Wild card in anticipo (Minnesota Vikings vs Tampa Bay Buccaneers 14-26)

Una wild card con tre settimane d’anticipo. Se la aggiudicano senza brillare i Tampa Bay Buccaneers. Il loro posticino ai play-off non è ancora ufficiale ma è in caldo. Danno quattro calcioni alle loro speranze, invece, i Minnesota Vikings, con il loro kicker Dan Bailey che sbaglia tutti i calci, tre field goal e un extra point, che tenta. Non accadeva dal 1961 che un kicker fallisse ogni suo calcio in una partita.

Non di sole pedate si è cibata la sconfitta dei vichinghi, infarcita di piccoli errori propri e degli arbitri.
Fuori per infortunio Eric Kendricks nella già più che raffazzonata difesa di coach Mike Zimmer, niente Leonard Fournette (scelta tecnica) per coach Bruce Arians.

Primo quarto chiuso senza punti con i gialloviola più convincenti dei padroni di casa. Tant’è che il secondo lunghissimo drive che sfocia nel secondo periodo si conclude con la segnatura di Dalvin Cook su corsa (14esimo in stagione). Il primo calcio fallito da Bailey è il successivo extra point. Tampa entra ed esce con un sintomatico passaggio di Tom Brady per Chris Godwin sul terzo down. Il ricevitore è tutto solo in una prateria lasciata scoperta dalla difesa dei Vikings, eppure il futuro Hall of Famer lo manca clamorosamente di parecchio. Così come è ampiamente lontano dal bersaglio il calcio di Bailey dalle 36 a cui è costretta Minnesota dopo un sack di Suh. Oltre ai calci si evidenzia l’altro grande problema di giornata per i purple and gold, la tenuta della linea d’attacco.

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Dal possibile 10-0 al 7-6 il passo è lungo 48 yard. Sono quelle che Brady mette sotto l’ovale che va a posarsi nelle mani di Scotty Miller. Bruciato il cornerback Chris Jones.
La tela viola prova a stendersi di nuovo. Alle 39 si inceppa ancora però e Zimmer sceglie di calciare un field goal dalle 54. Niente da fare. Di nuovo. Brady si ritrova in una posizione succulenta. Cavalca fino alla red zone dove viene lanciata un’altra flag per pass interference: Gladney su Evans che stava già scivolando. Ronald Jones passeggia in end zone. 14-6.

Prima degli aggiustamenti negli spogliatoi c’è tempo per un field goal di Tampa Bay, a tempo scaduto. Sì, perché sull’hail mary pass di Brady verso Rob Gronkowski quando il cronometro corre a zero piove una flag a dir poco inusuale. Pass interference più rara di una tigre albina del Bengala. E decisamente dubbia.

Il solco diventa più profondo in apertura di ripresa. LeSean McCoy trova varchi fino a quel momento assenti nella difesa viola. Il CB Dantzler si fa pescare impreparato da un big play di Mike Evans. E si arriva al touchdown di Gronkowski. Ryan Succop per non far deprimere più del dovuto Bailey vede di fallire pure lui il PAT.
Il sussulto vichingo vede CJ Ham, protagonista insieme ai tight end. Tyler Conklin è efficace. Irv Smith va a segnare. La trasformazione è da due, riuscita, con Justin Jefferson. Tampa esce in un batter di ciglia. Le speranze di Minnesota si riaccendono momentaneamente. E fugacemente. Un lungo drive da 12 giochi non arriva abbastanza in profondità a causa di due sack consecutivi ai danni di Cousins, prima bravo a guadagnare due primi down con le sue gambe. Così Zimmer decide di provarci dalle 46 con Bailey. Che non fosse giornata l’aveva capito anche la nave pirata sul fondo del Raymond James Stadium. Tampa dal canto suo la mette e la gara si chiude sostanzialmente sul drive successivo quando Cousins è nuovamente sackato da Jason Pierre Paul che gli scippa anche l’ovale. Cousins si ricorderà però anche di Ndamukong Suh e Shaquill Barrett.

Tampa si aggiudica una partita cruciale non giocando particolarmente bene. Brady conferma le sue difficoltà con una gara nel complesso anonima in cui in più d’una occasione non riesce a connettersi con i suoi ricevitori. Anche Ronald Jones è molto limitato. I Bucs in ogni caso, vincono in trincea. E lì si nasconde il secondo motivo della sconfitta di Minnesota, perché il primo è senza alcun dubbio il disastroso pomeriggio di Bailey.

Dicevamo le linee. Minnesota non tocca mai Brady. Cousins è preso 6 volte. L’assenza di Kendricks è un macigno per la difesa dei Vikings capace di contenere in parte i danni, ferita anche da un paio di chiamate arbitrali molto severe, senza spostare. L’attacco paga una giornata davvero pessima della OL che nella ripresa perde anche Brian O’Neill per infortunio.

Da segnalare la giornata positiva delle secondarie, entrambe, con i migliori ricevitori tutti tenuti a un massimo di 56 yard (Mike Evans). Thielen e Jefferson insieme si fermano a 78. Bene statisticamente Cook che riesce a infrangere il muro delle 100 yard contro una difesa che aveva già fermato tutti gli altri portatori di palla che aveva trovato sulla sua strada, anche se una volta sotto Minnesota ha visto diminuire di molto le yard per portata e la sua stella ne ha avute solo due da più di 10 yard in tutto il match. I Vikings hanno limitato a 22, stavolta, le portate del numero 33 coinvolgendo anche Mike Boone e Ameer Abdullah. Positivo poi il rientro di Irv Smith.

A fare un deciso passo verso i play-off è però Tampa. Minnesota si ritrova sul punto di salutarli, dopo aver dato alle sue chance un’infinita serie di calcioni.

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