[W2] Ai Falcons il Sunday Night
Il match fra Atlanta Falcons e Philadelphia Eagles andato in scena domenica in Georgia, non era solo la battaglia (sportiva) fra due dei team favoriti per l’accesso al Superbowl dal lato NFC. Era soprattutto la sfida fra passato e presente dei Falcons; la sfida fra un pezzo importante di storia della franchigia rossonera, il quarterback Michael Vick ora in forza ai verdi della Pennsylvania, e quello del presente, Matt Ryan. Era la sfida fra il regista che aveva sedotto l’intera città con le sue giocate e poi era caduto in maniera fragorosa facendosi quasi due anni di prigione quando era stata provata la sua colpevolezza in una bruttissima vicenda di combattimenti di cani con annesso maltrattamento dei poveri animali, e quello che in modo molto meno vistoso, è ormai il condottiero dei falchi georgiani.
In realtà credo sia giusto sgomberare il campo dalla curiosità un po’ morbosa che spesso accompagna queste storie: Ryan non ha praticamente mai parlato del suo predecessore, e Vick, che dopo l’esperienza in carcere appare decisamente maturato, ha trascorso mesi a scusarsi e ha già più volte ringraziato società e presidente dei Falcons e la città di Atlanta per il supporto. Detto tutto ciò, comprensibilmente, l’interesse non era poco, e Vick e Ryan non hanno certo deluso le attese, trascinando i propri attacchi che insieme hanno segnato 66 punti, trentacinque dei quali messi a referto dai Falcons che si sono aggiudicati il match in volata dopo essere stati sotto di dieci punti all’inizio dell’ultimo quarto.
Eagles e Falcons arrivavano allo scontro diretto di questo secondo turno con situazioni psicologiche opposte: Atlanta doveva cancellare la prestazione decisamente sotto tono della prima uscita stagione in quel di Chicago, mentre Philadelphia si era aggiudicata la sfida di St.Louis in un match in cui era quasi sembrata giocare al gatto col topo con i Rams. E in realtà, riconosciuta la grande spettacolarità di un match che ha cambiato padrone ben cinque volte, sono rimaste luci ed ombre per entrambi gli schieramenti.
In casa Falcons, l’attacco ha ritrovato, almeno in parte, il suo ritmo, con Ryan che ha chiuso con 17 completi su 28 tentativi per 195 yards, quattro mete (massimo in carriera) e due intercetti. Le statistiche non sono certo da circoletto rosso, ma il buon Matt per salvare la pelle ha dovuto spesso spostarsi nella tasca per la tremenda pressione del front four degli Eagles che ha messo a segno quattro sack e altrettante pressioni sul quarterback. Protagonista assoluto dell’assalto a Ryan è stato ll defensive end degli Eagles Cole che ha malmenato senza pietà il tackle offensivo Baker, ma anche l’ex Green Bay Jenkins è stato una costante spina nel fianco dell’attacco di casa. Non solo, ma Ryan ha anche dovuto fare i conti con quella che è probabilmente la più forte coppia di cornerback della lega, e cioè Samuel e Asomugha, con il primo che ha confezionato un intercetto da urlo (anche se forse il pallone alla fine aveva toccato il terreno).
La coppia di fenomeni in maglia verde (tra l’altro per la cronaca anche Asomugha ha “pizzicato” una volta il regista di casa) ha annullato il rookie Jones e contenuto alla grande Roddy White (appena 23 le yards per il formidabile receiver), così ci ha pensato il grande vecchio, cioè il tight end Tony Gonzalez, a trascinare l’attacco dei Falcons: il futuro Hall of Fame ha chiuso con sette ricezioni per 83 yards e due mete, di cui, soprattutto la prima con ricezione a una mano, veramente da cineteca.
Ha faticato invece più del previsto il rushing game dei falchi: contro un pacchetto di linebacker sicuramente vulnerabile, Turner trovato raramente buchi in cui infilarsi, anche se ha avuto il grande merito di esplodere nel momento del bisogno, con la corsa da 61 yards che ha spianato la strada al touchdown (segnato dallo stesso Turner) del definitivo sorpasso. Grazie a questa galoppata,il runner da Northern Illinois ha sì superato il muro delle 100 yards, ma nelle restanti venti portate ha conquistato appena 53 yards.
Il reparto offensivo degli Eagles che ha fatto decisamente meglio degli avversari a livello di yards (447 a 318) ha però pagato le tre palle perse, due delle quali si sono trasformate in 14 punti per i Falcons, e qualche difficoltà di troppo nella zona rossa. Infatti su cinque viaggi all’interno della red zone, gli Eagles hanno segnato due mete e un field goal, mentre Atlanta, anch’essa per cinque volte entro la linea delle 20 yards avversarie, è sempre andata a segno con una meta.
Da rivedere per altro anche il rendimento di una linea offensiva che soprattutto all’interno ha faticato molto ad arginare la spinta dei Falcons, con il runner McCoy che terminerà il match con 95 yards in diciotto portate e due mete, ma che spesso si è trovato a danzare in mezzo ai difensori avversari nel tentativo di non perdere terreno. Decisamente meglio hanno fatto i due tackle, bravi a contenere una pass rush temibile come quella di Abraham e Edwards, con un Peters che in più ancora una volta ha dimostrato che quando vuole può essere un bloccatore devastante in entrambe le fasi del gioco.
Vick ha invece sulla coscienza tutte e tre le palle perse dagli ospiti, anche se ha giocato un buon match completando 19 passaggi su 28 per 242 yards e due mete. Fra l’altro la giornata di Vick si è chiusa mestamente in panchina, visto che nell’azione che ha preceduto di poco l’ultima meta di Philadelphia, subito dopo aver rilasciato il pallone, il prodotto da Virginia Tech è stato placcato dal defensive end Abraham ed è andato a sbattere la testa contro il tackle Herremans, impatto che non solo ha causato una vistoso sanguinamento, ma anche una leggera commozione cerebrale, cosa che ha di fatto costretto Vick a guardare il resto del match da bordo campo.
E senza la riserva Young, fuori per un problema muscolare, gli Eagles si sono rivolto al terzo quarterback, quel Mike Kafka che invece ha risposto con una prestazione notevole fatta di sette completi su nove tentativi, 72 yards e soprattutto un gran lancio da 43 yards nelle mani di Maclin che è sembrato fornire su un piatto di argento la possibilità dell’ultimo sorpasso a Philadelphia. Proprio Maclin è stato il ricevitore più gettonato, terminando la gara con statistiche impressionanti, fatte di 13 ricezioni per 171 yards e due touchdown. Poca cosa invece il resto dei ricevitori di Philadelphia, con Jackson che si è confermato giocatore assolutamente imprevedibile, capace di spaccare in due le difese avversarie un week end e di scomparire in quello successivo. Nel complesso comunque gli Eagles hanno passato per più di 300 yards, confermando le difficoltà di un secondario cui non è bastato l’avvicendamento del deludente DeCoud con Sanders.
La cronaca della partita, si può dividere in tre parti: in avvio Atlanta è scattata meglio e nonostante la grande pressione della difesa ospite, i Falcons si portavano sul 7-0. Il vantaggio di Atlanta si dilatava poi fino al 21-10 con una dozzina di minuti da giocare nel terzo quarto. Tutto finito ? Naturalmente no, dato che in appena 8 minuti Philadelphia segnava ben 21 punti e si portava a condurre 31-21. In avvio di ultimo quarto, infine il nuovo cambio di inerzia, con gli Eagles improvvisamente incapaci a muovere il pallone, mentre i Falcons evitavano di sprofondare nel baratro di un record di 0-2 con due drive lunghissimi, entrambi da 80 yards, terminati con la meta su passaggio al fullback Mughelli e il touchdown su corsa di Turner da tre yards.