[NFL] Week 8: Dallas Cowboys vs Detroit Lions 30-31

Questa pazza NFL che non finisce mai di stupire, ha vissuto domenica al Ford Field di Detroit un altro spettacolare capitolo della sua stagione 2013, con i Lions che allo scadere hanno piegato 31-30 i Dallas Cowboys dopo essersi trovati sotto di dieci punti con poco meno di 6 minuti e mezzo da giocare.
Il k.o. impedisce ai texani la fuga nella NFC East (Romo e compagni, con un record di 4-4, sono appena una vittoria avanti agli Eagles), division che per altro Dallas vincerà comunque vista la pochezza delle compagne di viaggio, mentre il successo permette ai Lions di restare in scia a Green Bay in una NFC North che vede tre squadre in piena corsa per i playoff. Anche se a fine partita il coro unanime di giocatori e coach dei Cowboys era quello di una clamorosa occasione persa, in realtà la gara è stata dominata da Detroit che però ha anche fatto l’impossibile per perderla.
I Lions hanno infatti terminato la sfida contro i texani con un saldo fra palle recuperate e palle perse di -4, e nelle precedenti 56 gare di NFL appena un team era riuscito a vincere “zavorrato” da un differenziale così negativo. E un altro dato credo sia significativo: i Lions hanno ammassato 623 yards contro le 268 di Dallas, una differenza di 355 yards che il team della Motown non otteneva dal lontanissimo 1963, cioè esattamente cinquanta anni fa.

Calvin Johnson
Calvin Johnson corre per un td

La sfida di domenica sarà anche ricordata perché Calvin Johnson, con le sue 338 yards ricevute, è andato vicinissimo a battere il record assoluto di yards guadagnate su ricezione in una partita, primato che appartiene dal 1989 a Flipper Johnson dei Rams con 345 yards, ottenute però in un match terminato in overtime. Non credo sia necessario commentare la prestazione di Johnson, che però, nonostante tutto, non è stato perfetto avendo fatto cadere la palla di un potenziale touchdown e avendo perso un fumble. Altro protagonista di giornata è stato naturalmente Matthew Stafford: il regista da Georgia ha stabilito il nuovo record dei Lions per un match casalingo con 488 yards lanciate, ma soprattutto, ha trascinato da consumato veterano il suo team ad una clamorosa rimonta, segnando oltre a tutto la meta della vittoria.
Stafford in realtà ha sempre avuto statistiche impressionanti (è il QB che nella storia NFL ha raggiunto più velocemente il tetto delle 15.000 yards lanciate), ma da un punto di vista della gestione delle partite non aveva mai convinto pienamente; questo successo potrebbe invece essere la chiave di volta per la sua entrata nel gotha della NFL. In realtà neppure Stafford è stato esente da colpe, visto che due dei quattro turnover sono arrivati su intercetto, ma la calma olimpica mostrata soprattutto nell’ultimo drive, sembrerebbe confermare che il venticinquenne sia pronto per il salto di qualità. Nel tabellino dei ricevitori di Detroit, dopo sua maestà Johnson, c’è Durham, autore di 4 ricezioni per 54 yards e dietro di lui c’è un Bush meno efficace del solito sul passing game (8 palle catturate per appena 30 yards). Il prodotto da USC si è però ampiamente rifatto col running game, guadagnando 92 yards in 21 corse cui va aggiunta una meta.
La linea offensiva ha giocato un buon match per altro contro un fronte a quattro dei Cowboys pesantemente incompleto, ma una nota speciale va a LaAdrian Waddle (no, non per il nome) che alla prima gara da titolare in NFL è riuscito a gestire con bella sicurezza un cliente scomodo come il Selvie edizione 2013. La difesa ha invece giocato un po’ a corrente alternata contro un attacco che ha dato l’impressione di non riuscire mai a trovare veramente ritmo. Bene la linea, soprattutto con la coppia Suh e Young che ha costretto Romo a fuggire spesso dalla tasca, così così i linebacker con un ottimo Tulloch ed un Levy invece in giornata no un po’ in tutti i fondamentali. Stessa cosa dicasi per il secondario, con le safety Quin e Delmas efficaci sulla corsa, ma decisamente colpevoli sulle mete di Bryant e di Williams. Ottima giornata invece per il cornerback Chris Houston, che su dieci palloni lanciati nella sua direzione ha concesso appena due completi per 10 yards.

Dez Bryant
Dez Bryant riceve a una mano

Dallas, come detto, può recitare il mea culpa per aver perso un match quasi vinto, ma in ogni caso gli uomini di Garrett non avrebbero meritato la posta piena. La scusante delle molte e pesanti assenze è significativa, però l’attacco senza DeMarco Murray non ha mai ingranato le marce alte e anche le segnature sono arrivate su grandi giocate personali di Bryant e dell’astro nascente Terrance Williams, che ha stabilito un nuovo record per i rookie di Dallas andando a segno per la quarta gara consecutiva. Delle 206 yards lanciate da Romo, 110 sono arrivate in due azioni e proprio Williams è stato il bersaglio dei lanci di Romo ben dieci volte, riuscendo a catturare due soli palloni.
Bryant ha invece mostrato anche al Ford Field i suoi due volti: la meta del momentaneo 10-7 è un pezzo di bravura mostruoso (palla un po’ indietro ricevuta in torsione e poi portata avanti sfruttando anche il casco, il tutto ad un metro dalla linea di fondo) mentre le sceneggiate del terzo quarto e poi nel finale di match, sono state degne del peggior Terrell Owens. Del rushing game meglio non parlare, visto che il tabellino recita 26 portate per 62 yards, e proprio l’inettitudine del gioco sulla terra è costata carissima ai Cowboys, incapaci nel finale di congelare il possesso dell’ovale.
Naturalmente una parte di responsabilità per l’inefficacia del rushing game va addossata ad una linea offensiva che ha faticato in questo fondamentale con quasi tutti i suoi componenti. L’eccezione è costituita da un Doug Free che anche a Detroit ha mostrato il suo momento di grande forma, non solo nel rushing game ma anche, anzi soprattutto, nel gioco di passaggio. Romo ha invece confermato di attraversare un periodo poco felice, ma quella che ha pesato in modo decisivo nel k.o. dei Cowboys è stata l’assenza di Murray.
In difesa, con un reparto che in telecronaca l’ex head coach di Baltimore Billick ha chiamato no-name defense a causa delle numerose assenze, Dallas ha fatto vedere buone cose per tre quarti contenendo un attacco temibile come quello dei Lions, salvo poi sciogliersi nella frazione finale. L’assenza del formidabile end Ware si è fatta sentire per un reparto riuscito ad atterrare Stafford solo una volta, mentre Reggie Bush non ha messo a segno grandi guadagni ma è riuscito a far avanzare l’ovale con costanza. Fra i linebacker spicca la prova gigante di Sean Lee, capace di “pizzicare” due volte Stafford, portando così a 11 il totale degli intercetti nelle ultime tre stagioni (record per i linebacker in questo arco di tempo).
A livello di secondario, il povero Carr ha resistito bene per un quarto, poi è stato letteralmente polverizzato da un Calvin Johnson formato Superman che gli scappava da tutte le parti. Benino invece sono andate le due safety Church e Heath che hanno faticato sul passing game ma sono state decisive nell’evitare i lunghi guadagni di Bush.

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La cronaca della partita è tutto sommato piuttosto noiosa nei primi tre quarti, con Dallas che faticava a guadagnare terreno e Detroit che invece la palla la muoveva benissimo, salvo poi regalarne il possesso agli ospiti. L’ultimo quarto di apriva con le due squadre sul 13-7 per i Cowboys che quasi subito vedevano il loro vantaggio assottigliarsi a -3 grazie ad un field goal di Akers. Passavano però appena due giochi dopo il kickoff dei Lions, e Dallas sembrava mettere una seria ipoteca sul match: Romo trovava con una traiettoria slant Terrance Williams che sfruttava il madornale errore di piazzamento di Quin in avvio, poi sulla via della meta stendeva la stessa safety ex Houston con uno stiff arm e siglava il 20-10 dopo una azione da 60 yards.
I fuochi d’artificio erano però appena iniziati: la premiata ditta Stafford-Bush impiegava quattro minuti a riportare a -3 Detroit (anche se il touchdown era alla fine di Bell), ma sul rovesciamento di fronte il secondario di Detroit ripeteva la frittata. Lancio corto, stavolta a sinistra, di Romo a Bryant e galoppata di 50 yards fino in meta. A quel punto mancavano poco meno di 7 minuti e Dallas era a +10, ma i Lions avevano il gran merito di continuare a crederci. Così Stafford trovava subito Calvin Johnson per un guadagno di 54 yards, poi altri due completi ed una corsa personale del numero 9 portavano Detroit sulla 1 di Dallas, dove Bush si incaricava di segnare la meta del 24-27.

Matthew Stafford
Il TD decisivo di Matthew Stafford

Sul drive seguente in tre giochi Dallas perdeva addirittura 2 yards ed era costretta al punt, così i ragazzi di Schwartz avevano la palla in mano per una clamorosa rimonta con poco meno di due minuti e mezzo da giocare. Nella prima azione Stafford veniva però atterrato da Hatcher, e i Lions si trovavano poi costretti a giocare un quarto e dodici con il passaggio di Stafford a Durham che cadeva incompleto. I Cowboys riavevano il possesso dell’ovale sulle 31 avversarie con 84 secondi da giocare e con due corse facevano sprecare gli ultimi time out a Detroit. Sul terzo e 14 il runner Tanner guadagnava 9 yards ma durante l’azione veniva fischiata una sanguinosa penalità a Tryon Smith, sanguinosa perché pur essendo declinata da Detroit, bloccava il tempo. Bailey centrava i pali per il 30-24, ma anzichè mancare pochi istanti al termine, cosa che sarebbe successa senza la penalità di Smith, Detroit si ritrovava con ancora 62 secondi da giocare.
Il drive decisivo stagnava all’inizio ma poi su un secondo e dieci Stafford trovava Durham con un passaggio formidabile che fruttava 40 yards. L’ex regista di Georgia di ripeteva poco dopo su Calvin Johnson e alla fine a 12 secondi dal termine giocava di astuzia: mentre correva per ricevere lo snap sulla linea della 1 yarda di Dallas, Stafford faceva grandi gesti indicando di voler effettuare lo spike. Invece appena posizionato dietro al centro si incaricava lui stesso di varcare con un balzo la linea di meta consegnano ai suoi un preziosissimo successo.

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