[NFL] Week 4: Chicago Bears vs Detroit Lions 32-40

La regular season è giunta ad appena un quarto della suo cammino, ma la sfida di domenica scorsa fra Detroit e Chicago era già un crocevia importante soprattutto per i Bears, che in caso di successo avrebbero non solo frapposto due partite fra loro ed i più immediati inseguitori, ma si sarebbero anche assicurati un prezioso vantaggio in un eventuale tie break con gli uomini di coach Schwartz.
Invece, al termine di una gara in cui hanno abilmente sfruttato gli errori avversari, i Lions hanno portato a casa una preziosissima vittoria che li appaia in vetta alla NFC North proprio a Chicago con un record di 3-1 mentre Green Bay e Minnesota inseguono con un solo successo (ma i Packers hanno disputato una gara in meno).

Reggie Bush, Major Wright
Reggie Bush

Il 40-32 finale non deve però trarre in inganno: in realtà la partita era virtualmente già chiusa dopo cinquanta minuti di gioco, con Detroit avanti 40-16, e solo uno sciagurato fumble perso dai Lions e una difesa che nel finale ha decisamente mollato mancando una lunga serie di placcaggi, hanno permesso agli ospiti di rendere il passivo un po’ meno severo.
A livello individuale, il vero dominatore del match è stato il runner di Detroit Reggie Bush, al rientro dopo un turno di stop per un problema al ginocchio. Allineato un po’ dappertutto nel backfield, l’ex Dolphins aveva già superato quota 100 yard corse nel primo tempo (impresa riuscitagli per la prima volta nella sua illustre carriera), ed ha letteralmente fatto impazzire la difesa ospite con un tabellino che alla fine diceva 18 portate per 147 yard e una meta più 4 ricezioni per 34 yard.
Vero, ai Bears mancava il forte tackle Melton, k.o. per la stagione per la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, però il dominio di Bush è stato totale ed il touchdown segnato con una galoppata da 37 yard è da incorniciare. Il runner prodotto di USC ha seminato linebacker e secondario di Chicago prima correndo dalla destra dello schieramento verso il centro della linea poi, quando i difensori ospiti hanno reagito andando a chiudere i buchi alla sinistra di Bush, piegando a destra verso la luce.

Altra menzione speciale va al pacchetto di linea difensiva dei Lions, con Suh e Fairley che hanno stravinto il confronto con gli interior linemen di Chicago, facendo fare una brutta figura anche alla guardia rookie Long di cui però sentiremo ancora parlare (bene) a lungo. Oltre a rendere difficile la vita al runner Forte, la premiata ditta Suh e Fairley si è divertita a tenere sotto costante pressione il regista avversario Cutler, aiutata anche dall’ottimo end Young, e su uno dei due sack del primo è arrivata la prima meta della carriera nella NFL del secondo, grazie ad un ritorno di fumble da 6 yard.
Molto bene è andato anche il linebacker Levy, mentre il secondario ha giocato a corrente alternata: grandi prestazioni delle safety Quin e Delmas, che insieme hanno pizzicato tre volte Cutler, decisamente così così i cornerback Houston e Slay, con quest’ultimo subentrato a gara in corso a Mathis k.o. per un infortunio rivelatosi poi per fortuna non grave. Fra le note non troppo positive di un pomeriggio per il resto da incorniciare per i Lions,c’è da sottolineare la giornata tutto sommato incolore del passing game.

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Vero, grazie alle statistiche accumulate contro i Bears, Stafford, alla quarantanovesima gara della sua carriera, è diventato il primo giocatore a passare per oltre 14.000 yard e a completare oltre 1200 passaggi nei primi cinquanta match di campionato ma, soprattutto nel primo tempo, il prodotto da Georgia ha mancato spesso e volentieri ricevitori ampiamente liberi. Sorprendentemente tranquillo Calvin Johnson (4 ricezioni per 44 yard ma una meta) ci ha pensato il tight end Pettigrew a trascinare l’attacco aereo dei locali con 7 palle catturate per 54 yard.
Nonostante l’assenza del’altro receiver titolare Burleson, infortunatosi seriamente ad un braccio a causa di una… pizza (mentre era in macchina con la succulenta cena di fianco, appunto una pizza gli è scivolata giù dal sedile e lui per cercare di afferrarla al volo ha perso il controllo dell’auto e si è andato a schiantare rischiando grosso), il giovane Broyles è stato nuovamente inesistente venendo cercato un sola volta per un pass incompleto.

Matt Forte
Matt Forte

Chicago è stata invece brillantemente in partita per un quarto poi, dopo la fantastica corsa da 54 yard di Forte che ha fruttato agli Orsi il 10-6, ha completamente spento la luce ed ha subito in trenta minuti di football un terrificante parziale di 34-6 salvo poi riprendersi quando i buoi erano già scappati.
Sul terreno del Ford Field si è rivisto il Cutler dei giorni peggiori: vero, la linea non l’ha aiutato permettendo ai Lions 3 sack, gli stessi che il regista ex Denver aveva subito nelle prime tre gare, ma cattive decisioni cui seguivano passaggi ancora peggiori hanno portato agli intercetti che hanno messo i Bears in una fossa da cui non sono più usciti.
Un piccolo, ma significativo dato statistico: gli uomini di Trestman hanno impiegato per convertire il primo terzo down ben 55 minuti. In una giornata nel complesso grigia sul passing game, è da sottolineare la buona notizia del la sicurezza sempre maggiore di un Alshon Jeffery autore di 5 ricezioni per 107 ed un touchdown, il quale riesce ormai a calamitare anche su di sé le attenzioni dei secondari avversari, una volta concentrati solo sul fenomeno Marshall.

Il runner Forte si è reso protagonista di un gran touchdown con una corsa da 53 yard, ma nelle altre 14 portate ha messo insieme appena 42 yard. In difesa si è invece visto un Peppers in gran spolvero. Il veterano ex Panthers si è disimpegnato a dovere contro la corsa, così come l’altro end Wotton, ma ha brillato soprattutto contro il passaggio, totalizzando un sack e due hit su Stafford. Il resto della linea ha invece patito moltissimo il rushing game di casa, con i tackle Paea e Collins quasi mai in grado di arginare lo strapotere di Bush. A livello di run defense non sono andati meglio neppure le safety Conte e Wright, mentre in copertura sul passaggio c’è da registrare la giornata tutto sommato negativa di un fenomeno come Tillman, afflitto però da un problema muscolare che lo ha tenuto fuori dalla contesa per molti giochi.
La partita come detto, è stata in bilico fino all’avvio del secondo quarto, con Chicago avanti 10-6. Nei restanti cinque possessi del primo tempo, i Bears accumulavano però un turnover su intercetto di Quin, un field goal segnato da Gould allo scadere mentre il resto era una lunga sequenza di “tre e fuori”. Detroit invece prima accorciava con un field goal di Akers poi infilava un pesantissimo filotto di tre mete.
Poco prima di metà del terzo quarto, ancora Gould riavvicinava leggermente i suoi sul 16-30, ma nei due possessi successivi Chicago perdeva l’ovale prima su un nuovo intercetto di un Delmas in grandissima forma, poi sul già citato sack di Suh e relativo ritorno in meta di Fairley. A nove minuti dal termine ancora Akers arrotondava il punteggio sul 40-16 e gli ultimi scampoli erano tutti di marca Bears ma le due mete finali non bastavano a recuperare il pesantissimo divario.

Nel prossimo turno per entrambi i team si prospettano gare durissime, visto che i Lions faranno visita ai Packers in un altro scontro chiave della NFC North mentre i Bears ospiteranno quella autentica macchina da punti che va sotto il nome di New Orleans Saints, tutt’ora imbattuti.

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