Vittoria con i piedi (Houston Texans vs Buffalo Bills 23-20)

Finale al cardiopalmo per una partita che ha avuto due facce completamente diverse. La prima, il primo tempo, dominata dai Texans, la seconda, il secondo tempo, con Houston molto nervosa e impaurita dal come-back dei Bills che fa molta fatica a muovere la catena. Per fortuna di Stroud e compagni dell’offense, la difesa é riuscita a contenere l’avanzata dei Bills riuscendo quanto meno a neutralizzare il loro passing game ma potendo far poco per opporsi alle corse di James Cook e di Josh Allen. Il QB uscendo in scrambling ha guadagnato 50 delle 150 yard totali prese su corsa. Anche a prescindere dalla rimonta del secondo tempo, la partita contro Houston ha confermato le difficoltà dell’offense di Buffalo a sviluppare un gioco aereo redditizio già manifestate contro i Ravens. Josh Allen ha chiuso l’incontro con un modestissimo 9 su 30 per 126 yard un po’ per merito della difesa texana, ma molto per demerito suo e dei suoi ricevitori. Di sicuro l’assenza di Khalil Shakir e la prestazione anonima di Curtis Samuel, un solo catch su quattro target per un guadagno zero, hanno influito pesantemente sullo sviluppo del passing game.

Il primo tempo é stato un monologo dei padroni di casa che, nonostante l’assenza dei due RB Joe Mixon e Dameon Pierce, hanno dominato soprattutto per la prestazione eccellente di C.J. Stroud che in quella fase ha completato 12 passaggi su 15 per 187 yard. Bellissimo il TD pass di 67 yard per Nico Collins che ha portato il vantaggio per 14-3. In chiusura del secondo periodo é arrivato anche il field goal di Ka’imi Fairbairn che calciando in mezzo ai pali da 50 yard ha chiuso il primo tempo sul 17-3.

Nel secondo tempo però Stroud ha manifestato segni di nervosismo e il suo rendimento ha subito una flessione che non può essere giustificata solo con l’uscita dal campo di Nico Collins, anche perché Stephon Diggs e Dalton Schultz sono stati molto positivi nel secondo tempo. E’ mancato il supporto del gioco di corsa che é stato interpretato da Cam Akers, 40 yard e Dare Obumbowale, il quarto RB che ha corso solo per 30 yard in 15 portate, ma in compenso ha ricevuto sei passaggi per 57 yard. Con il passare del tempo, nel secondo tempo, é aumentata nei Bills la consapevolezza di poter rimontare mentre i Texans, sempre più insicuri, collezionavano ben sette penalità per 65 yard.  Così, sia pure a fatica, é arrivato il TD di James Cook con una corsa di 5 yard per il 10-20 e, dopo un Three & out dei Texans, il passaggio di 49 yard che ha mandato in end zone Keon Coleman per il 17-20.

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Il come-back é quasi realizzato ma l’attacco dei Bills é sempre poco incisivo. Stroud cerca di portare avanti i suoi per riguadagnare un margine di vantaggio rassicurante ma si fa intercettare, per sua fortuna senza che Buffalo riesca a lucrare sul turnover. Più tardi, però Stroud, ormai sottoposto a forte pressione e non più protetto dalla sua linea subisce un sack con conseguente perdita della palla sulle proprie 19. L’occasione é ghiotta per Buffalo, che però non riesce ad approfittarne anche per merito della difesa texana, e deve accontentarsi del field goal di Tyler Bass che da 33 yard pareggia. Restano poco più di tre minuti e Stroud ne consuma due e mezzo per avanzare fino alle 39 di Buffalo, ma sotto la pressione della difesa dei Bills e a conferma che i nervi non sono più saldissimi, butta via il football prendendosi un penalty per intentional grounding. Il morale é sotto le scarpe per la paura che Buffalo riesca a portarsi in area field goal, ma a salvare i Texans ci pensano i due calciatori: prima Townsend che piazza il punt sulla linea delle tre di Buffalo. Poi, dopo che la difesa ha costretto i Bills a calciare un punt che arriva sulle 49, Stroud passa ad Ogumbowale che porta la palla sulle 41 di Buffalo e tocca ancora a Fairbairn togliere le castagne dal fuoco calciando in mezzo ai pali da 59 yard.

Vittoria dei Texans, quindi e seconda sconfitta consecutiva dei Bills, ma entrambe le squadre hanno dimostrato che manca ancora qualcosa a ciascuna delle due per poter ambire ai risultati più importanti.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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