Finale Thrilling (Philadelphia Eagles vs Jacksonville Jaguars 28-23)

Il punteggio finale, 28-23 per i padroni di casa, potrebbe far pensare ad una partita combattuta dall’inizio alla fine, chiusa con meno di un possesso di vantaggio e decisa all’ultimo drive. Solo parte di questa ricostruzione rappresenta il vero. Dopo pochi minuti del terzo quarto infatti Jalen Hurts e compagni veleggiavano tranquilli sul 22-0, poi un improvviso cambio di inerzia ha regalato ai tifosi degli Eagles, che gremivano gli spalti del Lincoln Financial Field, un finale thrilling di cui probabilmente avrebbero fatto volentieri a meno. Ci arriviamo a breve. 

La partita

Si affrontavano due squadre il cui momentum era di natura opposta: da una parte gli Eagles, sgargianti nelle divise Kelly Green, arrivavano all’incontro sul 5-2 con una striscia attiva di tre vittorie consecutive dalla bye week o, come ironizzano i tifosi di Philly, da quando Nick Sirianni si è rasato a zero. Tutt’altra atmosfera lato Jaguars, record 2-6, stagione compromessa, ma comunque reduci dalla recente vittoria sui Patriots e da una sconfitta di misura contro i ben più quotati Green Bay Pakers. 

La prima notizia della serata è che Philadelphia riesce a segnare un TD nel primo quarto, questo evento più unico che raro matura nei primissimi minuti, fumble di Jacksonville sul ritorno di kick off, lancio su Barkley che corre una corner e 7-0 Eagles. Con il vento in poppa gli Eagles esercitano un dominio incontrastato su tutte le fasi del gioco, un Saquon Barkley straripante prima regala una giocata irreale poi corre in endzone per il secondo touch down personale, eseguendo magistralmente una bella chiamata di Kellen Moore, tutto questo accompagnato da un eccellente gioco difensivo dove spiccano Zach Baun (7 TKL, INT) ed un Jalen Carter in costante crescita sulla linea. 

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Il terzo quarto si apre con due notizie, da un lato la preoccupante immagine di un AJ Brown che abbandona la sideline per rientrare mestamente negli spogliatoi e non farne più ritorno (è notizia di Lunedì che siano stati scongiurati infortuni seri al ginocchio), dall’altra una bella ricezione da 36 yard di Dotson, che ricorda a tutti che c’è anche lui a roster e che propizia il successivo ed immancabile TD su corsa di Hurts. 

Sembrerebbe finita qui, ma nel giro di pochi minuti un buon drive di Lawrence , supportato dalle corse di Etienne, si trasforma in touch down e nel possesso successivo un fumble di Barkley viene ricoperto da Travon Walker che con una corsa degna di un RB élite porta lo sferoide nella endzone avversaria: in men che non si dica da partita chiusa a one-ball game, che sport meraviglioso. 

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A questo punto, accanto ad un sontuoso Barkley, che chiuderà la sua partita nuovamente sopra alle 200 yard complessive, sale in cattedra DeVonta Smith, che prima riceve sulle venti una precisa bomba di Hurts e poi completa il drive con la sua personale Gioconda di serata, una ricezione ad una mano in endzone che, se non ci fosse stata nella stessa settimana la perla di Garrett Wilson, avrebbe probabilmente tutti i crismi di catch of the year. 

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Ok, adesso è finita vero? Ovviamente no. Il secondo TD su corsa del biondo QB di Clemson porta i Jaguars a cinque lunghezze di distacco e nel possesso successivo il palo nega a Jake Elliot la trasformazione del più otto. Più aperta che mai, con una sanguinosa interferenza su terzo e lungo Avonte Maddox fa avanzare Jacksonville fino alle 20 yard, mancano meno di due minuti e sono pressoché certo che tra i tifosi di Philadelphia, già stressati dalla responsabilità dell’imminente scelta tra Kamala e Donald, si inizino a rivedere i fantasmi del drive finale di Cousins in week due. A riportare il sereno e far gridare di gioia il Linc ci pensa Nakobe Dean, con l’intercetto della vittoria su lancio di Lawrence verso Johnson. 

Finisce come tutti si aspettavano sarebbe finita, ma nel meno lineare dei modi possibili. Jacksonville perde ancora di un possesso, vero, ma da un lato otto punti derivano da una controversa chiamata arbitrale che giudica fumble un’azione in cui Barkley sembrava decisamente down by contact, dall’altro i tanti punti lasciati per strada da coach Sirianni, intestarditosi a giocare discutibilissime trasformazioni da due mai completate ed improbabili quarti down. Con un coaching più canonico, per non dire semplicemente più razionale, il gap finale sarebbe stato almeno pari al doppio. 

Ad ogni modo quattro vittorie consecutive sono pur sempre quattro vittorie consecutive, nonché il miglior viatico possibile per entrare nel tourbillon di sfide divisionali in cui si decideranno le sorti della stagione degli Eagles ed il miglior viatico possibile per i tifosi di Philly che possono così tornare a casa sereni e concentrarsi sulla scelta che pare sia destinata a decidere le sorti (politiche) della nazione e di qualcosa di più. 

A cura di Riccardo Spada, Fly Eagles Fly Italia. 

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