Una delle più brutte e insignificanti partite della stagione NFL ha visto i Jacksonville Jaguars battere per 10-6 i Tennessee Titans, al termine di una partita in cui il pubblico del Nissan Stadium ha potuto apprezzare un solo touchdown nell’ultimo quarto dopo tanti sbadigli ed errori alquanto imbarazzanti. La mediocrità vista in campo è ingiustificabile e le tante assenze nell’offense dei Jaguars (Lawrence, Kirk e Davis) e nella defense dei Titans (Murray, Gibbens, Baker, Diggs e Snead) non possono essere un alibi.
Partita che i Titans hanno controllato per più di tre quarti senza riuscire tuttavia a sfruttare appieno la superiorità vista in campo. L’assenza di Lawrence ha pesato molto nell’economia del gioco dei Jaguars e il backup Mac Jones ha palesato notevoli limiti lanciando due intercetti piuttosto gravi nel primo tempo. Il primo, in particolare, è stato un evidente errore tecnico e di lettura con il QB dei Jaguars che ha praticamente lanciato tra le braccia del CB Awuzie. Le difficoltà offensive dei Jaguars sono state parzialmente compensate da una difesa che, pur soffrendo enormemente il running game dei Titans e un Pollard in versione Superman, è riuscita ad arginare l’attacco dei Titans. Il reparto difensivo dei Jaguars è stato molto agevolato nel suo lavoro dalla prestazione mediocre di Levis e da un playbook offensivo alquanto discutibile.
Proprio la gestione dell’attacco dei Titans è uno dei punti cardine della sconfitta della squadra di Callahan, palesemente incapace di interpretare la partita. Dopo un primo drive in cui il running game dei Titans sembrava inarrestabile per i Jaguars, il coach TwoTone Blue ha iniziato a trascurare le corse consentendo agli avversari di restare agganciati alla partita sfruttando gli errori di un impreciso Levis. A metà terzo quarto l’assurdità delle chiamate offensive di Callahan hanno scatenato il malumore di tutto il Nissan Stadium. Dopo un drive di 90 yard e 15 giochi, la squadra è arrivata sino sulle 2 yard e tutto lasciava ipotizzare ad un comodo TD per Pollard e Spears. Invece, inaspettatamente sono stati chiamati tre giochi di pass consecutivi, sul 4&goal addirittura con Simmons in campo in posizione di FB, con il risultato di un turnover on down che ha salvato i Jaguars. Sul 4&goal, peraltro, Levis si è divorato un comodo TD pass per Okonkwo completamente libero cercando, invece, Vannett ampiamente coperto dalla difesa.
Merito dei Jaguars rimane agganciati alla partita lasciando agli avversari solo due FG di Nick Folk che continua la sua striscia di infallibilità nei FG entro le 40 yard. La tenacia dei Jaguars è stata premiata nell’ultimo quarto quando sotto 6-0, Mac Jones è riuscito finalmente a trovare con regolarità Brian Thomas (81 delle 86 yard ricevute sono arrivate nel quarto quarto) e l’attacco si è finalmente sbloccato realizzando i 10 punti del sorpasso e della vittoria. Anche in questa situazione, però, vengono in risalto le lacune del coaching staff dei Titans incapace di arginare l’unico avversario di talento degli avversari (Brian Thomas).
Sotto nel punteggio Callahan è tornato ad affidarsi al running game con Pollard e Spears inarrestabili per la difesa dei Jaguars. Purtroppo, in piena Red Zone, l’offense dei Titans si è spenta tra l’imprecisione di Levis e le scelte inadeguate del coaching staff. Inguardabile il lancio impreciso e in ritardo di Levis per Westbrook sul 4&3 con 1:15 da giocare sulle 9 yard dei Jaguars. Chiamate discutibili ed esecuzione rivedibile, però, hanno caratterizzato anche l’offense dei Jaguars incapace di chiudere la partita e costretti da un eccellente difesa dei Titans a concedere un ultimo possesso a Levis con 49 secondi da giocare. Quattro lanci incompleti, però, hanno chiuso definitivamente la partita e le speranze dei tifosi Titans.
I Titans hanno lasciato il Nissan Stadium tra i fischi del pubblico ormai stanco di prestazioni anonime del reparto offensivo schiacciato tra gli errori di Levis e un playcalling offensivo che non convince. Per i Jaguars, invece, la vittoria contro i rivali divisionali è una piccola soddisfazione in una stagione avara di gioie ma con la convinzione sempre più nitida di aver trovato in Brian Thomas un giocatore determinante per il futuro.