Wild Card 2024: Difesa dominante (Philadelphia Eagles vs Green Bay Packers 22-10)

I Philadelphia Eagles inaugurano la post season sconfiggendo per 22 a 10 i Green Bay Packers e guadagnandosi l’accesso al Divisional Round della NFC. I record delle due compagini sommano 25 vittorie complessive in regular season, a conti fatti nessun altro accoppiamento vantava le stesse referenze in questo turno di Wild Card, una partita sulla carta dall’esito tutt’altro che scontato, sebbene il pronostico della vigilia vedesse gli Eagles leggermente favoriti.

Eagles e Packers si erano già affrontate in week uno della stagione regolare, era inizio settembre e la cornice era quella a tinte carioca di San Paolo del Brasile, insomma… un’era footballistica fa. Anche in quell’occasione avevano prevalso gli Eagles per 34 a 29 in una partita caratterizzata da giochi esplosivi, corse, intercetti e svarioni difensivi. Due squadre che ancora dovevano definire il loro stile di gioco, l’unica indicazione che si poteva trarre era relativa alla fisicità con cui si erano affrontate, citofonare Jordan Love per coloro di memoria corta, fisicità che abbiamo ritrovato anche Domenica sera, per il resto tranne l’esito, lo sviluppo è stato assai diverso.

La partita

Nemmeno il tempo di rindossare il cappello dopo l’inno nazionale che il match parte col botto, Oren Burks, fino ad oggi special teamer Eagles, piomba come un treno sul ritornatore dei Packers, fumble ricoperto da Philly e possesso invertito. Palla a Jalen Hurts che, protetto da una tasca impenetrabile, zampetta per più di sei secondi fino a quando Jahan Dotson si fa trovare aperto nel cuore dell’endzone di Green Bay, è passato un minuto e quaranta secondi, gli Eagles sono sopra di 7 punti, tutto sembra propendere per un’agile vittoria. Nel corso del primo e del secondo quarto la difesa di Fangio domina letteralmente l’offense di Green Bay, due intercetti ad opera di Slay e Baun ed il sack di un Nolan Smith, in enorme crescita sulla pass rush, ripongono il pallone ripetutamente nelle mani di Hurts, il quale però non riesce a capitalizzare nessuna opportunità, così che il primo tempo si chiude sul 10-0, grazie ad un field goal di Elliott.

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Cambia poco nella ripresa, Green Bay perde a ripetizione pezzi fondamentali tra i suoi skill player, prima Romeo Doubs e poi il velocissimo Jayden Reed sono costretti ad abbandonare il match per infortunio, così che gli unici terminali offensivi per Love diventano Wicks ed il TE Tucker Kraft. Proprio Wicks riesce a mettere a terra un lancio da 40 yard beneficiando di un mismatch contro Reed Blankenship, che non fa della pass protection il pezzo pregiato del suo repertorio. Grazie a questa giocata, dopo 45 minuti dallo sfortunato kickoff return, il Kicker Brandon McManus riesce a sporcare il foglio: 10-3. Jalen Hurts risponde con una bella conduzione, ancora non fluida ma efficace, che culmina con un passaggio su una traccia esterna di Goedert il quale, dopo aver rotto il primo placcaggio, inizia ad arare il campo tenendo a distanza il malcapitato cornerback a colpi di stiff arm: 16-3 Philadelphia perché Elliott decide di ricordarsi che nulla si può dar per scontato, tranne la morte e le tasse. Sembrerebbe chiusa, ma Jacobs, il migliore nell’attacco dei Packers, si rende protagonista di una prepotente corsa centrale che viene arginata a pochi centimetri dall’endzone dei padroni di casa, centimetri che verranno subito dopo coperti e la partita che torna ad una segnatura di distanza con tutto l’ultimo quarto da giocare.

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In quest’ultimo quarto la difesa Eagles continua a dominare l’avversario, mai pericoloso, Hurts dall’altro lato non incanta ma due field goal di Elliot portano Philadelphia sul 22-10. Il rookie da Toledo Quinyon Mitchell intercetta la bomba della disperazione di Love e fissa il punteggio.

Analisi

Fin da inizio stagione sono stato un estimatore dei Packers di Coach Matt LaFleur, ma il calo osservato nelle ultime settimane è culminato domenica sera con, forse, la loro peggior prestazione. Tante attenuanti a partire dagli infortuni e tanti meriti da attribuire alla difesa che li ha fronteggiati. Love impreciso fin dai primi lanci, aveva chiuso la sua prima esperienza ai playoff lo scorso anno con uno scellerato lancio su tripla copertura contro i 49ers, costato intercetto ed eliminazione ed anche in questo turno ha peccato spesso nelle scelte e nell’esecuzione, 20 su 33 per 212 yards, nessun TD e ben 3 intercetti per lui: troppi.

Per quanto riguarda gli Eagles, dopo l’iniziale 7-0 ed il palese strapotere della difesa di Fangio il mio io tifoso pensava di passare una serata rilassante, ma qualcosa in attacco non ha funzionato e la sensazione che le ripetute occasioni sprecate presto o tardi avrebbero presentato il conto si è fatta strada nella mia mente, facendomi passare quattro quarti sulle spine, è la vita del tifoso, del resto. Alla fine è andata bene, vittoria e passaggio al divisional, ma non sempre 22 punti potranno bastare ai ragazzi di Sirianni, a meno che non valga il vecchio adagio per cui “gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono i campionati”.

La difesa messa in piedi da Fangio è obiettivamente devastante, ma ora dovrà fare i conti con l’assenza del LB Nacobi Dean, rottura del tendine rotuleo per lui. L’attacco a tratti è stato molto brutto, Hurts chiude con 13 su 21 per 131 yards e 2 TD, ma se andiamo a “vivisezionare” i suddetti TD ci rendiamo conto che sono rispettivamente frutto di una tasca che ha lasciato 7 secondi al QB per prendere un caffè e centrare Dotson e di una beast-run letteralmente inventata da Goedert dopo un innocuo check down su una traccia out, eventi non facilmente ripetibili. AJ Brown chiude con una ricezione per 10 yard e con il meme del secolo che lo ritrae a leggere un libro in sideline. Il fenomenale WR spiegherà successivamente che partite del genere per lui sono più uno sforzo mentale che fisico, dato lo scarso coinvolgimento mi vien da aggiungere, così la lettura lo aiuta a rimanere focalizzato.

Per provare a trovare una spiegazione alla macchinosità dell’attacco, è onesto sottolineare che tra la concussion di Hurts ed il turnover di Week 18 erano più di tre settimane che la offense titolare non giocava insieme al completo, gli automatismi necessitano di essere ritrovati, ma è anche vero che sia Hurts che il play calling di Kellen Moore devono fare uno step-up se l’ambizione è quella di arrivare in fondo.

A cura di Riccardo Spada, Fly Eagles Fly Italia

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