Uno sguardo al 2023: Detroit Lions

Dal 1991 senza vittorie nei playoff, dal 1993 senza vincere una sola volta la NFC North: tutti gli occhi della NFL erano rivolti sui Lions di Dan Campbell, che, dopo essere risaliti a un record positivo dopo altre quattro stagioni di inferno sportivo, sembravano essere pronti a rivedere le stelle.

COME DOVEVA ANDARE…

Inutile nascondersi: i Lions erano i favoriti per la vittoria della NFC North ai blocchi di partenza e, considerando gli eventuali possibili incroci ai playoff, non era assolutamente da escludere l’idea di poter spezzare una maledizione lunga più di 30 anni. Così tanto tempo è trascorso da quel Divisional contro i Cowboys che, però, i tifosi di Detroit hanno preso l’abitudine di abituarsi sempre al peggio. Un attacco performante e una difesa di enorme talento, però, sembravano essere finalmente pronti per cancellare dai libri di storia NFL il nome di una squadra che, sotto la sapiente quanto aggressiva guida di Campbell, voleva quantomeno tornare a giocarsi la post-season, per la prima volta dal 2016.

… E COME È ANDATA

Le aspettative sono state rispettate, eccome. I Lions hanno sfatato entrambi i tabù, tornando a vincere la NFC North e a conquistare un successo ai playoff, anzi due, contro i Rams nel Wild Card Game e contro i Buccaneers nel successivo Divisional. Per poco, Detroit non è riuscita a cancellare in un colpo solo anche la terza, colossale macchia rimanente sulla franchigia, unica tra le storiche NFL insieme ai Browns a non essere mai arrivata al Super Bowl. I 49ers di Brock Purdy, però, hanno interrotto la storica cavalcata con una rimonta eccezionale nel Championship e Campbell, non esente da colpe nell’occasione dopo un eccezionale 12-5 in regular season e due successi dal peso specifico immenso in post-season, ha dovuto dire addio ai sogni di gloria. O forse, soltanto arrivederci…

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COSA HA FUNZIONATO…

In un attacco guidato splendidamente da Jared Goff, sono tantissimi i fattori positivi da analizzare. Partendo proprio dal quarterback, che ai Lions sta vivendo una seconda giovinezza: le 4.575 yard in regular season – ben 269.1 a partita – lo portano al secondo posto a livello NFL, alle spalle soltanto di Tua Tagovailoa (4.624), mentre i 30 touchdown pass sono il quarto miglior risultato dietro a Dak Prescott (36), Jordan Love (32) e Purdy (31). Goff ha poi aggiunto 4 touchdown pass nelle tre partite di playoff, senza alcun intercetto a sommarsi ai 12 in 17 partite giocate per intero nel resto della stagione. Una simile performance è stata resa possibile da un parco ricevitori di altissimo livello, guidato da Amon-Ra St. Brown, che si è legittimato tra i principali protagonisti nella Lega: le sue 1.515 receiving yard sono il terzo numero più alto dietro a Tyreek Hill (1.799) e CeeDee Lamb (1.749) e nessuno oltre a loro, rispettivamente con 13 e 12, e Mike Evans (13) ha siglato più touchdown rispetto ai suoi 10. Eccezionale, però, è stato anche il rendimento di Sam LaPorta, rookie da Iowa scelto alla numero 34 e risultato fin da subito tra i migliori tight-end della Lega, con 889 yard in 86 ricezioni e ben 10 touchdown, come nessun altro ha fatto nel suo ruolo nel 2023. Lodevole, infine, anche il rendimento di Josh Reynolds, autore di 608 yard in appena 40 ricezioni (15.2 di media), con 5 touchdown e 17 giocate da almeno 20 yard.

Le lodi da tessere proseguono analizzando il fenomenale running-game di Detroit. David Montgomery e l’attesissimo rookie Jahmyr Gibbs si sono inseriti rispettivamente alla posizione numero 9 e 17 in NFL per rushing yard, con 1.015 l’uno e 945 l’altro, a cui hanno aggiunto 13 e 10 touchdown, quinto e decimo miglior risultato. Strepitose sono anche le yard di media a portata, 4.6 per Montgomery e addirittura 5.2 per Gibbs, che ha aggiunto dieci giocate da almeno 20 yard, appena un fumble perso e sembra aver definitivamente zittito le critiche per la sua scelta alla numero 12. Le 2.311 rushing yard totali portano i Lions al quinto posto assoluto in NFL e il totale di 58 touchdown offensivi è il terzo miglior risultato dopo i 61 di Dolphins e 49ers. Nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza la stratosferica offensive line guidata da un Penei Sewell incantevole, che ha concesso un solo sack in 1.178 snap giocati. Anche il centro, Frank Ragnow, si è confermato tra i migliori nel ruolo nella Lega, al pari della catena di sinistra, composta dal tackle Taylor Decker e dalla guardia Graham Glasgow.

Il rendimento della difesa, invece, è stato assai più altalenante. Tantissime sono state le difficoltà nel contenere l’avanzata dei quarterback, mentre i Lions hanno decisamente brillato in protezione dei running-game avversari: le 1.509 rushing yard concesse sono il secondo numero più basso alle spalle dei soli Bears (1.468), mentre le yard in media a giocata, soltanto 3.7, il terzo miglior risultato dietro a Patriots (3.3) e Texans (3.5). Ottimo anche il totale di 16 intercetti, che pone Detroit tra le prime, ma, come dimostrato anche dai 25.6 punti di media subiti nelle tre partite di playoff, non basta una statistica a garantire una solidità difensiva. Tra i singoli, il migliore per distacco è stato un devastante Aidan Hutchinson, autore di 51 tackle, 11.5 sack, 14 tackle for loss, 7 pass deflected, 1 intercetto e 3 fumble forzati. Molto buona anche la stagione di un produttivo Alex Anzalone, capace di 129 tackle, 3 sack, 7 tackle for loss e 6 pass deflected, e di Alim McNeill, con 5 sack e 6 tackle for loss, e ha convinto anche il rookie Jack Campbell, con 95 tackle, 2 sack e 5 tackle for loss. Pochissime, invece, sono state le soddisfazioni in una secondaria che ha sofferto l’infortunio immediato di C.J. Gardner-Johnson e ha visto brillare il solo rookie Brian Branch, impostosi fin da subito con 74 tackle, 1 sack, 7 tackle for loss, 13 pass deflected e 3 intercetti.

… E COSA NON HA FUNZIONATO

Non è semplice trovare qualche pecca nel prolifico e funzionale attacco dei Lions del 2023. Anche contro la fenomenale difesa dei 49ers nel Championship, Detroit ha prodotto 31 punti, provando a guadagnare la qualificazione al Super Bowl. Uno tra i grandi protagonisti di quella partita, Jameson Williams, a segno con un rushing touchdown da 42 yard e con uno su ricezione per 3 yard, può essere considerato tra le poche ombre della regular season di Detroit. Scelta numero 12 del Draft 2022, Williams è stato squalificato per le prime cinque partite per violazione del regolamento sulle scommesse sportive, ma, nelle restanti 12 giocate, non ha brillato per continuità: 354 yard in totale, appena 29.5 a partita, in 24 ricezioni su 42 target, 2 touchdown e cinque giocate da almeno 20 yard. Ora che Reynolds è volato ai Broncos, il prodotto di Alabama dovrà necessariamente alzare il proprio rendimento per dare una terza spalla a Goff su cui contare oltre a St. Brown e LaPorta. In termini di offensive line, invece, l’unico ad abbassare l’asticella è stato Jonah Jackson, guardia sinistra finita in free agency ai Rams.

Non è necessario fare le pulci, invece, a una difesa che ha messo in mostra più di un difetto sia durante la regolar season che nei playoff. Si parte dalle 4.562 yard concesse ai quarterback avversari durante la regular season, un’enormità, che porta i Lions al quarto posto in classifica alle spalle di Commanders (4.627), Chargers (4.580) e Buccaneers (4.568). Detto dei 16 intercetti, la difesa ha però lasciato strada anche a 28 touchdown pass e a un rating di 91.5 in media per i giocatori al timone affrontati. Altre due statistiche solitamente rilevanti che non hanno esaltato Detroit sono quella relativa ai 57 pass deflected, il dato più basso tra le difese poste maggiormente sotto pressione, e i soli 31 sack, il quarto peggior risultato nella Lega dopo Bills (24), Chiefs (28) e Packers (30). In percentuale è stato concesso il 56.3% di primi down su ricezione, un dato altissimo e migliore soltanto di quello dei Cardinals (57.1%). I 13 fumble forzati, infine, non è tra i numeri più bassi in NFL, ma neanche nell’eccellenza.

Tra i singoli, al di là di un Gardner-Johnson senza il tempo necessario per potersi mettere in mostra, anche un altro nuovo arrivato in estate come Cameron Sutton ha deluso le attese, concedendo la bellezza di 60 ricezioni su 89 target in cui è stato coinvolto, con un solo intercetto a referto. A proposito di problemi fisici, per la seconda stagione di fila Emmanuel Moseley, arrivato in estate dai 49ers, ha subito un grave infortunio al ginocchio e ha saltato di fatto tutta la regular season. Kerby Joseph, nella sua seconda stagione in NFL, ha confermato l’ottimo numero di 4 intercetti dell’anno da rookie, ma non ha ancora limato qualche difetto di troppo nel proprio gioco. Poco convincente anche il rendimento di Tracy Walker, che ha collezionato appena 2 pass deflected e nessun intercetto nelle 17 partite stagionali. Nel front seven, infine, non ha brillato soprattutto Derrick Barnes, che ha ammassato 81 tackle, dei quali 5 for loss, ma ha aggiunto appena 1 sack, senza dare alcun contributo nel contenere i lanci dei quarterback avversari.

E ADESSO?

Campbell punta a riprendere da dove si è interrotta la stupenda annata dei Lions e a scrivere la storia conquistando il Super Bowl. Come? In primis mantenendo pressoché invariato il super attacco guidato da Goff, che potrebbe però soffrire la partenza di Reynolds, soprattutto se dal Draft non dovesse arrivare qualche talento di valore e se Donovan Peoples-Jones non dovesse rendere al meglio, come accaduto nell’ultima regular season. L’offensive line ha perso Jackson, ma ha inserito la solidità di Kevin Zeitler al suo posto, con una mossa che potrebbe garantire un ulteriore salto di qualità nel rendimento del reparto. In difesa, poi, al fianco dei fantastici Hutchinson e McNeill, la linea si è rinforzata con gli ottimi innesti di DJ Reader dai Bengals e di Marcus Davenport, prospetto reduce da una deludente esperienza ai Vikings, ma di enorme valore, come dimostrato nelle stagioni ai Saints. Infine, è assolutamente necessario qualche innesto in secondaria e, al di là delle speranze relative al recupero di Moseley e di ciò che potrà arrivare dal Draft, un primo rinforzo è arrivato con Carlton Davis dai Buccaneers.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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