A Pittsburgh è tornato il rumore dell’acciaio. Non sono le industrie siderurgiche che hanno riaperto i battenti: bensì i Pittsburgh Steelers, dopo settimane altalenanti, hanno ritrovato la vittoria 27–20 sugli Indianapolis Colts, in una partita dove la difesa ha finalmente ricordato chi è. Sei turnover forzati, cinque sack, e un’aggressività disciplinata o quasi, che lascia ben sperare.
Non è stata una vittoria perfetta — l’attacco resta un cantiere aperto, capace di accendersi solo a sprazzi — ma è stata una vittoria “da Steelers”: fisica, dura, costruita sul carattere e sulla capacità di punire gli errori avversari. Per i Colts, invece, è stata la serata in cui il talento non è bastato. Troppi errori, troppa leggerezza nella gestione dello sferoide prolato. La squadra di Indianapolis ha mostrato qualità, ma anche fragilità: contro una difesa tornata opportunista e affamata, ogni distrazione è costata cara.
La partita
I Colts partono aggressivi e avviano un drive lungo da 79 yard che culmina con un touchdown da 1 yard su quarto down con Daniel Jones. Con questo, Indianapolis si porta 7–0. Pittsburgh risponde con difficoltà: l’attacco non riesce a mettere insieme yard significative, subisce pressione e va al punt. In difesa, i Colts riescono a contenere abbastanza bene, specialmente bloccando la prima spinta di Warren e costringendo conversioni forzate. Nel corso del quarto, un punt dei Colts viene recuperato nella vicinanza della red zone avversaria, tuttavia gli Steelers non riescono a capitalizzare, sottolineando ancora una volta le lacune nelle conversioni in Red Zone. Nel secondo quarto Pittsburgh inizia a girare: l’attacco mette insieme un drive da 56 yard che si chiude con un touchdown di Jaylen Warren da 1 yard. Subito dopo, Payton Wilson intercetta un passaggio di Jones: gli Steelers sfruttano l’occasione: Aaron Rodgers lancia un TD da 12 yard a Pat Freiermuth. E verso la fine del tempo, Pittsburgh chiude ancora con un field goal dopo un drive di 75 yard (12 giochi) per portarsi avanti 17–7 all’intervallo. Male i Colts in questa fase: è la prima volta nel 2025 che non segnano nel secondo quarto e Pittsburgh limita le corse di Jonathan Taylor (solo 23 yard su 8 tentativi nella prima metà).
Il terzo quarto è il manifesto della serata di Pittsburgh. I Colts tentano di reagire con un paio di completamenti su Pittman e Pierce, ma è T.J. Watt a prendere il controllo della partita. In una manciata di minuti, costruisce una trifecta da manuale: sack, forced fumble, intercetto. E’ la sequenza che ribalta definitivamente l’inerzia e incendia lo stadio. Da lì nasce un nuovo drive chiuso con un’altra corsa vincente di Jaylen Warren, che firma il suo secondo touchdown di giornata (seguito dalla genialata di Danny Smith). Indianapolis risponde solo con un field goal di Badgley da 52 yard, troppo poco per riaprire la gara. La difesa degli Steelers è ormai in controllo, con pressione costante e coperture strette che limitano ogni tentativo di rimonta. All’inizio dell’ultimo quarto, i Colts provano ad avere una reazione immediata, ma Alex Highsmith esegue uno strip-sack su Jones, recuperato da Derrick Harmon, permettendo un nuovo possesso favorevole a Pittsburgh. Gli Steelers non segnano un touchdown, ma ne approfittano per un field goal da 46 yard con Boswell. I Colts non mollano: Daniel Jones trova Michael Pittman per un touchdown, ma su un drive successivo subiscono un fumble forzato che restituisce palla a Pittsburgh in posizione favorevole. Ma non è tutto: Jones viene intercettato da Joey Porter Jr. negli istanti decisivi, mettendo fine alle speranze di rimonta, un ultimo field goal da 53 yard (Badgley) accorcia ulteriormente le distanze, ma ormai il risultato è definito.
Cosa ha funzionato (e cosa no)
Steelers – cosa ha funzionato e cosa resta da migliorare.
La difesa è riuscita ad essere aggressiva e opportunista: sei turnover forzati, cinque sack e una presenza costante nel backfield,T.J. Watt e Highsmith hanno dominato fisicamente, mentre Payton Wilson ha confermato il suo istinto da playmaker ed in linea di massima si è vista un’ottima gestione dei momenti chiave: ogni errore dei Colts è stato punito.
L’offense, nonostante i segnali incoraggianti provenienti dalla giovane offensive line, Offense degli Steelers è lontana dall’essere una macchina da guerra ben oleata: due drive sprecati vicino alla goal line demarcano l’inefficienza in Red Zone del reparto,.
Colts – luci e ombre.
A tratti, l’attacco ha mostrato il suo potenziale. Daniel Jones ha trovato buone intese con Michael Pittman Jr. e Alec Pierce, che hanno tenuto viva l’offense anche nei momenti di caos. In difesa, Kenny Moore II e la secondaria hanno giocato bene, limitando l’attacco di Pittsburgh.. Sei turnover sono un macigno: tre intercetti, due fumble e un muff punt. La linea offensiva è crollata sotto la pressione esercitata dagli Steelers, costringendo Jones a forzare.
Il gioco di corsa con Jonathan Taylor non è mai decollato, e la difesa non ha saputo reagire nei momenti chiave. In sintesi, i Colts si sono battuti da soli: troppo talento sprecato, troppi errori per restare in piedi contro una difesa che non perdona.
Per Pittsburgh, questa è una vittoria che può cambiare la stagione. La difesa è tornata dominante e opportunista, capace di decidere le partite da sola. Se l’attacco riuscirà a trovare più costanza, gli Steelers potranno inserirsi con forza nella corsa playoff e dire la loro.
Per Indianapolis, invece, è una sconfitta che pesa: non tanto per il punteggio, quanto per il modo in cui è arrivata. Sei turnover e una linea offensiva travolta non sono dettagli. Le prossime settimane diranno se i Colts sapranno trasformare questa caduta in lezione o se il vento della AFC inizierà a soffiare altrove.




