Fields schiaccia Lance, i Bears battono i Niners (San Francisco 49ers vs Chicago Bears 10-19)

In silenzio, a testa bassa, con umiltà.

E alla fine una sfavillante planata di Justin Fields sull’erba intrisa d’acqua, un gesto che sprigiona leggerezza e allo stesso tempo un pò di convinzione.

Ma fermi  tutti, è soltanto Week 1!

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Nella settimana di apertura dopo la lunga pausa è cosa nota che le sorprese non si facciano attendere; che le squadre debbano ancora trovare la quadra e amalgamarsi tra le formule alchemiche.

Chicago ha una sua forza interiore che oggi è in grado di volare al di sopra di giudizi esterni e scetticismo. Chicago, nel suo piccolo, si è dimostrata più forte di tutti quegli atteggiamenti di negazione che il giornalismo ha (giustamente) deciso di cucirle addosso.

Sulla carta poca roba, sul campo… beh nel dubbio guardate la partita e capirete meglio ciò che si cerca di raccontarvi in questa sede perchè a volte le parole da sole non rendono abbastanza giustizia.

Mentre la difesa frizzante dei Bears tiene testa a Lance e alle incursioni di Deebo Samuel, l’attacco si avvia a rilento e Fields parte con il diesel; ma una volta riscaldato prende le misure ai ragazzi di DeMeco Ryans e li sorprende con un second half di carattere.

L’impatto di alcuni rookie di Chicago si fa sentire, in particolar modo quello di Jaquan Brisker e del defensive end Dominique Robinson (5 tackle, 1.5 sack); anche Eddie Jackson rispolvera una parte importante del suo playmaking con un intercetto pulito che mette in difficoltà Lance. San Francisco risponde per le rime ed il reparto difensivo mostra i muscoli per oltre trenta minuti di gioco; la prova di Talanoa Hufanga è sontuosa (11 tackle, 2 for loss, 1 intercetto) e per la safety rosso-oro presenza a tutto campo.

Ma ai Niners non basta, perchè Justin Fields trova il suo ritmo e parzialmente la sua vendetta personale contro coloro che hanno preferito il nome di Trey Lance al suo…

Per gli attacchi numeri bassi, sfavoriti dal nubifragio e dall’anticipo d’inverno che si abbatte nella città del vento. Numeri impietosi, se paragonati ad esempio a quelli di un attacco in stile Kansas City, ma non importa perchè ogni partita ha un suo corso e una sua storia.

In una prima fase Chicago fatica a sviluppare gioco e a muovere la catena poichè la ruggine post-Nagy deve ancora lavarsi via dalle articolazioni dei giocatori, ma poi lentamente si aprono spazi e la visione offensiva si schiarisce: chi ha seguito i Green Bay Packers negli ultimi anni non avrà grosse difficoltà a riconoscere delle similitudini nello stile d’attacco messo in campo dai Bears ieri, è l’origine di questo cambiamento innovativo è figlia della mente di Luke Getsy (l’ex quarterbacks coach & passing game coordinator dei Packers appunto). Fields indietreggia con la testa alta mentre la linea rolla e non appena i difensori lo avvicinano il QB di Chicago libera il passaggio.

Il repertorio di Fields nella gara di ieri è un un tutto tondo alla Botero, che trova forma e sostanza, che si allarga nei movimenti e colpisce l’occhio con semplici dettagli: side-arm, shovel pass o palombelle spioventi alla Andrea Pirlo che siano, i palloni toccati da Fields sono stilisticamente ricchi e consentono al QB di esprimere le sue caratteristiche al meglio.

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Oscurare una mente offensiva come quella di Kyle Shanahan non è cosa da poco! Matt Eberflus c’è riuscito e si porta a casa la sua quarta vittoria in altrettante uscite, sebbene tre di queste appartengano alla sottovalutata Pre-Season. Sottovalutata da tutti, sì, ma non da Chicago perchè la squadra ha lavorato con intensità evitando di risparmiare i titolare. Qui il tempo per risparmiarsi è giunto al termine, sotto il nuovo regime di Ryan Poles nulla è dato per scontato: o si sputa sangue, o si è tagliati fuori.

In questo senso va detto che il lavoro di David Montgomery ha soddisfatto le richieste; era importante una sua risposta perchè l’ombra dell’incompatibilità di Monty con il sistema applicato di Eberflus non è un argomento da sottovalutare.

Va detto inoltre che la vera sveglia la suona un certo Dante Pettis, ex Niners, il quale afferra un lancio da 51 yard e lo porta a touchdown suonando la carica con dirompenza.

Un tocco singolo per Pettis, second rounder dei 49ers al draft 2018 (scelta n°44), che basta per intimidire San Francisco e per forzare i cancelli californiani permettendo agli orsi di trovare energia e coraggio!

Vi racconto un particolare: lo scorso 31 agosto sono andato alla Halas Hall, Da Bears criddle (la casa dei Chicago Bears). Lì, io e Bear Misterio (il lottatore mascherato della fanbase di Chicago) abbiamo incontrato Dante Pettis all’allenamento. Dopo averci parlato, Misterio mi ha detto che a suo avviso Pettis, se usato bene, sarebbe stato un’arma letale per i Bears e subito dopo ha urlato ad alta voce:

“The Niners have lost something! They’ll see Dante!”

bears 49ers

Pettis stava tornando dal gruppo dei ricevitori e si è girato ridendo. Naturalmente c’era un velo di sarcasmo in questo siparietto, ma Bear Misterio ci aveva visto giusto perchè proprio il nuovo arrivato ha colpito nel momento più importante togliendosi un sassolino dalla scarpa e scatenando poi l’offensiva di Chicago.

Offensiva che si è rivelata vincente, almeno per questa settimana.

Non siamo gioiosi nell’essere tornati gli underdog, ma siamo contenti di aver finalmente visto di che pasta è fatto il nostro gruppo!

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