DeAndre Hopkins nello scacchiere di Andy Reid

All’Arrowhead di Kansas City i Chiefs battono per 30 a 24 i TB Buccaneers nel Monday night di week 9. La partita è stata combattuta fino all’ultimo, tanto che KC l’ha spuntata in overtime con il TD di Hunt nel primo drive. Si sono visti anche i primi segnali di evoluzione della difesa di Spagnuolo. I protagonisti della vittoria contro i Buccs, limitandoci ora al roster offensivo, tra tutti sono 2: DeAndre Hopkins e Kareem Hunt. Hopkins è stato straordinario, completando 8 ricezioni per 86 yard e due TD e mostrando subito di essere sulla stessa lunghezza d’onda di Mahomes. Lo abbiamo visto da come Pat lanciasse verso l’ex Titans, con quella sicurezza, fiducia e fluidità che generalmente vediamo con Kelce. Hopkins sta cambiando il passing game dei Chiefs, dando una dimensione e delle soluzioni che mancavano da almeno un paio d’anni in quel del Missouri. Un esempio lampante di quanta differenza faccia D-Hop è la big play che precede il suo primo TD: posizionatosi come avrebbe dovuto per seguire la traccia, Nuk si rende conto di coprire in campo la stessa area coperta da Gray e, di conseguenza, decide di proseguire dritto in profondità, dando una via di scampo a Mahomes, che nel frattempo si è trovato con la tasca al collasso. Il lancio incredibile di Mahomes è stato possibile solo grazie all’improvvisa reazione di Hopkins, che poi ha completato una ricezione contestata pazzesca, letteralmente triplicato nella secondaria di TB. La sua capacità di battere costantemente l’uomo nell’1vs1 è la chiave dell’attuale momento offensivo dei Chiefs, che devono ancora fare i conti con gli infortunati non ancora rientrati.

L’altro protagonista è Kareem Hunt, autore del TD della vittoria oltre alle sue 27 rush per 106 yard. Hunt rappresenta oggi una realtà curiosa e cruciale nell’offense dei Chiefs e nella lega: il running game di KC, che si basa oggi su di lui per almeno l’80% delle portate, spicca per success rate (primo in NFL) ma è ultimo per esplosività – la corsa più lunga ed esplosiva dell’intera stagione è stata di ben 15 yard, arrivata proprio martedì mattina. Riesce dunque quasi sempre a guadagnare quelle 2/3 yard che permettono di muovere la catena e avvicinarsi alla linea di first down quando chiamato al primo o al secondo down.

Data l’assenza di Rice e Juju, Kelce sta prendendo tutto il possibile al centro del campo, tanto da diventare il primo giocatore di almeno 35 anni a completare 14 ricezioni in una singola partita NFL. Per inquadrare meglio il suo rendimento, da quando Rice si è infortunato il TE #87 – che è diventato il terzo miglior giocatore, in quel ruolo, per catch completate nella storia della lega – ha sensibilmente migliorato le proprie prestazioni:

In tutto questo, Mahomes è sembrato visibilmente migliore rispetto alle precedenti partite sia per decision making che per meccanica di lancio. È più fluido, rapido e preciso, ora manca solo che la sua caviglia migliori. Contro TB Mahomes e i Chiefs sono stati molto efficaci nelle situazioni di terzo down e in redzone, tanto che alla fine della partita alcuni dati, che raccontano l’andamento della squadra in queste ultime gare di RS, sono incoraggianti: nelle ultime tre partite i Chiefs hanno giocato 48 terzi down, convertendone 32 (67%). Dei 13 drive giunti in redzone, ben 11 hanno portato un TD.

L’attacco sta dunque cominciando ad ingranare nonostante le assenze. Sarà fondamentale recuperare più gente possibile per sviluppare il playbook e arrivare preparati ai playoff.

Lo stesso discorso vale per la difesa, che ha già cominciato ad evolvere sui dati e le prestazioni delle partite recenti. Siamo alla 29ª partita consecutiva senza concedere più di 28 punti agli avversari – striscia paragonabile a quella dei Ravens del 2005-2007 – e Spagnuolo comincia a spostare qualche tassello del proprio roster, aspettando il ritorno di Omenihu. La pass rush vede il momento di forma di Karlaftis e Chris Jones, oltre all’esordio di Josh Uche. Anudike-Uzomah prosegue la sua lenta crescita e il gruppo dei LB gioca sempre aggressivo, aiutando nelle sack e nelle coperture contro corse e passaggi. Complice qualche difficoltà in pass rush anche la secondaria ha faticato a creare scompiglio agli occhi di un eccellente Baker Mayfield, che ha saputo cogliere tutte le opportunità concesse dalla difesa padrona di casa e portare la partita al supplementare. McDuffie gioca una gara solida ma non ha il dono dell’ubiquità, non riuscendo dunque a svolgere sia il ruolo di CB1 che di CB2, attuale lacuna più evidente del reparto. Williams e Roland-Wallace infatti non danno costanza di rendimento, alternando buone coperture ad altre deficitarie. Tra gli altri, anche Justin Reid ha proseguito nell’alternanza di ottimi snap ad altri molto meno buoni, soprattutto in copertura. Se la coppia Cook-Conner dà buone garanzie, ecco che Reid potrebbe vedere un calo del numero di snap giocati a favore di Hicks, che per la prima volta in stagione ha giocato due drive senza entrare in campo solo in redzone – e onestamente li ha giocati bene, registrando anche un tackle for loss. Generalmente Spagnuolo comincia a mostrare le sue evoluzioni proprio in prossimità del giro di boa della regular season, per cui mi aspetto che questi cambiamenti proseguano nelle prossime partite.

TOP week 9 vs TB

  • DeAndre Hopkins

Finalmente un WR1 che sappia completare con regolarità le ricezioni contestate. La sua qualità e la sua esperienza saranno fondamentali per questo attacco ed estremamente utili per i WR più giovani.

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  • Kareem Hunt

Sfondamento tecnico. Grazie anche ad un lavoro in OL da applausi nei blocchi, Hunt ha giocato una partita davvero ottima nei momenti decisivi, cogliendo ogni occasione lasciata dalla difesa dei Buccs. Ora che i Chiefs sono tornati davvero pericolosi anche nel passing game, Hunt ha già cominciato a sfruttarne ogni vantaggio per il gioco di corse. Lui è più costante nelle rush più corte, e quando rientrerà Pacheco sono curiosissimo di scoprire cosa riusciranno a fare in tandem.

FLOP week 9 vs TB

  • Xavier Worthy

Pericoloso e utile, è andato vicinissimo al TD nel primo quarto con una chiamata eccelsa del coaching staff. Solo un problema: non riusciva a rimanere in campo (letteralmente, non nel senso che era infortunato o dolorante…). Con un migliore controllo dei piedi oggi parleremmo di un bottino con un TD e una cinquantina di yard in più. Siamo però sulla strada giusta…J

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Filippo Manzoni

Ex arbitro di calcio nella bergamasca, ho scoperto la cultura sportiva americana e me ne sono innamorato. Tifoso dei Phoenix Suns, malato dei Kansas City Chiefs e di NFL.

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