastern Conference della NBA del maggio 1998, Phil Jackson, allenatore dei Chicago Bulls, prima della gara rivelò di aver detto ai suoi giocatori di prepararsi all’eventualità di perdere la partita e di venire eliminati dalla competizione. La cosa non avvenne, i Chicago Bulls vinsero la partita e sconfissero alle Finals gli Utah Jazz, conquistando, per la seconda volta, il terzo titolo consecutivo.

La consapevolezza che ci sia l’eventualità di perdere una partita del calibro del Super Bowl, per quanto possa essere concepita da tutti i giocatori coinvolti, spesso non viene nemmeno presa in considerazione, spesso non consideri che ti possa capitare finchè non accade. I Bulls di Phil Jackson prima di quella gara 7 erano già considerati una delle squadre più forti di tutti i tempi, una dinastia. Al contrario, per i Chiefs, una sconfitta avrebbe significato un record al Super Bowl di due vittorie e due sconfitte, distorcendo la loro immagine di squadra vincente. I Chiefs si stavano giocando un record positivo nella gara più importante e in quei pochi istanti in cui i 49ers sembravano avere il pallino della partita probabilmente qualcuno ha iniziato a prendere in considerazione un esito avverso.

La squadra di Andy Reid ha risposto, però, come sa fare meglio quando la palla pesa come un macigno e ha dimostrato a tutti che di dinastia si può parlare. La tensione, la rabbia e le urla si trasformano in estasi pura, la sideline più caotica della NFL è ancora campionessa del mondo.

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Tiberio Favaretto

Entrato, di domenica, in un pub nel West End di Boston per un pranzo veloce, scopre di essere nel locale in cui si trovano i tifosi Bills a guardare la partita, si unisce ai canti e si fa trasportare dall'atmosfera unica e coinvolgente. Ne è tifoso da allora. #LetsGoBuffalo!

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Un Commento

  1. “Al contrario, per i Chiefs, una sconfitta avrebbe significato un record al Super Bowl di due vittorie e due sconfitte, distorcendo la loro immagine di squadra vincente.”
    Nell’era Mahomes è corretto, altrimenti sarebbero state tre vittorie e tre sconfitte in termini generali: Super Bowl I (se vogliamo chiamarlo così) sconfitti da Green Bay, Super Bowl IV vittoriosi sui Vikings.
    Siamo stati lontani dalla ribalta per 50 anni, ma almeno all’inizio eravamo competitivi.

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