Dopo la più lunga stagione di college football NCAA di sempre siamo arrivati al capitolo finale: Ohio State e Notre Dame si sfideranno per il titolo nazionale nella notte tra lunedì e martedì (ore 1.30) ad Atlanta. I Buckeyes non vincono il titolo dal 2014, nonostante plurime partecipazioni ai playoff. Bisogna tornare invece al 1988 per l’ultimo titolo di Notre Dame che non arriva alla finale dal 2013.
E’ veramente difficile provare a fare previsioni sul risultato di questa gara e onestamente non potevamo chiedere di meglio, ma se c’è una cosa da seguire con attenzione è il tipo di difesa che gli Irish impiegheranno per fermare l’attacco aereo di Ohio State, vera sorpresa di questi playoff. Il pericolo pubblico numero 1 resta indubbiamente Jeremiah Smith che, anche quando viene tenuto a bada dalla difesa avversaria (come in semifinale) riesce ad attirare così tanta attenzione da rendere la vita più facile agli altri, fortissimi pure loro, ricevitori dei Buckeyes. Uno degli uomini a cui probabilmente sarà affidato il compito di fermare Smith è Leonard Moore, ironicamente un altro freshman, reduce da una buonissima prima stagione che è proseguita con ottime prestazioni anche nei playoff (soprattutto contro Georgia). Oltre a Moore, Notre Dame vanta una secondaria di livello assoluto: i DB Irish sono primi per efficienza (quelli di Texas, una squadra che ha dato qualche problemino a Ohio State, secondi) e servirà tutta per arginare l’esplosività dell’attacco di Chip Kelly.
Cosa dovrà fare Notre Dame per vincere la partita? Sfruttare il cronometro, accorciare il campo e utilizzare le corse di Riley Leonard per allungare il più possibile i drive e tenere in panchina l’attacco di Ohio State. Non sarà facile con un Love, forte RB esploso questa stagione, acciaccato e una linea offensiva che dovrà fare a meno di alcuni uomini chiave e quindi, sorprendentemente, mi aspetto che gli irish sfruttino molto di più il suddetto Leonard e i passaggi veloci: fare uscire la palla in fretta è sicuramente un buon modo per non oberare una OL non al meglio. Contro Penn State in semifinale sono venuti un pò fuori i WR di Notre Dame come Jaden Greathouse che sembra essere diventato il go-to-guy di Leonard nelle situazioni di alta pressione, la sua posizione di slot receiver lo rende perfetto per il quick-game che potrebbe mettere in difficoltà la difesa di Jim Knowles. Esiste un piano gara per fermare i Buckeyes ed è quello che ha utilizzato Michigan, con successo, e in parte anche Texas: giocarsi la partita nel fango dove tutto il talento di OSU potrebbe contare un pò meno.
Cosa dovrà fare Ohio State per vincere la partita? Cominciare forte. La costante delle partite in cui la squadra di Ryan Day ha spazzato dal campo gli avversari (Tennessee, Oregon) è stata proprio una partenza fulminante. Chiudere la gara prima che l’avversario sulla carta inferiore possa cominciare a crederci. Will Howard è stato molto efficiente in questi playoff ma resta un QB che non ha la capacità di mettersi la squadra sulle spalle, andrà tenuto pulito il più possibile e bisognerà controllare bene la linea difensiva di Notre Dame per due motivi: sono “piccoli” ma giocano duro e la linea offensiva di Ohio State, anche se pare abbia trovato l’equilibrio sul finale di stagione, è stato il reparto più incostante per gran parte dell’anno. Nel caso in cui gli Irish riescano ad arginare Smith e gli altri ricevitori esterni sarà decisivo la parte intermedia del campo, per questo non mi sorprenderei se l’eroe della partita dovesse essere Emeka Egbuka, un giocatore abituato a banchettare in quelle zone.