Frank Gore: una storia a tinte rosse ed oro

La squadra dei San Francisco 49ers è una franchigia che ha avuto, nella sua storia, tantissimi giocatori importanti. Parliamo dei Jerry Rice, dei Joe Montana e più recentemente dei Patrick Willis. Tutti giocatori che hanno avuto un impatto capitale nella squadra e nella lega in generale. Frank Gore, però, avrà sempre uno spazio importante nei cuore dei tifosi dei 49ers. Questo perché è stato un giocatore esaltante in un ruolo che spesso viene sottovalutato e passa in secondo piano. E sì perché il running back, specialmente nella NFL moderna, sta diventando un ruolo sempre più snobbato. Gore è stato uno dei corridori più prolifici della storia della NFL, terzo nella classifica di yard corse con 16 mila, delle quali più di 11 mila corse con la maglia di San Francisco. Davanti a lui solo due colossi del gioco come Emmitt Smith e Walter Payton. Nella giornata di giovedì 2 giugno Frank ha firmato un contratto giornaliero simbolico con i 49ers, per ritirarsi ufficialmente dopo 16 stagioni con in dosso i colori della franchigia. Il running back è immediatamente entrato a fare parte della Hall of Fame della squadra della California, con pieno merito. Il giocatore è stato scelto nel lontano Draft 2005 al terzo giro, diventando subito fondamentale per l’attacco dei San Francisco 49ers. Nel 2006 la sua stagione migliore a livello di numeri con 1695 yard, una strabiliante media di 5,4 yard a portata e 8 touchdown. In quell’anno, con l’aggiunta delle ricezioni, superò le duemila yard in totale. “Una delle prime cose che dissi nel 2005 alla dirigenza dei 49ers fu che avessero preso l’uomo giusto.” Queste le parole di Gore durante le celebrazioni di ieri.

La macchia del mancato anello

Il running back è stato selezionato per ben cinque volte al Pro Bowl, ma non è mai riuscito a mettersi al dito un anello. C’è andato molto vicino, poche yard che i tifosi dei 49ers ricorderanno bene. Le urla lanciate al televisore “Jim dalla a Frank, dalla a Frank”, dirette ad Harbaugh su quel terzo e quarto down del Super Bowl perso contro i Baltimore Ravens a pochi metri dalla end zone. E invece quel sogno della vittoria, si è infranto sul lancio troppo lungo di Colin Kaepernick verso Michael Crabtree. Frank Gore ha passato tutto quello che poteva passare nella franchigia, anni belli, anni brutti e anni tremendi. Ha visto passare vari quarterback, vari allenatori e vari schemi offensivi, ma è sempre stato un punto focale della squadra, sia in campo e anche nello spogliatoio. Un giocatore che negli anni ha imparato a giocare sempre più di intelligenza e forza, con la velocità e l’esplosività che se ne andavano con il passare del tempo. Non è da tutti giocare 16 stagioni in una lega tosta e logorante come la NFL. È per pochissimi farlo nel ruolo forse meno longevo della lega. Certo le ultime stagioni non sono certo state di un livello celestiali, ma Frank è andato alla ricerca di quell’agognato anello, quando nella baia non c’era nemmeno la speranza di raggiungerlo. Frank Gore ha la seria possibilità di entrare nella Hall of Fame della lega, vedremo nei prossimi anni. Lascia un vuoto enorme nei cuori dei tifosi dei San Francisco 49ers, ma anche in tutti gli amanti di questo sport. Questo perché è stato un running back che ha dato tutto per questo gioco, nonostante la fatica e gli infortuni. Una storia meravigliosa, una storia a tinte rosse ed oro.

Frank Gore, una leggenda difficilmente comprensibile

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Emiliano Guadagnoli

Sono un grande appassionato di football Nfl, seguo questo fantastico sport dal 2012. Sedotto e abbandonato da Kaepernick, tifo i San Francisco 49ers. Scrivo anche sui prospetti con la rubrica "La strada verso il Draft"

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