Il riassunto dei quarti di finale dei College Football Playoff

A cavallo del passaggio all’anno nuovo si sono giocati i quarti di finale dei College Football Playoff nei tradizionali Bowl. La novità non è stata affatto dannosa per questi eventi storici, anzi, la posta in palio ne ha probabilmente aumentato ancora di più la caratura espandendo il numero di partite decisive giocate in questi mausolei dello sport.

Andiamo in ordine cronologico e cominciamo dal Fiesta Bowl che, nella notte di capodanno, ha visto affrontarsi Penn State e Boise State. Come da pronostico sono stati i Nittany Lions a uscire vincitori da questa sfida con il risultato confortevole di 31-14 riuscendo, soprattutto, ad arginare la furia di Ashton Jeanty e limitandolo a sole 104 yard per 30 portate (peggior risultato stagionale). PSU scappa subito all’inizio con due TD nel giro di pochi minuti, entrambi su passaggio di un buon Drew Allar. Il 14-0 non spaventa Boise State che, complice anche la volontà degli avversari di addormentare la partita, piano piano rosicchia il vantaggio e si riporta, più o meno all’inizio del secondo tempo, a 4 soli punti di distanza. Tocca allora a Penn State aumentare i giri alla partita e lo fa pescando il suo miglior giocatore, Tyler Warren, per il TD che rimpolpa il vantaggio dei Nittany Lions e chiude, di fatto, la partita. Impressionante la costanza con la quale PSU ha condotto il piano gara dominando le due linee sia in attacco (134 e 87 yard su corsa per Allen e Singleton) che in difesa non lasciando mai a Jeanty l’occasione per fare male.

Rispettato il pronostico, o meglio il risultato finale, anche nel Peach Bowl dove Texas ha avuto la meglio su Arizona State dopo una partita che ha cambiato faccia per più di una volta ed ha anche portato i favoriti sull’orlo del disastro. Partenza fortissima dei Longhorns che, grazie al punt riportato in endzone da parte del velocissimo Bolden e ad un secondo quarto passato controllando la partita, chiudono il primo tempo in vantaggio per 17-3. I Sun Devils sembrano al tappeto ma Texas, come spesso è accaduto durante la stagione regolare, non riesce a trovare il colpo del KO e comincia ad incartarsi da sola e sul 24-8 parte la rimonta di Arizona State. Cam Skattebo si mette per l’ennesima volta tutti i suoi compagni sulle spalle e comincia a macinare yard; la strategia offensiva di Kenny Dillingham, senza ormai niente da perdere, diventa aggressiva ed è proprio una scelta di giocarsi un 4 down che porta al TD pass (!!) di Skattebo per 42 yard. La giocata successiva del giocatore simbolo dei Sun Devils non è da meno: una corsa di 62 yard che, a causa della penalità sul finale, gli permette di segnare il TD ravvicinato del 24-22 che diventa 24 pari con la marcatura da due punti (sempre, ovviamente, di Skattebo). Si arriva all’overtime con Texas che ha avuto un paio di occasioni per vincerla (nuovamente) nei regolamentari ma i due errori, dalle 48 e sullo scadere dalle 38, del kicker Bert Auburn risultano decisivi per il prolungamento della partita. A questo punto tutto può succedere ed infatti le due squadre si scambiano colpi pesanti a partire dal primo overtime: una corsa di Skattebo regala il vantaggio ad ASU ma un bel TD pass di Ewers per Golden sul, 4th e 13 e con i blitz in faccia, acciuffa nuovamente i Sun Devils. Nel secondo overtime Texas non perde il tempo e colpisce subito con Ewers che pesca Helms per il TD del nuovo vantaggio Longhorns, a chiudere la partita ci pensa la difesa con l’intercetto di Mukuba che strappa il sogno a Dillingham e i suoi.

Purtroppo la partita più attesa e dal risultato meno scontato è finita praticamente subito. Nel Rose Bowl, infatti, Ohio State demolisce Oregon per 41-21 dimostrando finalmente di aver raggiunto quel livello che tutti si attendevano dai Buckeyes fin dall’inizio della stagione e facendo sembrare i Ducks, squadra comunque forte e ben allenata, uno sparring partner di livello nettamente inferiore. Il piede di Chip Kelly è ben piantato sull’acceleratore quando nei primi drive della gara Will Howard riesce a pescare il fenomenale freshman Jeremiah Smith (MAI VISTO uno così) con continuità mentre Oregon sbatte contro il muro della difesa orchestrata da Jim Knowles, uno degli MVP di questa gara secondo me. Sono ben 34 i punti segnati dalla squadra di Ryan Day prima che arrivi la timida risposta di Oregon sullo scadere del primo tempo: il TD pass di Gabriel per Holden (unico WR in verde capace di trovare ricezioni con continuità) e la successiva marcatura da due punti fissano il risultato sul 34-8 con cui le squadre si avviano verso gli spogliatoi.

La vendetta di Ohio State è ormai compiuta ed il secondo tempo non serve letteralmente a nessuno se non a Oregon per far diventare la sconfitta leggermente meno umiliante. La sensazione che i Buckeyes abbiano cambiato faccia dall’inizio dei playoff non è più definibile come tale e dopo la prova convincente contro Tennessee al primo turno è arrivata la certezza di vedere in campo tutto quello che prima era rimasto un pò “sulla carta”. Sono convinto che molti fan di OSU abbiano passato la notte a cancellare i post sui social inneggianti al licenziamento di Ryan Day: i suoi ragazzi sono arrivati al picco della forma nel momento più importante della stagione. Giù il cappello.

Appena finito il Rose Bowl avremmo dovuto assistere al Sugar Bowl ma l’atto terroristico che ha portato a numerosi mori e feriti avvenuto nella strada più frequentata di New Orleans ha obbligato le autorità ad optare, comprensibilmente, per un rinvio della partita che si è giocata poco meno di 24 ore dopo nella giornata di giovedì. Notre Dame batte Georgia per 23-10 in una partita tra pesi massimi, in tutti i sensi. A dominare la gara, prima di qualche piccolo petardo sul finale, sono state infatti le linee e la fisicità delle due difese che hanno reso la vita difficile ad entrambi i QB. Come spesso accade in questo tipo di partite a sbloccare la situazione sono state una palla persa, fumble, che ha dato agli Irish un campo corto sfruttato per il primo TD della gara, e una giocata degli special team con un ritorno impressionante di 98 yard portato in endzone dal velocissimo Jayden Harrison. Per il tipo di partita è praticamente impossibile recuperare un divario di 17 punti a metà terzo quarto (20-3) ed infatti Georgia, un pò più libera di rischiare in attacco ma con risultati scarsi, non riesce più ad agguantare Notre Dame che, in maniera molto intelligente, sfrutta anche la voglia dei Bulldogs di recuperare a suo vantaggio con una giocata che passerà alla storia per la furbizia del coaching staff di Marcus Freeman: gli Irish avevano un 4th nella loro metà campo e Freeman richiama il punt team in panchina per reinserire l’attacco in campo, la scelta improvvisa di ND porta UGA a richiamare lei stessa la propria difesa titolare che, nella foga del momento, salta in fuorigioco prendendo la penalità ed allungando il drive degli Irish. Quando la palla ritorna nella mani di Georgia mancano poco meno di due minuti alla fine ed il risultato non cambia: avanza Notre Dame.

Tutto pronto, dunque, per le semifinali della prossima settimana: l’Orange Bowl vedrà affrontarsi Notre Dame contro Penn State mentre il Cotton Bowl si giocherà tra Ohio State e Texas. In palio l’accesso alla finale dei College Football Playoff.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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