Il batsegnale si è definitivamente spento sopra i cieli della capitale del rock. Batman non salverà più con le sue corse Cleveland e il suo alter ego, Nick Chubb é già atterrato con il suo batwing in quel di Houston, dove una nuova avventura sportiva lo sta attendendo, con la speranza più viva che gli infortuni lo lascino in pace in questo suo finale di carriera.
Ebbene sì, di finale dobbiamo parlare con Chubb, fenomenale runningback da Georgia, luoghi dove un’intera città prende il nome dalla sua famiglia, Chubbland e divide il tifo tra lui e il cugino Bradley.
Che non sia già terminato il capitolo sportivo di Nick, dopo il terrificante infortunio subito sul terreno pesante di Pittsburgh è dovuto solo alla forza mentale e fisica di questo silenzioso eroe del gridiron. Operato, subito in riabilitazione e dopo soli pochi mesi dentro in palestra a spaccare record su record sul sollevamento pesi.
Mente sana e corpo d’acciaio, segnato dalle cicatrici, tutte guadagnate per Cleveland, la città che lo scelse senza dubbi o remore nonostante lo stesso infortunio gli fosse già capitato al college. Piede che affonda nell’erba e gamba che compie un movimento così innaturale che fa male a chiunque rivedere quei frame.
Gli Dei del football amano le coincidenze con date e numeri ed infatti il destino dei running back a Cleveland non viene meno. Siamo nel 2018 e il Draft si svolge guarda caso in Texas, ad Arlington, home dei Dallas Cowboys. É l’anno di Lamar e Josh per schiarirsi la memoria, di Vea, Alexander e James, un draft storico con giocatori iconici quasi ad ogni pick. I Browns come spesso succede hanno la prima scelta oltre alla quarta assoluta. Dopo Baker Mayfield, Cleveland seleziona Denzel Ward e subito dopo “no fly zone Ward” ecco in turno Bradley Chubb, scelto quinto assoluto dai Denver Broncos.
Al secondo round più precisamente alla pick 35 arriva la chiamata della vita. I Cleveland Browns vogliono Nick Chubb. Lo prendono e dopo poche week sarà già RB1 perché il ragazzo ha stoffa e la linea dei Browns è ben messa a supporto. Saranno 996 le yard corse in sole 9 gare da starter, 8 i touchdown e ben 47 i primi down chiusi. Quest’anno che di fatto chiude la leggenda del Tank di Nolan della saga del cavaliere oscuro, in quel di Cleveland, il futuro rimpiazzo di Chubb verrà selezionato di nuovo al secondo giro, alla 36 però.
Nei sette anni sulle sponde del gelido lago Eire, Nick correrà per 6843 yards (7885 le yard da scrimmage), 51 saranno i touchdown, tra cui le corse coast to coast contro Atlanta e Baltimore.
Spesso Nick giocherà senza guanti per avere meglio il contatto col pallone, cosa che fa impazzire gli amanti vintage di questo sport, spesso Nick verrà criticato perché troppo silenzioso nei media; infatti, Nick per anni non avrà profili social. A cosa servono i social e postare foto quando compi degli “stiff arm” in corsa che atterrano l’avversario e rimarranno per sempre incisi nelle pagine di storia del football?
Nick Chubb verrà soprannominato “Batman” per via del suo ritorno dal primo grave infortunio al ginocchio in NFL, tracciando parallelismi con la resilienza di Batman e il ritorno dalle avversità in “The Dark Knight Rises”. Lo stesso Chubb dichiarerà di aver usato il film come motivazione durante il suo complicato recupero. Ora Andrew Berry travestito da commissario Gordon ha abbassato per l’ultima volta la leva d’accensione del batsegnale, facendo volare Nick in Texas, a poca distanza da dove tutto iniziò 7 anni fa.
Il suo addio ha fatto scendere qualche lacrima sul viso segnato dei tifosi Browns, gente temprata dal gelo invernale e dalle mille delusioni della propria franchigia. Il suo addio è passato quasi inosservati ai più, mentre in molti in Ohio avrebbero volentieri posticipato di ancora un anno il doloroso addio.
Fatto sta che la vita del running back al giorno d’oggi si è fatta più dura, la vivi anno dopo anno con sempre meno certezze, ti chiedono di avere buone mani, di studiare schemi da wide receiver e di continuare senza esitazioni o infortuni a buttarti in mezzo ai giganti, a prendere botte e primi down vitali. Fatto sta che uno come Nick Chubb ancora una stagione, quella dell’addio giocato e non guardato dalla sideline, se lo sarebbe meritato, uscendo di scena tra gli applausi della sua Cleveland. Forse siamo troppo romantici, forse non comprendiamo ancora bene che è il Dio dollaro a scrivere il futuro di tanti giocatori, ma in cuor nostro sono sicuro che tutti gli amanti del football americano, tifosi dei Texans, dei Browns oppure no, vogliano augurare a Batman di correre ancora da una endzone all’altra, regalando emozioni agli amanti di questo stile di vita chiamato football americano.
Adesso Cleveland è un po’ più sola, nessuno bada più a lei di notte e la ricerca di un nuovo eroe da lanciare in mezzo alle trincee è appena inziata.
Grazie Nick… Grazie Batman