NFL Preview 2019: Cincinnati Bengals

Con l’arrivo del 36enne Zac Taylor come nuovo head coach dei Cincinnati Bengals al posto di Marvin Lewis, che quella posizione l’aveva mantenuta per 15 anni (solo Belichick resiste da più tempo), è più che lecito pensare che in Ohio soffi un vento che sa di rivoluzione: dopo una delle stagioni più deludenti e frustranti c’è bisogno che qualcosa o qualcuno cambi l’oscillazione del pendolo. Sembra invece che sia cambiato solo il timoniere e che la rotta sia rimasta invariata: il solito approccio conservativo nella free agency usata quasi esclusivamente per riempire qualche buco negli ultimi ranghi e il draft che ha portato nuovi volti ma nessuno in grado di stravolgere l’identità della squadra.

OFFENSE

Bernard Bengals Saints

Nessuno dei Bengals, all’inizio di questa nuova stagione, sente più pressione del quarterback Andy Dalton: i 6 anni di contratto iniziati nel 2014 stanno per terminare, 6 anni che nel 2020 lo avranno reso più ricco di 96 milioni (tra questi 12 alla firma e 17 garantiti) e non vi sarà facile trovare qualcuno a Cincinnati convinto e soddisfatto dell’andamento del rapporto qualità-prezzo. Prima del draft si vociferava che la prima scelta sarebbe potuta ricadere proprio su di un quarterback per il definitivo passaggio del testimone; pronostico sbagliato di poco perché al quarto giro è stato selezionato Ryan Finley da North Carolina State University, un quarterback molto caro e gradito a coach Taylor ma che sicuramente non gareggerà per il ruolo da titolare. Dalton è reduce da un 2018 con molti alti e bassi, costretto ad anticipare l’inizio della offseason durante la 12esima giornata per un infortunio al pollice: come la maggior parte dei quarterback, riesce a dare il meglio di se quando il supporto attorno alla tasca è al massimo della forma, cosa che negli ultimi anni non si è proprio vista; ma i Bengals sperano di evitare il demone degli infortuni che da un po’ di tempo sembra essersi affezionato al team di Cincinnati…

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A.J. Green probabilmente lo rivedremo in campo il 6 ottobre contro i Cardinals, un infortunio alla caviglia durante un allenamento a fine luglio ha dato come esito la lesione dei legamenti; ebbene si, anche quest’anno, il bersaglio preferito di Dalton sarà costretto a saltare un a buona parte della stagione. Nel 2018 ha preso parte a 9 partite mostrando comunque delle ottime statistiche, 46 ricezioni per 694 yard e 6 touchdowns, ma è stato il secondo di 3 anni in cui gioca al massimo 10 partite. La coppia di ricevitori Green-Boyd sarebbe potuta essere una delle più forti dell’intera lega: Boyd alla sua terza stagione ha dimostrato che quando riesce a scendere in campo insieme a Green, migliora esponenzialmente (stagione chiusa con 1028 yards e 7 touchdowns).
Arrivati a questo punto della carriera di Eifert, ogni azione degna di nota deve essere considerata come bonus, ma nel caso in cui riesca a recuperare pienamente dall’orribile infortunio subito contro i Falcons, Dalton potrebbe contare anche sulle tracce del tight end che nella red zone è senza dubbio  la sua prima scelta. Per sicurezza i Bengals hanno rinnovato il contratto a C.J. Uzomah e hanno speso la seconda scelta per Drew Sample convinti che nel passing game possa essere molto più utile di quanto lo è stato nella Univeristy of Washington.

La linea offensiva dei Bengals è migliorata molto nel 2018 grazie soprattutto ad arrivi importanti come il left tackle Cordy Glenn e il centro Billy Price; speravano di aggiungere un altro pezzo alla scacchiera spendendo l’undicesima scelta assoluta per l’offensive tackle dell’Alabama Jonah Williams, ma probabilmente salterà l’intera stagione a causa di un’operazione chirurgica alla spalla sinistra. Questo significa che Glenn continuerà a coprire il lato sinistro mentre al lato destro penserà Bobby Hart che ha rinnovato prima del draft per 3 anni; inoltre, appena dopo la notizia dell’infortunio di Williams, è stato messo sotto contratto il veterano John Jerry, fermo dal 2 settembre scorso.
Dietro il quarterback, i Bengals possono fare affidamento su due veri fuoriclasse: Joe Mixon e Giovani Bernard. Mixon ha gradito appieno le modifiche al playbook cucite su misura conquistando 1168 yards (primo running back dei Bengals a guidare la conference da Paul Robinson nel 1968), vale a dire 4,9 di media a portata e 8 touchdowns, poi c’è Bernard che fa paura tanto quanto da ricevitore che da runner.

DEFENSE

chubb browns bengals

Il simbolo della difesa di Cincinnati, Vontaze Burfict, non c’è più e con lui se ne vanno anche i numerosi mal di testa che da un po’ di anni continuano a minare la sua carriera e che ci hanno fatto vedere un giocatore diverso dal pro bowler del 2013: un buco enorme ma è uno dei pochi che i Bengals stanno cercando di coprire.
La linea difensiva, che può farsi vanto di 2 pro bowler come Carlos Dunlap e Geno Atkins, entra nel 2019 per lo più intatta: sia Dunlap che Atkins arrivano da stagioni solide e impressionanti, non sono di certo i giocatori di cui il tifoso debba preoccuparsi. Il successo di questo reparto dipenderà anche da un gruppo di giocatori giovani ed emergenti: Sam Hubbard arriva da una stagione da rookie in cui è stato in grado di mettere a segno 6 sack e Carl Lawson che, come Hubbard vanta un’ottima annata come rookie, però entra nel terzo anno dopo che il 2018 si è chiuso in anticipo per la rottura del crociato. Sana o no, la linea difensiva dei Bengals dovrà essere più efficace contro le corse, soprattutto nella AFC North dopo che l’anno scorso hanno permesso 137,8 yard su corsa a partita.

La linea dei linebacker non era più sufficiente, neanche con Burfict, però sembra che i Bengals non vedano ancora il bisogno di rinnovare il reparto: l’unica mossa significativa è stata fatta con la scelta al terzo giro caduta su Germaine Pratt: la stella della NC State ha iniziato la sua carriera come safety per passare poi come linebacker dopo aver preso 15 chili; sebbene sia solo una scelta al terzo giro, il percorso di Pratt è stato già disegnato per far si che prenda sempre più parte agli snap insieme al veterano Preston Brown, che torna anche lui dopo un 2018 chiuso per infortunio, Nick Vigil e Jordan Evans.
La secondaria rimane ancora il punto di forza della difesa dei Bengals, venendo rinforzata con il rinnovo del cornerback Darqueze Dennard che farà coppia con William Jackson III, sul quale è stata esercitata la fifth-year option appena prima del draft. Il veterano Dre Kirkpatrick è pronto a schierarsi dalla parte opposta di Jackson mentre Shawn Williams e il promettente secondo anno Jessie Bates III, saranno le safety del 2019.

COACHING STAFF

zac taylor bengals

In una sorta di tema ricorrente nella giostra degli allenatori negli ultimi anni, i Bengals guardano verso ovest lungo la scia di Sean McVay per la scelta del nuovo head coach; Taylor nell’anno ai Rams come coach dei quarterback ha guidato Goff ad una stagione da ricordare (4688 yard e 32 td pass); possiede l’energia giovanile, la freschezza e la propensione offensiva che sembrano essere i punti cardine di questa nuova generazione di allenatori. Però, come altri che vorrebbero mettersi alla pari di McVay, anche Taylor non ha esperienza: a 35 anni ricopre il primo incarico in carriera da head coach; la sua inesperienza si riflette anche sullo staff, sia Brian Callahan che Lou Anarumo infatti sono praticamente dei debuttanti.
L’obbiettivo che coach Taylor si prefissa è quello di tornare competitivi per il titolo nella AFC Nord, ma soprattutto quello di superare lo scoglio dei playoff dove i Bengals non vincono una partita dal 6 gennaio del 1991.

Record previsto: 4-12

I tifosi dei Bengals hanno atteso a lungo la sostituzione di Lewis, ma è ancora troppo presto per capire se le cose cambieranno in meglio o peggio; forse ci si dimentica che nel 2018 erano partiti con 4 vittorie e una sconfitta prima che gli infortuni diventassero i veri protagonisti della stagione.
Una franchigia che ha poco da perdere ha deciso di tirare i dadi su un clone di McVay, sfortunatamente per loro però non ci sono i Gurley o i Donald sui quali fare affidamento.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Nei Cincinnati Bengals è cambiato solo il timoniere ma la rotta è rimasta invariata: il solito approccio conservativo nella free agency usata quasi esclusivamente per riempire qualche buco negli ultimi ranghi e il draft che ha portato nuovi volti ma nessuno in grado di stravolgere l’identità della squadra.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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