I Bears schiacciano i Jaguars nella cornice del Tottenham Stadium di Londra e infilano la terza vittoria consecutiva mantenendo un trend positivo.
Sono da poco passate le 5 del pomeriggio quando per festeggiare l’ennesimo touchdown di Caleb Williams, Keenan Allen invita tutti i compagni dell’attacco a prendere un tè nella comoda moquette della end-zpne di Jacksonville. Tutti seduti in cerchio a sorseggiare il dolce sapore della vittoria, aroma intenso e bella sensazione!
Una vittoria senza troppi sforzi per Chicago nella trasferta londinese di metà ottobre, perchè i Jaguars dopo l’acuto iniziale scompaiono nel nulla e si perdono tra gli errori e le distrazioni (che sono davvero tante). La secondaria di Ryan Nielsen nulla può contro Williams e soci: Allen, Kmet, Odunze e Moore sono troppi da contenere e come se non bastasse una sontuosa prova di D’Andre Swift (91 yard corse, 28 ricevute e 1 rushing TD) spacca il campo confondendo ancora di più le idee ai malcapitati Jags.
La difesa Bears si conferma potente e dopo aver sofferto un lungo drive di Trevor Lawrence in apertura decide che non è la domenica degli straordinari; così Edmunds, Edwards, Byard, Gordon e compagnia alzano il ritmo e massacrano il biondo capellone dei giaguari. Lawrence non riesce a mantenere il controllo, va sotto pressione e sbaglia movimenti e lanci; la sua frustrazione cresce quando persino i palloni puliti per i suoi ricevitori vengono deviati da delle letture magistrali della secondaria Bears. Non c’è soluzione al problema per Jacksonville, il crollo sul 1-5 diventa inevitabile e quei $275 milioni sul contratto del QB iniziano a farsi indigesti. Ora le settimane con 21 punti o meno concessi agli avversari diventano 12 di fila.
Bene Caleb Williams, pulito con 23/29, 226 yardlanciate, 56 yard corse e 4 touchdown (pareggia il record internazionale di TD Pass). Peccato quel lancio molle su Moore che viene intercettato tagliando fuori la big play a fronte di una chiamataincomprensibile dove Chicago doveva prendere un paio di centimetri per convertire il down. Intercetto evitabilissimo tanto quanto ininfluente per le economie della partita.
Caleb sfoggia talento e l’occasione è perfetta per mettersi in mostra con il pubblico europeo. Avversario gestibile per imparare a governare le emozioni, per leggere i movimenti dei suoi ricevitori e cementare l’alchimia. DJ Moore prima della partita ha dichiarato che tutto l’attacco dei Bears era “collegato sullo stesso wi-fi”, ad intendere che il feeling non manca. La riprova arriva sull’erba del Tottenham con Caleb che distribuisce palloni equamente a tutti i compagni, evitando di dare punti di riferimento agli avversari.
Il ragazzo sta imparando a stare in campo come un vero QB, testa alta e visione di gioco. Lanci in corsa che fanno svarionare le difese (vedi quello su Kmet che sbroglia una situazione difficilissima), palloni dritti e tesi che diventano sempre più precisi e ricevibili rispetto alle prime settimane; Williams dimostra anche di saper leggere i “gate” entrando nei buchi delle DLine con più sicurezza e questo è uno dei fattori più rilevanti analizzando la sua posizione.
Il reparto ricevitori lo aiuta in maniera impeccabile, soprattutto Cole Kmet che sigilla 2 TD molto belli di cui il primo con breaking tackle e extra yard macinate da vero tight end! Oltre a questo, Kmet scioglie i nodi meglio del balsamo più costoso e si mette a fare il Long Snapper… più di così cosa si può chiedera a un giocatore?
Gli fa eco Keenan Allen con 41 yard e la prima doppietta personale in maglia Navy and Orange. Maturo, responsabile in campo, vero veterano del gioco che con pochi tocchi sistema le strategie offensive e le mette in totale sicurezza. Bene anche Odunze, invitato a due ricezioni corpose andate a segno.
Molto, molto bene, anche lo special team dei Bears con Tory Taylor che dopo sole sei partite è già il miglior punter di sempre a Chicago e forse quella quarta scelta oggi è stata investita meno peggio di quanto ci potessimo aspettare.
C’erano i Jaguars davanti, non i Chiefs. Lo sappiamo bene e comunque ribadiamo che le vittorie nella NFL contano 1, sia con le squadre forte sia con le squadre più deboli. Ma questa prima parte di stagione, ad eccezione dei Texans, non era particolarmente complessa; il peggio deve ancora arrivare e per i Bears dopo la BYE week nel prossimo turno inizierà un bel calvario di incontri con team di maggiore prestigio. La cosa buona è che Williams stia prendendo confidenza e in un certo senso il calendario lo ha aiutato ad arrivare meglio preparato alle sfide che contano davvero.
I Commanders saranno un primo vero esame, squadra dura che impatta fisicamente e che non si sottrae alla lotta. Poi seguiranno i primi incontri divisionali, quelli della NFC North attuale regina indiscussa della National Football League: Vikings, Lions, Packers e Bears hanno tutte recordo positivi e se la regular season finisse oggi l’intera divisione sarebbe qualificata ai playoff. Naturalmente non sarà mai così ora di gennaio e quest’anno una cosa è certa: chi sbaglia i divisional nella North i playoff li guarda dal divano di casa.