C’è vita senza Von Miller?

Quando lo scorso 16 marzo, accollandosi tutti i rischi del caso, i Bills decisero accaparrarsi l’edge rusher veterano Von Miller, firmato proprio agli albori della free agency mediante un contratto di 6 anni dal valore complessivo di $120 milioni (51 dei quali interamente garantiti), era ben chiaro a tutto il panorama NFL come l’aggiunta dell’ex Aggies sarebbe potuta essere l’ultimo tassello mancante del puzzle al fine della conquista del tanto agognato Super Bowl.
Miller, pass rusher immensamente talentuoso e personaggio a dir poco carismatico, aveva già contribuito in maniera chiave al successo dei Broncos prima, grazie ad una performance valevole del premio di MVP nel Super Bowl 50 e dei Rams dopo, poco meno di un anno fa.

Purtroppo, come spesso accade, le cose non sono andate secondo i piani e se i Bills vorranno arrivare al Super Bowl, apparizione mancante dal lontano 1993, dovranno farlo senza poter contare sul prezioso apporto del loro “finisher”, costretto a saltare tutta la restante parte della stagione a causa del più classico “torn ACL”, scoperto nella giornata di ieri proprio durante un intervento chirurgico esplorativo al ginocchio, quello infortunatosi nel corso del match vinto ai danni dei Lions il giorno del Ringraziamento.

Miller, in questa stagione inaugurale in quel di Buffalo, è figurato in campo nel 61% degli snap, più precisamente 450 sui 738 totali, di cui 311 nei passing downs.
I suoi snap sono stati equamente distribuiti dal 1st al 3rd down, a riprova di come il coaching staff non aveva la benchè minima intenzione di risparmiarlo per le ovvie situazioni di passaggio, essendo ben consci della sua versatilità ed estrema importanza in ogni qualsivoglia aspetto del gioco.
Al tempo dell’infortunio (ed ancora tutt’ora), Von guidava l’intero reparto per numero di sack (8.0), QB hit (12) e pressioni (45), essendo inoltre risultato pressappoco decisivo nelle importantissime vittorie sui sempre ostici campi di Ravens e Chiefs.

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Giusto per snocciolare due numeri, tenendo naturalmente presente che l’apporto del n°40 va ben oltre i meri dati statistici, l’EPA offensivo generato dagli attacchi avversari quando lo stesso Miller è figurato regolarmente in campo è stato di 0.02. E in sua assenza? Ancora migliore, addirittura – 0.22.
Nelle chiare situazioni di passaggio, con Miller sul terreno di gioco, l’EPA ammontava a 0.06 mentre in sua assenza a – 0.19.
Discorso analogo per il “rushing EPA” rispettivamente concesso con o senza di lui: – 0.06, complice il suo rivedibile 22.2% di placcaggi mancati, contro un sensazionale – 0.26, merito dalle prestazioni eccellenti di Rousseau e del sorprendente Shaq Lawson in run defense.
In ogni caso, con o senza il n°40, la difesa alle dipendenze di Leslie Frazier rimane la 4a assoluta per DVOA generato.
Se ci focalizziamo esclusivamente sulla pass rush, l’aspetto del gioco nel quale l’assenza di Miller giustamente preoccupa maggiormente, possiamo facilmente notare quanto minimo sia lo scarto tra la % di pressione portata con o senza lo stesso: 33.6% Vs 33.7% di pressure rate e 7.3% Vs 6.0% di sack rate, a testimonianza di come la squadra sia ugualmente in grado di portare costantemente pressione al passatore avversario ma fatichi maggiormente nell’atterrarlo, come era palesemente emerso durante il Divisional perso all’Arrowhead Stadium.

Ora che abbiamo analizzato l’apporto di Von Miller in questa prima parte di stagione, possiamo fare un ulteriore passo avanti e ipotizzare come la squadra potrà sopperire a questa ormai appurata assenza.
È sicuramente risaputo che i Bills siano una squadra che non ama particolarmente blitzare, figurando stabilmente negli ultimi posti per % di blitz chiamati.
Nelle prime 12 partite stagionali la difesa ha blitzato solamente nel 19.4% degli snap totali (15.4% fino a week 10), il 10° dato più basso dell’intera lega, riuscendo ugualmente a portare pressione al QB nel 23% dei casi, il 10° dato più elevato.
Nella seconda frazione del match poi vinto sul campo dei Lions, essendo inoltre privi degli infortunati Epenesa e Rousseau, i Bills hanno blitzato nel 57.9% dei dropback effettuati dal QB Jared Goff, dato addirittura schizzato al 72.7% nel quarto finale.
Oltre al sicuro incremento della % di blitz chiamati, la D-Line dovrà senza dubbio affidarsi maggiormente alle stunt per generare costante pressione.
Una stunt (o “twist”) è un movimento combinato di due o più D-lineamen che incrociano le traiettorie per confondere l’OL avversaria: il DE converge verso l’interno mentre il DT taglia nella direzione opposta.
Con Von Miller regolarmente in campo e complice l’assenza di Ed Oliver per gran parte della prima metà di stagione, sono state effettuate solamente 19 stunt nelle prime 13 settimane (tutte in assenza di Von Miller) di cui addirittura 7 in occasione dell’ultimo match vinto ai danni dei Patriots.
Sebbene nessuna di queste 7 chiamate abbia portato ad un sack, Mac Jones è stato ugualmente limitato a 2 miseri completi per 13 yard di guadagno e ad uno scramble valevole di ulteriori 5 yard.

Dover rinunciare obbligatoriamente ad un difference maker come Von Miller, costringerà necessariamente il coaching staff ad essere maggiormente creativo, affidandosi più frequentemente a Blitz, complice l’innata abilità di Matt Milano in questo specifico fondamentale (anche di Edmunds, sebbene poco sfruttato) e stunt, facendo leva sull’atletismo e lo strapotere fisico di Oliver, il 3-tech perfetto da utilizzare in queste situazioni, e sulla versatilità di Shaq Lawson, apparso decisamente in palla nel corso delle ultime uscite.

Naturalmente la creatività ed i semplici aggiustamenti schematici non saranno sufficienti a sopperire all’assenza del miglior “finisher” presente a roster, rendendo quindi necessario un deciso step up da parte del trio di giovani pass rusher composto da Epenesa, Rousseau e Basham.
Nelle rare occasioni in cui Von Miller è rimasto comodamente seduto in panchina, il tanto bistrattato Epenesa si è dimostrato in grado di produrre regolarmente, avendo accumulato 4 dei suoi 4.5 sack proprio in assenza della star del reparto.
Allo stesso modo, nel primo match disputato interamente senza Von Miller schierato sul versante opposto, il rientrante Rousseau, verosimilmente non ancora al 100% della condizione fisica, si è rivelato un autentica forza della natura, risultando a dir poco incontenibile dai Lineamen dei Patriots.
Il “lunghissimo” DE ex Hurricanes, eccellente nelle stunt, ha poi terminato il match con un eccellente 20% di pressure rate, confermandosi inoltre come un eccellente run defender, sagace nel settare l’edge, costringendo i runner avversari a convergere verso l’interno del campo tra le grinfie degli iper atletici Milano ed Edmunds.

A tutti coloro che sono ormai in procinto di celebrare il funerale alla stagione dei Bills, tengo particolarmente a ricordare, nel caso se lo fossero dimenticato, che in quest’ultimo 3° di stagione regolare il reparto difensivo potrà contare su un Tre White in più, apparso nuovamente in ritmo partita al rientro dal lunghissimo stop e sopratutto su un Ed Oliver a dir poco devastante nelle ultime settimane, dopo essere stato rallentato da continui problemi fisici nella prima metà di stagione.

Inutile negarlo, l’assenza di Von Miller si farà sentire, eccome se si farà sentire ma sono assolutamente convinto che con creatività, aggressività e sopratutto un pizzico di fortuna (purtroppo mancata nei primi 2/3 di stagione) il reparto difensivo saprà sopperire al meglio a questa mancanza.
In fondo, anche senza la presenza del n°40 a roster, la squadra era ugualmente riuscita ad arrivare a 13 maledetti secondi da un ipotetico AFC Championship Game, da disputarsi davanti all’infuocato pubblico dell’Highmark Stadium.
Il coaching staff dovrà necessariamente fare quel definitivo passo in avanti che troppo spesso è mancato nei momenti chiave delle partite decisive.

Quindi sì, c’è vita senza Von Miller, eccome se c’è vita.

A cura di Luca Poglio

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Una sola ed unica penna che scrive, portavoce di una piccola grande famiglia accomunata da una scriteriata passione per i Buffalo Bills.

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