Sotto il sole di Glendale i Cardinals confermano lo straordinario momento di forma, e battono i Jets in una sfida mai davvero aperta.
I Cardinals ci mettono tre minuti per sbloccare il punteggio con la prima marcatura di giornata, ad opera del solito James Conner. Nel primo quarto, e all’inizio del secondo, i Jets riescono a rispondere presente in attacco, con il kicker Shrader che segna due field goal. In questo modo i biancoverdi provano quantomeno a rimanere a galla, mentre dall’altra parte l’attacco guidato da Murray è un maremoto di emozioni. Touchdown, touchdown, touchdown, field goal: questo è il resoconto dei drive offensivi di Arizona nel primo tempo.
Al termine dei primi 30 minuti, il punteggio recita un pesante 24-6 in favore dei Cardinals, che dovrebbero impegnarsi per perdere una sfida fino a quel momento dominata. Ma nel secondo tempo il copione non cambia. L’attacco dei Cardinals segna un altro TD con una corsa di Murray, e la difesa blocca ogni tentativo avversario. Quando arrivano in endzone, Rodgers e compagni sembrano avvolti da una maledizione, con Arizona che recupera palla prima su un fumble, poi su un turnover on downs. Alla fine i Cards possono festeggiare la quarta vittoria consecutiva, mentre per i Jets è destinata ad allungarsi la striscia di stagioni consecutive senza Playoff.
Perfect days
Per i Cardinals è stato uno di quei rari giorni di football in cui tutto va nel verso giusto, fin dal primo minuto. L’attacco è stato sublime, e ha prodotto punti in cinque dei sei drive giocati (non consideriamo quello finale). Lo stesso si può dire della difesa, che ha concesso ai Jets la miseria di soli sei punti nei primi 20’ di gioco.
Arizona sta vivendo un momento di grande forma, confermato dalle quattro vittorie consecutive, cinque nelle ultime sei settimane. Nelle ultime due partite hanno dato 25 punti di differenza ai Jets e 20 ai Bears. Non sono due squadre competitive, ma la sicurezza con cui sono arrivati questi successi fa pensare a una consapevolezza delle proprie possibilità che non si vedeva da qualche anno.
Il record di 6 vittorie e 4 sconfitte li posiziona al vertice della NFC West. Non si tratta di una Division facile, con i Niners in risalita e i Rams in grado di lottare per un posto ai Playoff. Senza poi dimenticare Seattle, che ha un roster competitivo. La postseason è un obiettivo non semplice, ma alla portata di questi Cardinals, che hanno già fatto un salto clamoroso rispetto alla squadra del 4-13 della scorsa stagione.
Numero 1
“Oggi è stato il miglior giocatore del pianeta”, ha detto Gannon a fine partita, parlando del numero 1 di questi Cardinals, Kyler Murray. E Gannon ha ragione: Murray ha giocato in modo perfetto, senza sbagliare mai neanche una scelta. Lo confermano i 22 passaggi completati su 24 tentati, che lo hanno portato anche a migliorare il record di franchigia per completi consecutivi, che fino a domenica apparteneva a Carson Palmer.
Perfetto nelle scelte, ha completato anche diversi passaggi di rara difficoltà, come quello con cui ha trovato McBride in mezzo a quattro difensori. Si è affidato spesso ai suoi RB: James Conner non ha corso tanto, ma è stato il giocatore con più yard ricevute (80 su quattro passaggi). E questa settimana è arrivato anche un touchdown firmato Marvin Harrison Jr. La quarta scelta assoluta dello scorso Draft ha chiuso con cinque ricezioni, tra cui quella in endzone dopo essersi liberato della marcatura di D.J. Reed.
Murray è stato fantastico tanto nei passaggi quanto nelle uscite in solitaria dalla tasca. Ha segnato due TD su corsa, e continua a far vedere dei passi in avanti rispetto agli scorsi anni. Si prende pochissimi rischi, correndo solo quando sa di avere campo libero. Ma quando lo fa arrivano quasi sempre delle giocate positive. L’unica pecca di domenica? Il duro sack con cui è stato colpito da Quincy Williams, ma le responsabilità sono della linea.
In redzone bisogna segnare
Dei sei attacchi giocati da New York, quattro sono arrivati entro il quarto di campo dei Cardinals, a poco più di venti yards dalla endzone. Il risultato di questi buoni avanzamenti è stata la miseria di sei punti. L’attacco dei Jets è abituato a fare fatica nei primi minuti, ma le uniche segnature sono in realtà arrivate a inizio partita. A inizio secondo tempo, quando bisognava invertire l’inerzia e provare a riaprire la partita, su un 4th&goal Rodgers non è riuscito a trovare compagni liberi e ha perso il pallone. Quel fumble forzato da Xavier Thomas ha di fatto consegnato la vittoria ai Cards.
L’attacco dei Jets si trovava contro una difesa che non è sicuramente tra le migliori della lega, soprattutto contro le corse. E in effetti sia Breece Hall che Braelon Allen, i due RB, hanno corso bene. I loro numeri più importanti sono le yards per portata. Hall ne ha messe a referto 5.2, Allen 3.9. Sono ottime cifre, e allora la domanda più ovvia è: perché non hanno corso di più? Il running game doveva essere il centro del gioco dei Jets domenica, ma l’offensive coordinator Nathaniel Hackett ha puntato di nuovo sui passaggi di Rodgers. Una scelta che non ha pagato: è ora di avere coraggio e cambiare.
Poca visione, poche speranze
La partita di domenica metteva contro due squadre che si trovavano in situazioni opposte. Se i Cardinals avevano iniziato l’anno con poche attese, per poi trovarsi ora a lottare per la postseason, a New York c’erano parecchie aspettative. L’infortunio di Rodgers a inizio stagione 2023 aveva rinviato di un anno l’esordio effettivo in maglia Jets dell’ex Green Bay. Ma, settimana dopo settimana, i tifosi biancoverdi hanno avuto un duro scontro con la realtà.
Partiamo dalla realtà: questi Jets non avevano i numeri per essere considerati tra le favorite per il Super Bowl. In AFC ci sono almeno tre squadre molto superiori (Chiefs, Ravens e Bills), e le incognite su Rodgers erano parecchie. Detto questo, anche un record di 3-7, superata da poco la boa di metà stagione, era difficilmente immaginabile. Le acquisizioni di Haason Reddick, Mike Williams, Tyron Smith, Morgan Moses e John Simpson dovevano migliorare la profondità del roster, ma non hanno prodotto risultati degni di nota.
Il caso scuola di questi Jets è la vicenda Mike Williams. Dopo sette stagioni con i Chargers, a marzo ha firmato un contratto annuale con la squadra di New York. Ma le prime partite non sono andate bene: il feeling con Rodgers non è mai iniziato, e lo stesso QB lo ha accusato di aver causato una sconfitta con una traccia sbagliata. Così il front office si è messo nuovamente sul mercato andando a prendere Davante Adams, mentre Williams è stato spedito agli Steelers per una quinta scelta. E domenica, mentre Adams riceveva sole 31 yards, Williams realizzava il touchdown decisivo per la vittoria. Come insegnerebbe Leroy Jethro Gibbs, le coincidenze non esistono.