NCAA Playoff Preview – Semifinali

Siamo arrivati alla fase finale dei playoff nel college football NCAA: sono ormai quattro le squadre rimaste ancora in vita e che si giocheranno l’accesso alla finale nazionale. Vediamo nel dettaglio le partite.

ORANGE BOWL

Match: #6 Penn State vs #7 Notre Dame
Luogo: Hard Rock Stadium, Miami, Florida
Data e ora: Venerdì 10 Gennaio, ore 1.30

Penn State è sicuramente la squadra che ha tratto più beneficio dal tabellone iniziale, la cui composizione ha permesso loro di accedere alla final 4 affrontando “solo” SMU e Boise State. Ciò che avranno di fronte i ragazzi di James Franklin sarà completamente diverso: Notre Dame è una squadra vera, atleticamente capace di vedersela contro i migliori e allenata con cervello (basti vedere come Marcus Freeman è riuscito ad incartare un altro furbone come Kirby Smart). Sarà molto interessante, e probabilmente una chiave della partita, vedere come la difesa di Al Golden, rinato a South Bend nel ruolo di defensive coordinator, deciderà di marcare Tyler Warren ovvero il reale go-to-guy dell’attacco di PSU. Warren rappresenta un rebus per moltissime difese (troppo grosso per le safety, troppo atletico per i linebacker) ma gli Irish sono forse una delle squadre meglio attrezzate per poter limitare i danni: il back-7 di ND vola come proiettili e hanno nella capacità di ammassare tackle un vero punto di forza.

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In attacco potrebbero essere decisive le gambe di Riley Leonard, giocatore veramente interessante quando può partire palla in mano, che nel frattempo è anche migliorato molto come passatore e sulla presenza nella tasca; davanti a lui arriverà più volte quello che forse, pound per pound, è il miglior giocatore in campo: Abdul Carter, fortissimo DE dei Nittany Lions. Meno mobile ma più talentuoso di Leonard, l’altro QB Drew Allar, sarà chiamato alla partita perfetta: mi aspetto che Golden gli tiri addosso la difesa con blitz continui, proprio per metterlo in difficoltà fuori dalla tasca. Servirà tutto l’aiuto del forte duo di RB Singleton-Allen per trovare vie di fuga nelle situazioni di alta pressione.

Quando si parla di Notre Dame non possiamo lasciare fuori gli special team che sono stati decisivi anche nella partita appena vinta contro Georgia: gli Irish sono i migliori della nazione nelle piccole, ma importanti, cose e sono giunti fino a qui anche grazie a questo tipo di approccio. Wild card della partita: Andy Kotelnicky, l’offensive coordinator di Penn State, probabilmente una delle menti più creative attive al momento a livello collegiale, è arrivato il momento di svuotare completamente il cilindro del mago, aspettatevi, quindi, giocate e formazioni “particolari”.

COTTON BOWL

Match: #8 Ohio State vs #5 Texas
Luogo: AT&T Stadium, Arlington, Texas
Data e ora: Sabato 11 Gennaio, ore 1.30

Ohio State non poteva scegliere momento migliore per dimostrare di essere la squadra che tutti pensavano fosse da inizio stagione. I Buckeyes hanno cambiato completamente faccia da dopo la partita contro Michigan e quello che hanno fatto in campo è solamente il risultato di un cambio di mentalità importante e per niente scontato: Ohio State è stata per larga parte della stagione una squadra in confusione che non riusciva ad sfruttare l’immenso talento di un roster costruito (e pagato) per la vittoria del titolo nazionale. Il pericolo numero 1 è senza dubbio Jeremiah Smith, capace in pochissimo tempo di non far rimpiangere Marvin Harrison Jr, che è ormai la stella conclamata di un attacco che oltre a lui ha un parco ricevitori profondissimo (Egbuka e Tate su tutti) e un Will Howard in splendida forma. Jim Knowles è noto per mettere in campo difese molto efficaci ma con il talento dei ragazzi di Columbus ultimamente ha proprio esagerato: la linea è terrificante (in senso buono), Cody Simon è il LB atletico che OSU cercava da tempo e dietro, a pattugliare la sua zona del campo, c’è Cale Downs: una delle migliori safety degli ultimi anni.

Davanti si troveranno Texas, una squadra che molto spesso si perde dentro se stessa ed è capace di rischiare anche quando non ci sarebbe affatto bisogno. Proprio come è successo contro Arizona State: partita fisicamente e mentalmente in controllo, i Longhorns mancano più volte il colpo del KO e permettono agli avversari di rientrare, fino a renderla imprevedibile, nella gara. Sicuramente questo è un lusso che la squadra di Sarkisian non potrà permettersi venerdì notte. Non abbiamo visto un Ewers realmente in palla quest’anno e, anche se ancora capace di grandi giocate, è evidente di come questo influisca, negativamente, sulla costanza del reparto. I Longhorns hanno due buonissime linee, in attacco e in difesa, e danno il meglio quando la pass/run ratio è prossima al 50% anche perché un running game effettivo leva tanto peso dalle spalle di Ewers rendendolo molto più efficace (i numeri di quest’ultimo sono impietosi quando gli viene chiesto di lanciare molte volte).

Vedremo Arch Manning? Probabile, Sarkisian lo ha utilizzato spesso in determinate situazioni di partita, non credo che, a meno di cataclismi, lo vedremo sostenere drive più lunghi: questa è ormai la squadra di Ewers, nel bene e nel male. L’obiettivo dei Longhorns è quello di costringere Ohio State a giocare la partita che non vogliono giocare (chiudere il traffico aereo, costringerli a sbattere con le corse: il gameplan di Michigan), se questo basterà per fermare la cavalcata della squadra più in forma e forte lo vedremo solo a fine partita.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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