[NFL] Week 1: Dallas Cowboys vs New York Giants 36-31

La stagione dei posticipi domenicali è stata aperta quest’anno da uno dei super-classici della stagione NFL, vale a dire Cowboys-Giants, match che ha una storia ormai “centenaria”, visto che la sfida andata in scena all’AT&T Stadium era la numero 102 fra le due franchigie.
Alla fine è stata la compagine di casa ad imporsi 36-31 al termine di una gara difficile da commentare. Difficile perché le due squadre hanno alternato grandi giocate ad errori grossolani e alla fine l’ha spuntata il team che ha sbagliato meno ed in modo meno clamoroso.
Tanto per darvi un’idea, al termine della gara, l’head coach dei Giants Tom Coughlin si è detto “imbarazzato” dal football mostrato dai suoi, riusciti alla fine a totalizzare ben 6 turnover, il massimo fatto registrare dai G-men negli ultimi 25 anni.

Will Allen, Victor CruzGià, direte voi, ma com’è che con tutto questo scempio alla fine lo scarto è stato di appena 5 punti ? Perché in realtà di errori anche i Cowboys ne hanno commessi tanti, con una difesa che ha concesso ad un Manning apparso tutt’altro che chirurgico, la bellezza di 450 yards.
Alla fine comunque la considerazione di coach Coughlin ci sta tutta, soprattutto guardando il lato offensivo del suo team: Manning ha lanciato per 450 yards e 4 mete, ma ha anche servito tre palloni nella mani degli avversari (anche se l’ultimo non per colpa sua) e la linea offensiva ha subito costantemente la pressione degli indiavolati difensori dei Cowboys soprattutto per “demerito” della coppia Beatty (LT) e Snee (RG).
Il peggio l’ha mostrato il rushing game: il titolare David Wilson ha ammassato 19 yard in sette portate, prima di essere cancellato dalla partita da coach Coughlin dopo il secondo fumble perso con palla riportata in meta dalla safety Church. Il suo sostituto, Da’Rel Scott non ha corso male (5 portate per 23 yard) ma ha sulla coscienza l’ultimo intercetto, quello che definitivamente fatto tramontare le speranze di una clamorosa rimonta.
Dal marasma generale si sono salvati i receiver, guidati da un Cruz già in ottima forma che ha chiuso con 5 palle catturate per 118 yard e tre mete. Molto bene si sono comportati anche Nicks (5 ricezioni per 114 yard) e soprattutto un Randle che con le difese concentrate a limitare il duo Cruz-Nicks può veramente risultare un’alternativa vincente per gli uomini della Grande Mela.

La difesa nel suo complesso non ha demeritato: delle quattro mete subite dai G-Men, due sono “opera” dell’attacco, Romo non ha fatto gli sfracelli casalinghi della scorsa stagione e anche Murray è stato contenuto piuttosto bene. Un Tuck apparso in salute come poche volte negli ultimi anni, ha costantemente tenuto in apprensione la linea offensiva dei Cowboys, mentre Pierre Paul, limitato da una spalla non ancora al meglio, è riuscito a mettere a segno un sack nonostante avesse di fronte un Tryon Smith che ancora una volta ha dimostrato perché molti lo considerano uno dei più forti tackle dell’ultima generazione.

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Per Dallas la prima nota di merito va ad una linea di attacco che dopo essere stata, giustamente, il capro espiatorio delle ultime stagioni, ha invece confermato di essere in via di guarigione, anche se rimane molto lavoro da fare soprattutto sul rushing game.
Già detto di Smith, non è assolutamente spiaciuto anche il centro rookie Frederick il quale, nonostante la notevole pressione di personaggi temibili come Linval Joseph e Cullen Jenkins, sovente ha dato al suo QB un buon margine di tempo per il lancio.
Contro una linea difensiva dei Giants apparsa molto migliorata sulla corsa rispetto all’anno scorso e dietro ad una linea offensiva che ha giocato decisamente meglio nei giochi di passaggio, il runner Murray è stato bravo ad avere pazienza e a scovare comunque alcuni “buchi” interessanti, con una statistica finale che parla di venti portate per 86 yard. Un dato credo sia emblematico: la difesa ospite ha mancato undici placcaggi, di cui ben dieci sul runner col numero 29.
Tony Romo, DeMarco MurrayL’enigmatico Romo ha giocato un ottimo primo tempo ma verso la fine della frazione è stato toccato duro dalla coppia Trattou e Kiwanuka e dopo essere rimasto a terra per numerosi secondi (che ai tifosi di Dallas saranno parsi secoli) si è rialzato ma la sofferenza per un problema alle costole era evidente. Nella seconda frazione i dolori si sono fatti sentire, anche se il regista da Eastern Illinois ha trovato il tight end Witten con un bel passaggio da 4 yard per la meta che ha messo i Giants in una buca da cui gli ospiti non sono più usciti.
In una giornata in cui l’attesissimo Dez Bryant è stato usato col contagocce (quattro palloni ricevuti sugli otto lanciati nella sua direzione per 22 yard), il bersaglio preferito di Romo è stato il redivivo Miles Austin, leading receiver degli uomini con la stella sul casco con 10 ricezioni per 72 yard.
Molto bene anche il veteranissimo Witten (8 ricezioni, 70 yard e due mete) che ha sfruttato soprattutto nella red zone tutta la sua esperienza contro un gruppo di linebacker apparso rivedibile sul passaggio. Per quanto riguarda la difesa dei texani, c’era molta attesa per vedere il nuovo reparto guidato dal super veterano coach Monte Kiffin, che ha fatto tornare i Cowboys allo schieramento 4-3.
Beh DeMarcus Ware ha subito dimostrato di non aver patito lo spostamento nella nuova posizione di linebacker ed ha messo a segno addirittura un intercetto, ma anche i suo compagni di merenda, vale a dire i defensive linemen Hatcher, Hayden (in campo al posto dell’infortunato Spencer) e Selvie, che ha totalizzato un sack, due hit sui Manning, e un fumble recovery, hanno fatto la loro parte.
In breve un front seven apparso molto più ordinato dello scorso anno, non è assolutamente spiaciuto, mentre il secondario è sicuramente da registrare. E, parlando di difesa in generale, forse il dato più importante è questo: lo scorso anno i Cowboys misero a segno appena 16 turnover; nel 2013, dopo una gara, sono già a 5.

E a proposito di turnover, che la serata sarebbe stata da incubo sotto quel punto di vista, i Giants l’hanno capito subito dal primo gioco, allorquando Manning ha consegnato l’ovale nelle manone di Ware, inaugurando nel peggiore dei modi la stagione dei newyorkesi.
Una buona pressione dell’end Tuck sul terzo down dei Cowboys, permetteva ai Giants di limitare il danno a tre punti, ma sul drive seguente il runner ospite Wilson si esibiva nella, purtroppo per lui, specialità della casa, cioè il fumble recuperato da Selvie, uno degli eroi di giornata per i texani. E il terzo drive dei Giants non andava certo meglio, visto che Manning veniva nuovamente intercettato.
In avvio ho però parlato di saga dell’errore e in un primo quarto da dimenticare, anche i Cowboys ci mettevano del loro: sulle 14 dei Giants, il receiver rookie Williams spiazzava con un double move il suo controllore diretto Amukamara ma anche il suo QB. Risultato: il pallone veniva catturato dalla safety dei Giants Mundy che ringraziava e sembrava destinato a riportare l’ovale in meta, ma un gran recupero del runner Murray salvava il touchdown, anche perché gli ospiti erano poi costretti al field goal grazie ad un gran sack ancora di Selvie ai danni di Manning.

Ryan Mundy, Jason WittenNel secondo quarto i Cowboys sembravano poter prendere il largo grazie alle ricezioni del sempreverde Witten e di un Miles Austin sorprendentemente sovrautilizzato (8 ricezioni per lui nel solo primo tempo), e così arrivavano un altro field goal e la meta appunto di Witten che con la ricezione da touchdown superava quota 9000 yard in carriera. Partita strana si diceva, e infatti nel drive seguente una difesa di Dallas fino a quel punto quasi perfetta mancava completamente la copertura su Victor Cruz che puniva i locali con una ricezione da 70 yard e la meta del 13-10 con cui si chiudeva il primo tempo.
Nell’intervallo il coach dei Giants Coughlin diceva ai microfoni della NBC che i suoi avevano disputato il peggior primo tempo che avesse mai visto, ma in avvio di seconda frazione i blu ospiti riuscivano a fare pure peggio: sul primo down Manning era “saccato” da Carter, poi Wilson perdeva il secondo fumble della sua disastrosa serata, ma stavolta la safety Church riportava l’ovale in meta.
A metà del terzo quarto arrivava una nuova frittata, stavolta degli special teams dei Giants, con McBride che mentre bloccava un avversario, inavvertitamente toccava un punt non ritornato dal suo team ed il linebacker di Dallas Holloman prontamente recuperava il pallone.
Due azioni dopo Romo trovava nuovamente in meta Witten per il 27-10 che faceva pendere l’ago della bilancia decisamente a favore dei Cowboys. In realtà dopo altri due touchdown di Cruz, i Giants si ritrovavano a -6 e avevano due volte il possesso per un eventuale clamoroso ribaltamento di punteggio, ma subito dopo il two minutes warning, Manning cercava con un passaggio screen il runner di riserva Scott che però impiegava un’eternità a girarsi verso il suo QB col risultato che invece il pallone veniva catturato dal cornerback Carr che mandava in delirio la folla dell’AT&T riportando lo stesso in meta dopo una galoppata di 49 yard, completando una serata che New York farà bene a dimenticarsi al più presto.

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4 Commenti

  1. La difesa può fare molto di più… Ho il dubbio che Claiborne e Carr non siano adattissimi, mentre invece i LBs se restano sani (big if) possono fare benissimo…

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