È il quarto quarto di un pomeriggio domenicale, la vostra squadra è sotto di due punti e il quarterback che avete urlato di non scegliere al Draft ha appena lanciato un intercetto che chiude la partita. Alzate le mani e pensate che sareste meglio voi che quel giocatore.
È il lamento del tifoso del football moderno. E anche se la maggior parte delle volte si tratta di pura e semplice frustrazione, c’è un fondo di verità in questo desiderio. Il lavoro di General Manager nella NFL è una delle posizioni più esaminate, difficili e assolutamente affascinanti di tutto lo sport.
Volete sapere come si costruisce una squadra sempre vincente nel football moderno? Questo è il nuovo manuale per un General Manager di successo.
Il salary cap come arma
Il principio finanziario più importante per un General Manager moderno: un dollaro oggi vale più di un dollaro domani. Il tetto salariale della NFL è aumentato di quasi il 10% all’anno. Dovete approfittare di questa realtà.

Come si può vedere, se non ci sarà una catastrofe globale, il tetto salirà ancora.
Ci stiamo anche avvicinando a un potenziale opt-out degli accordi televisivi della NFL nel 2029 – e con il Commissioner Roger Goodell che ha ammesso che sono maturi per essere rinegoziati – qualsiasi nuovo contratto massiccio con i media potrebbe aumentare significativamente le entrate della lega, il che a sua volta significa che il tetto salariale potrebbe aumentare creando una nuova possibilità di spesa per i GM più lungimiranti.
L’obiettivo è mettere in campo il miglior roster possibile in base ai vincoli di spesa. Una convinzione spesso ripetuta dai tifosi e dai dirigenti è che non si debba impegnare denaro nel futuro a meno che non si sia una contendente. Si tratta di una falsa credenza.
Non si diventa magicamente una contender risparmiando sul salary cap; spingere i soldi in avanti (AKA creare void year contrattuali) è spesso l’unico modo per aggiungere talenti ora – e aggiungere talenti ora è il modo in cui si diventa una contender. Rimandare il cap hit agli anni futuri è fattibile perché si avrà più spazio per assorbirlo – e le squadre lo stanno già facendo!

L’uso aggressivo di contratti con anni nulli (void year) e bonus per distribuire il peso sul salary cap del contratto di un giocatore su più stagioni dovrebbe essere la norma, consentendo di inserire più giocatori validi nella propria squadra. Il “denaro morto” (AKA dead money) che ne deriva è semplicemente un sottoprodotto; è il costo calcolato degli affari, il prezzo da pagare per massimizzare la rosa attuale. Ogni tanto si dovrà fare un passo indietro, lasciando andare alcuni veterani e scegliendo i loro sostituti prima che se ne abbia bisogno.
Rinnovate le vostre stelle subito!
Questo è un pilastro non negoziabile della costruzione di una squadra moderna. Il mercato dei franchise player non fa che salire. Aspettare di estendere il QB, il tackle sinistro o il pass rusher è un peccato capitale. Se avete un giocatore di 25 anni che si avvia verso il terzo o quarto anno e credete in lui, firmatelo subito. Pagherete un prezzo che sembrerà un affare assoluto tra due anni, quando il tetto salariale si gonfierà e il prossimo giocatore nella sua posizione resetterà il mercato.
Ogni giorno di attesa, il prezzo aumenta. Pagate prima di doverlo fare, non quando dovrete farlo.
Assumete architetti, non imitatori
Una delle parti più critiche del lavoro. Non dovete assolutamente assumere coordinatori che si limitano a gestire un sistema preso in prestito. È necessario assumere architetti del sistema. Pensate a Ben Johnson ai Detroit Lions, non sta eseguendo “una versione” dell’attacco di qualcun altro, è il suo attacco. Certo, ha influenze e prende in prestito progetti che gli piacciono (come è giusto che sia), ma è l’ideatore del suo attacco, lo sa adattare e lo innova.
Lo stesso vale per una mente difensiva come Vic Fangio (defensive coordinator degli Eagles), il cui uso della rotazione della secondaria dopo lo snap, alterando la copertura prima dello snap vista dal quarterback avversario, è stato copiato – ma raramente perfezionato – in tutta la NFL.
Il contrasto è con gli imitatori come Matt Canada che a Pittsburgh ha gestito un attacco stantio e prevedibile che sembrava una brutta copia di McVay-Shanahan. Quando si assume un architetto, si ottiene il progetto. Quando si assume un imitatore, si ottiene un tizio che sa solo dove devono posizionarsi i mobili.
Costruire attraverso il Draft
Non si tratta di azzeccare ogni scelta, ma di evitare le mine. La linea di demarcazione tra un successo duraturo e una vera e propria ricostruzione è spesso tracciata dalla presenza di giocatori stabili e funzionali con contratti da rookie. Se dovessi creare un assioma per il Draft NFL, sarebbe “scegli i migliori atleti che possano vincere il duello contro i propri avversari”. Tra gli esempi si possono citare i WR che creano costantemente separazione o i DB che marcano bene e chiudono l’azione, senza limitarsi a fare giocate su lanci sbagliati o in ritardo.
A prima vista dire “scegli i migliori atleti che possano vincere il duello contro i propri avversari” suona banale: è ovvio che volete giocatori atletici e performanti provenienti da buoni programmi. Ma il valore sta in ciò che questa regola filtra, non solo in ciò che seleziona. Costringe a ignorare le statistiche gonfiate della concorrenza di basso livello, dove la vittoria è spesso il prodotto del caos, dei mismatch o dello schema. Vi protegge dal puntare su caratteristiche che non si manifestano molto nella NFL moderna. Dà la priorità ai giocatori che sono cresciuti in un ambiente che assomiglia di più alla NFL. Sono necessarie meno analisi per valutare se il giocatore è in grado di gestire i dettagli del playbook, l’elevata velocità di gioco e la pressione.
Il draft richiede una dose di umiltà. Si deve riconoscere che il cosiddetto consensus big board – una classifica collettiva di centinaia di scout e valutatori – spesso è meglio della draft board della maggior parte delle singole squadre NFL.
Questo non significa che non si possa avere un proprio gusto o fidarsi dei propri scout, ma se un giocatore viene classificato al 15° posto e il consenso lo colloca al 95°, è meglio che abbia una ragione schiacciante e inattaccabile per essere un’anomalia del genere. Il più delle volte, l’arroganza nella draft room porta a enormi fallimenti. Usare il consensus big board come strumento per mettere in discussione le ipotesi per evitare di commettere un errore catastrofico.
L’arte di correggere la rotta
L’orgoglio è nemico di un grande General Manager. La chiave del successo non è non commettere mai errori, ma non peggiorarli. Se un giocatore non rende quanto previsto, bisogna tagliare la corda. Lo stesso si può dire dello staff tecnico. Prendiamo ad esempio i Pittsburgh Steelers: la loro incredibile stabilità sotto la guida di Mike Tomlin è encomiabile, ma questa lealtà ha probabilmente permesso che le cose diventassero stantie e li ha portati a essere una perenne uscita nel turno di wild card.
Per quanto riguarda i giocatori, aggrapparsi a un evidente fallimento o a un veterano in declino sperando in un’inversione di tendenza è un ottimo modo per indebolire il roster. Non si deve cadere vittima della fallacia dei costi irrecuperabili. Quel posto a roster e quelle ripetizioni in allenamento potrebbero andare a qualcuno che può davvero aiutarvi a vincere.
Migliorare il roster con i giocatori sottovalutati o mal utilizzati dagli altri team
Le vittorie possono essere costruite sfruttando le inefficienze del mercato. Il vostro compito è quello di trovare valore dove gli altri non lo trovano, ciò significa perseguire in modo aggressivo giocatori di talento che altrove non erano adatti. Guardate le carriere di Geno Smith e Sam Darnold, quarterback dati per morti che hanno trovato nuova vita in sistemi migliori. Si pensi a running back come Saquon Barkley o Raheem Mostert, che sono esplosi una volta inseriti in schemi offensivi che si adattavano perfettamente alle loro abilità. Il vostro reparto di scouting dovrebbe essere ossessionato dall’identificazione di queste risorse sottovalutate.
Un esempio attuale è Josh Downs, che è un ricevitore con capacità di separazione naturale e fluidità di cambio di direzione, ma i Colts spesso lo intrappolano in tracce che minimizzano la sua capacità di stressare i difensori verticalmente utilizzandolo più come gadget player invece che per le sue caratteristiche.
Questa strategia non solo ti aiuta ad acquisire buoni giocatori, ma anche potenzialmente ad un buon prezzo.
Evitare le mele marce
Questa è semplice. Non lasciare mai che una mela marcia avveleni il pozzo. Il talento è irrilevante se il giocatore è un ostacolo per la cultura della quadra. Si deve costruire uno spogliatoio di giocatori che amano sinceramente il football, brave persone che si impegnano ossessivamente per vincere.
Nel momento in cui si sceglie il carattere al posto del talento, si imbocca la strada della sconfitta. Guardate il declino delle squadre che si sono dedicate alle dive e dopo guardate il successo duraturo dei Kansas City Chiefs, dei Philadelphia Eagles o dei New England Patriots del passato, spietati nell’evitare giocatori che non erano pienamente coinvolti. La cultura di una squadra è forte solo quanto la peggiore personalità che siete disposti a tollerare.
Trovare i vantaggi nascosti
Il gioco è in continua evoluzione. Nel momento in cui pensate di averlo capito, siete obsoleti. Un grande General Manager è sempre alla ricerca della nuova frontiera. Dovreste essere voi a finanziare la ricerca e sviluppo sull’uso della realtà virtuale per dare al vostro quarterback migliaia di ripetizioni mentali in più senza fare uno snap reale. Dovreste investire nella scienza dello sport per capire quali guanti aiutano di più i ricevitori e quali tacchetti sottraggono una frazione di secondo alle 40 yard di un giocatore. La vostra struttura dovrebbe essere un laboratorio di alimentazione, preparazione atletica e protocolli di recupero all’avanguardia. Siate l’organizzazione che scopre il prossimo vantaggio competitivo prima che diventi di massa.
La visione è tutto e deve essere condivisa
Ogni singola strategia sopra elencata è inutile senza una visione unitaria, deve promuovere un approccio collaborativo a tutto e a tutti. Il draft non è solo esclusivo degli scout, ma è una conversazione tra scout, coach e front office. La pianificazione delle partite non è solo per gli allenatori, ma è supportata dal reparto analitico, che fornisce agli allenatori dati situazionali e fruibili, non solo numeri grezzi, ma intuizioni come “su un terzo e 5-7, questo QB passa al suo ricevitore in slot l’80% delle volte”.
Dai contratti allo scouting, fino al giorno della partita, tutti devono andare nella stessa direzione. Avere una visione chiara e articolata di come sarà la vostra squadra in tre anni, avere una tabella di marcia per arrivarci e avere il coraggio di impegnarsi nelle azioni necessarie lungo il percorso. Questo è il compito principale di un General Manager.
Cosa significa tutto questo?
È finita l’era dell’“uomo di campo”, che si basa sull’istinto e su adagi polverosi. Il General Manager moderno è un gestore di portafoglio, uno scopritore di talenti, un responsabile di ricerca e sviluppo e un architetto della cultura del team, tutto in uno.
Le strategie qui descritte sono principi interconnessi all’interno di una filosofia unificata, ogni scelta, dall’allocazione del capitale all’allineamento dei coach, deve rafforzare una visione coerente e a lungo termine. Il successo non consiste nell’evitare gli errori, ma di avere la volontà di adattarsi, la lungimiranza di anticipare il futuro e la disciplina di costruire un sistema che si autoalimenti.
Il gioco si evolve più velocemente che mai. La strategia è proprio quella descritta, l’unica domanda è se si avrà la convinzione di seguirla.
Originale: Reddit – Traduzione e adattamento di Giovanni Ganci e Giorgio Prunotto.