I Chicago Bears sono stati una delle franchigie più veloci a trovare il proprio nuovo capo allenatore, la scelta è ricaduta su Ben Johnson.
L’ormai ex offensive coordinator dei Detroit Lions pareva essere il profilo più gradito da parte della dirigenza della franchigia ed infatti dopo la prematura dipartita del competitor divisionale dai playoff ecco che è giunta velocemente l’ufficialità.
Che la sideline dei Bears potesse essere la più gradita di tutte sembrava essere il segreto di pulcinella. Al di là della storia della squadra stessa, la presenza di enfant prodige e prima scelta assoluta al draft di nemmeno un anno fa Caleb Williams non poteva non rendere assolutamente appetitosa questa calda panchina.
Che la scelta sarebbe ricaduta su un coach dal pedigree offensivo sembrava cosa alquanto scontata, nel naturale o quasi scambio di coach da difensivo a offensivo o viceversa e dalla necessità di modellare il gioco sulla crescita del futuro della franchigia, cioè il quarterback Williams. Sicuramente l’incredibile lavoro fatto da Johnson ai Lions con Goff, ma soprattutto con tutto il reparto offensivo, non poteva che fare gola ai più. La volontà nelle scorse annate dell’ex Detroit di rifiutare tutte le proposte da capo allenatore per rimanere ai Lions per crescere, ponendosi nella posizione di essere lui a scegliere che squadra allenare e non viceversa, fa capire quanto di personalità ne abbia da vendere.
Nel 2009, dopo aver finito la sua carriera nel football giocato a North Carolina, inizia ad allenare a Boston College prima di fare il salto in NFL nei Miami Dolphins nel 2012 dove per qualche annata coprirà tutti i ruoli da coach di reparto nella parte offensive di campo. Nel 2019 passa ai Detroit Lions come offensive quality contro coach, poi TE coach. Nel 2021 l’arrivo di Dan Campbell con cui ha condiviso i suoi primi anni a Miami che lo conferma prima come passing game coordinator per poi promuoverlo a offensive coordinator dopo appena un anno. Da li la crescita dei Detroit Lions come produzione offensiva.
Nell’intervista di presentazione , Johnson ha toccato molti argomenti importanti tra cui la curiosa volontà che l’avrebbe spingo ad accettare senza alcun dubbio i Bears: la volontà di rimanere nella stessa division. Sicuramente il conoscere quasi perfettamente già ambienti e avversari che affronterai per ben sei volte nelle diciassette gare stagionali può essere un vantaggio notevole piuttosto che entrare un mondo di rivalità tutto nuovo, tenendo tuttavia conto anche la valutazione di motivazioni date da una divisione che in regular season è stata di gran lunga la migliore anche se ai playoff ha poi fallito completamente. Ha riferito un apprezzamento notevole per la città scegliendola per far crescere la propria famiglia e ovviamente la possibilità di lavorare con un roster di talento in cui spicca chiaramente Caleb Williams.
A livello di coordinatori pare che la scelta a livello difensivo sia già stata fatta e tutto porterebbe all’ex capo allenatore dei New Orleans Saints Dennis Allen pronto a rimettersi in gioco dopo il licenziamento in stagione che tanto aveva fatto bene sempre ai Saints sotto Sean Payton prima di prenderne il posto. A livello offensivo tutti fa pensare all’arrivo di un sottoposto di Johnson dai Lions, con l’offensive line coach Hank Fraley favorito sul passing game coordinator Tanner Engstrand. Attenzione tuttavia ad una possibile riconferma di Thomas Browns, anche se pare ufficiale pensare ad una sua permanenza con play calling che si sposta a Johnson.
Riuscita l’ex offensive coordinator dei Lions, alla sua prima esperienza come capo allenatore, a riportare ai fatti del passato uno “sleepy giant” come i Chicago Bears?