Championshp 2021: analisi tattica

Bengals vs Rams non sarà esattamente il Super Bowl che ci saremmo attesi anche solo un paio di settimane fa. Dopo altre due bellissime partite, è questo il verdetto che ci ha regalato il campo.

Andiamo dunque a vedere come i Cincinnati Bengals e i Los Angeles Rams si sono qualificate per il grande ballo.

JOE BRRR NON MOLLA MAI

La partita di Cincinnati contro i Chiefs ha dell’epico. In primis perché Patrick Mahomes è sembrato umano come mai dal suo ingresso nella Lega, e non necessariamente per meriti altrui, quanto per demeriti propri. Secondo, perché si tratta della prima sconfitta – in 38 gare – patita dal numero 15 di KC dopo essere stato in vantaggio di almeno 15 punti. Cincinnati ha giocato tutt’altro che una partita perfetta, ma ha avuto il merito di non mollare davvero mai, riuscendo ad andare all’intervallo sotto solo di 11 lunghezze: un bel regalo, visto quanto espresso dalle due squadre nel primo tempo.

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Se i Bengals avessero perso, coach Zach Taylor avrebbe dovuto prendersi una bella fetta di colpe per il gameplan inutilmente e insistentemente conservativo seguito per gran parte della partita. Come riportato da The Athletic, Cincy ha corso nel 58% abbondante dei primi down, più del doppio rispetto al 28.5% della stagione regolare: in questa situazione, Joe Mixon ha conquistato 56 yard (di cui peraltro 23 solo in un’azione) su 19 portate. 

L’attacco dei Bengals è stato, nel complesso, ben al di sotto della media, trascinato fuori dalla melma da un eccellente Burrow e da Tee Higgins, salito in cattedra per sopperire alla “mancanza” di Ja’Marr Chase per gran parte della gara: memori della partita di stagione regolare, i Chiefs lo hanno raddoppiato o guardato a vista con una safety per evitare quanti più uno-contro-uno possibili. Ad inizio terzo quarto, Cincinnati è riuscita a portarsi in territorio nemico dopo un passaggio da 44 yard per Higgins: il seguente set di down ha fatto sembrare la rimonta qualcosa di davvero improbabile, per il modo inconcepibile con cui Zac Taylor stava chiamando i giochi. 

Dopo una corsa da 2 yard di Mixon sul primo down, è arrivata una penalità per delay of game, a cui sono seguiti questi due lanci, molto probabilmente i più brutti e forzati dal QB dei Bengals ad eccezione dell’intercetto. Nel primo caso, Burrow tenta di far passare il pallone tra due difensori dei Chiefs, rischiando l’intercetto. Pre-snap, Bolton finta il blitz per poi scalare in coverage una volta partita l’azione: probabilmente, Burrow aveva già pianificato il passaggio non tenendo conto di quello che sarebbe successo post snap. Successivamente, l’ex LSU tenta la big play per Higgins, marcato alla grande da Sneed – usando la linea di fondo come fosse ulteriore difensore – e, triplicato (possiamo dirlo, a questo punto) anche da Sorensen, la safety: servire Sample, che aveva corso una out e aveva spazio per ricevere sull’esterno, sarebbe stata la cosa giusta. 

Per la terza volta in questa post-season, però, è stata la difesa a dare il contributo fondamentale alla vittoria: il modo in cui il reparto di Lou Anarumo è riuscito a ribaltare l’inerzia della gara nel secondo tempo è ammirevole, pur se con qualche défaillance. 

Trey Hendrickson si è dimostrato ancora una volta una delle migliori firme della scorsa free agency, finendo la gara con 2 sack e 5 pressioni, ma se la d-line è riuscita a mettere in difficoltà un mago dello scramble come Mahomes, gran parte del merito è della secondaria. 

Nelle fasi cruciali della gara, la difesa ha usato una marcatura individuale tramite i cornerback, più le due safety profonde per raddoppiare o aiutare (la cosiddetta bracket coverage) sui due giocatori più pericolosi dell’attacco avversario, ovvero Hill e Kelce. Inoltre, nel 35% dei passaggi tentati, Cincinnati ha fatto scalare in copertura addirittura 8 difensori, tattica che ha limitato al massimo Mahomes:

Andiamo dunque a vedere un paio di esempi relativi a quanto appena detto:

Guardate come le due safety dei Bengals convergano rispettivamente su Kelce e Hill, evitando che possano ricevere all’interno del campo. Una volta capito che non c’era modo di far arrivare la palla a nessuno dei compagni, a Mahomes non rimane che sfuggire dalla pressione e provare a guadagnare qualche yard con le proprie gambe.

Qui, invece, Anarumo fa scalare in coverage ben 8 giocatori, tra cui il middle linebacker Logan Wilson, che occupa la parte centrale alta del campo – come se lo schema fosse Tampa 2, per intenderci – mentre il suo posto nella zona hook, quella antistante alla linea di scrimmage, viene preso da un outside linebacker, ovvero Sam Hubbard. Sarà poi lui, ad un certo punto, a fiondarsi su Mahomes per il sack che costringerà KC al calcio da 3 punti. 

La difesa dei Cincinnati Bengals in questa stagione è stata decisamente una sorpresa nella sorpresa.

PROVA DI MATURITÁ

Per arrivare alla terra promessa, i Rams hanno dovuto affrontare l’ostacolo più duro di tutti. Non necessariamente la squadra più forte, ma sicuramente quella che li ha maggiormente messi in difficoltà nelle ultime stagioni; prima della vittoria di domenica, infatti, i Rams erano in striscia negativa aperta da 6 gare contro i rivali divisionali e la squadra di McVay non poteva scegliere occasione migliore per interromperla. 

La difesa è rimasta inoffensiva praticamente per tutta la gara, salvo poi farsi viva negli ultimi due drive, in cui la partita è stata vinta. L’attacco, invece, è rimasto più costante. La linea offensiva ha fatto un discreto lavoro, soprattutto visto l’avversario. Nonostante sia stato pressato nel 31% degli snap offensivi, Stafford ha avuto spesso e volentieri tempo per spingere il pallone a fondocampo. L’intercetto droppato da Jaquiski Tartt avrebbe cambiato l’inerzia, e verosimilmente anche il risultato della gara, costringendoci a fare delle domande sul braccio di Stafford, che nelle ultime settimane ha avuto più di un passaggio a vuoto. E invece siamo qui a raccontare come l’ex Lions abbia 8 passaggi su 15 oltre le 10 yard per 2 TD. I Rams sono stati bravi ad attaccare la difesa dei Niners usando concept offensivi in grado di mettere gli avversari nelle condizioni di dover fare delle scelte – spesso sbagliate – in tempi brevissimi.

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Cooper Kupp ha disputato un’altra partita eccezionale, mettendo assieme 11 ricezioni per 142 yard e 2 TD; OBJ non è stato da meno, con 9 ricezioni per 113 yard, approfittando dell’attenzione generata da Kupp sulla difesa dei Niners, come vediamo nei due esempi qui sotto:

San Francisco si dispone in cover 4, quindi con tutti i d-backs a zona. In questo caso, i cornerback sono tenuti a marcare la zona a ridosso della linea di fondo. Emmanuel Moseley, il CB sul lato di Beckham, però, viene trattenuto dalla traccia out di Kupp, probabilmente per eccesso di zelo, e rimane a metà tra lui e OBJ.

Stafford è bravo a pescare Beckham nel quarto di campo lungo la linea di fondo, proprio in un settore dove una delle due safety profonde (Ward) non sarebbe potuto mai arrivare in tempo – e infatti ci scappa anche la penalità per unnecessary roughness. 

Altra situazione analoga è questa. Niners a zona, sembrano essere due le safety a fondocampo, ma in realtà si tratta di cover 3 buzz, cioè con una safety che “vaga” per il campo alla ricerca di giocatori da raddoppiare (oppure può dare man forte in situazioni di corsa). In questo caso, la hook route di Kupp attira la suddetta safety verso di lui, scoprendo le spalle per la post di OBJ, che può ricevere per un altro ventello abbondante di yard. 

Nel caso non ve ne foste accorti in queste settimane, il problema del rendimento di Beckham ai Browns non era esattamente colpa dello stesso Beckham quanto del contesto: in primis, chi gli passava il pallone.

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