Uno sguardo al 2024: Tennessee Titans

La prima stagione dei Tennessee Titans con coach Brian Callahan alla guida si è conclusa con sole tre vittorie, una delle stagioni peggiori della storia della franchigia con tante, troppe, prestazioni imbarazzanti. La squadra ha mostrato carenza di qualità e carattere e sono tante le ombre sul nuovo progetto con il GM Ran Charton e parte dello staff, in particolare lo special team coordinator Anderson, già allontanati quali principali responsabili del disastro.

COME DOVEVA ANDARE…

Sicuramente nessun tifoso realista si aspettava il Super Bowl o i playoff ma, quantomeno, uno spettacolo decoroso in una stagione che avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso una ripartenza. La stagione avrebbe dovuto dare risposte sul nuovo coaching staff ed il nuovo sistema di gioco offensivo più orientato al passing game che nelle intenzioni di Callahan avrebbe dovuto rendere l’attacco meno prevedibile. Inoltre ci aspettava di poter valutare pienamente le ultime due draft class dei Titans e, soprattutto, i punti cardine delle scelte di Carthon ovvero Skoronski, Levis, Latham e Sweat. La prima stagione di una ricostruzione il cui target doveva essere un record da 8/9 vittorie e, quantomeno, in lotta per il settimo seed per più di metà stagione.

… E COME È ANDATA

Un disastro totale in cui si è salvato solo il reparto difensivo ed il nuovo DC Dennard Wilson che ha organizzato un reparto tra i migliori per almeno metà stagione, fino a quando troppo infortuni ne hanno limitato il valore. Le sole tre vittorie ottenute dai Titans sono lo specchio di una squadra in totale confusione in cui il coaching staff non ha saputo valorizzare gli elementi positivi insistendo eccessivamente su scelte evidentemente sbagliate, in particolare quella del QB Will Levis. La deriva presa ha gettato nel panico l’intero roster e l’esodo di top player come Hopkins e Jones ha reso la situazione ingestibile l’ambiente. Paradossalmente del nuovo sistema offensivo abbiamo visto solo ed esclusivamente un eccellente running game con Pollard e, a tratti Spears.

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COSA HA FUNZIONATO…

Come anticipato per gran parte della stagione la difesa dei Titans ha tenuto a galla la squadra risultando tra le migliori della Lega. Il DC Wilson è riuscito a rivitalizzare giocatori che sembravano persi come Hooker, Diggs, Murray e Key e lanciare giovani di belle speranze come i rookie Sweat e Brownlee, grande sorpresa della stagione. Purtroppo l’eccessivo tempo di permanenza in campo ha logorato il reparto e gli infortuni a giocatori importanti come Snead, Awuzie e Diggs hanno ridotto l’efficacia del reparto nella seconda parte della stagione. Le rotazioni corte hanno costretto Wilson a tenere in campo Simmons, Murray e Hooker nonostante piccoli infortuni non smaltiti e l’inspiegabile cessione di Jones ha gettato la squadra nel buio profondo.

Nonostante l’addio di Derrick Henry ha funzionato il running game con un eccellente Tony Pollard (1079 yard) e Tyjae Spears, alle prese con un infortunio ad inizio stagione ma in grande crescita nella parte finale. Il duo di RB è un eccellente punto di partenza del futuro da aggiungere ad un reparto WR che per lo più ha deluso, ma ha trovato in Westbrook-Ikhine (9 TD) e, parzialmente, in Ridley (1017 yards e 4 TD) due ottimi protagonisti.

Infine, la conferma di uno strepitoso Nick Folk (21/22 con 6/6 da oltre le 50 yards) ed il rientro di Stonehouse hanno dato luce ad un reparto special team per il resto quasi disastroso.

… E COSA NON HA FUNZIONATO

Partiamo proprio dal disastro degli special team. Se Folk, Stonehouse e Cox si sono confermati grandi interpreti nei rispettivi ruoli, il resto è stato imbarazzante. Inconsistenti nei blocchi, la squadra ha concesso troppo terreno agli avversari sui ritorni compromettendo partite come quelle contro i Lions ed i Vikings. Troppa confusione anche nella gestione dei returner ma la stagione è stata utile per capire che Oliver sui kick-off e Spears e Jackson sui punt sono degli ottimi elementi da cui ripartire. Anderson ha pagato la deludente stagione con il licenziamento e l’arrivo di un coach esperto come John Fassel dovrebbe portare miglioramenti.

Il vero disastro, però, è stato Will Levis. Errori da dilettante, incapace di mostrare miglioramenti e senza pocket presence, il QB dei Titans ha chiuso la stagione con 22 turnovers, di cui 12 intercetti e 10 fumbles, miglior giocatore in campo per gli avversari nella quasi totalità delle partite. L’avvicendamento con Rudolph è stato tardivo e, comunque, non ha portato i risultati sperati, nonostante un gioco più fluido ed efficace.

Negativa la stagione dei WR, con esclusione dei citati Westbrook e Ridley, e l’addio di Hopkins a metà stagione è stato il chiaro segnale di resa. Ancor peggio il reparto TE, con Okonkwo unico giocatore in grado di far vedere qualcosa di positivo con costanza ma inconsistente anche lui sui blocchi.

Infine l’OL. L’arrivo di due coach importanti come Bill Callahan (padre del HC Brian) e Fuchs lasciava sperare in un netto miglioramento, invece siamo ancora una volta a parlare di un quasi fallimento. Latham ha vissuto una buona stagione da rookie ma ha avuto almeno 3/4 partite di grande difficoltà, Skoronski ha iniziato male ma è migliorato progressivamente nel corso della stagione mentre Cushenberry ha fatto un eccellente lavoro fino all’infortunio che lo ha tolto dai giochi. Se il lato sinistro ha fatto vedere delle buone cose in prospettiva, il lato destro è stato un disastro. Radunz aveva iniziato bene la stagione ma è crollato dopo l’infortunio di Cushenberry, complice l’assoluta inconsistenza dei RT che si sono avvicendati durante la stagione. Petit-Frere, Duncan, Ojukwu, Watson e Price sono stati un autentico disastro, una frontiera indifesa. Una cosa va detta, però, il reparto ha mostrato notevoli miglioramenti con Rudolph in campo al posto di Levis, sintomo che l’incapacità dell’ex Kentucky di restare nella tasca e la sua lentezza nel rilasciare la palla sono stati un handicap eccessivo da gestire.

E ADESSO?

L’arrivo di un GM come Borgonzi dal pianeta Chiefs, una prima pick da usare con oculatezza e un buon cap space da gestire lasciano ben sperare per il futuro ma c’è un grosso problema. Infatti, se la difesa con gli addii di Harold Landry e Murray, gli arrivi di Woods e Burton e la conferma di Sebastian Joseph Day ha bisogno di 2/3 rinforzi (LB e EDGE sicuri) e l’attacco dei Titans, dopo gli arrivi di Moore e Zeilter in OL, può essere rinforzato (WR e TE) piuttosto agevolmente con il Draft, a tenere con il fiato sospeso è la questione QB, la lacuna più importante. I prospetti del Draft non convincono e in una free agency senza nomi esaltanti si è preferito non sprecare risorse con il rischio di strapagare giocatori mediocri e non futuribili.

La pick 1 dovrebbe comunque portare alla scelta di un QB con Ward e Sanders probabili protagonisti della contesa ma, considerati i dubbi su entrambi i giocatori, sarebbe preferibile investire su talenti generazionali come Carter e Hunter, magari spendendo per il QB la meno dispendiosa pick del secondo round prendendo Dart o Ewers oppure continuare ancora con Levis per un’altra stagione di transizione e puntare alla scelta del QB nel 2026 quando ci aspetta una Draft Class dei QB sicuramente migliore.

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In sintesi il 2025 con ogni probabilità sarà un’altra stagione difficile e con poche aspettative in cui però sarà fondamentale mettere le fondamenta per il futuro della franchigia, un futuro che avrà una nuova casa da onorare.

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