Il riassunto di week 9 della NCAA 2024

La week 9 di NCAA è stata quasi “piatta” al cospetto di tutte le altre settimane di questa pazza stagione 2024. Questa settimana sono state molte di più le conferme che abbiamo avuto, rispetto alle previsioni stracciate.

Ma entriamo nel merito.

Uno solo era lo scontro diretto al vertice di una conference: Texas A&M – LSU. Il match, giocato in un Kyle Field rovente non ha disatteso le aspettative. Il finale dice Texas A&M 38, LSU 23, ma prima di riuscire a segnare a ripetizione e portare a casa la W, la squadra padrona di casa sembrava ad un passo dal perdere la partita. Il primo tempo è stato un monologo LSU: la squadra di coach Brian Kelly ha messo in mostra il suo attacco ad alti ottani guidato dal QB Garrett Nussmeier e dal suo pacchetto ricevitori, nel quale come sempre hanno rubato la scena Kyren Lacy e Aaron Anderson. Il 17-7 con cui si è chiusa la prima metà di gioco è stata una grande vittoria per gli Aggies che hanno retto anche grazie ai due errori di calcio di LSU.

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Nella ripresa però l’antifona è cambiata drasticamente: Nussmeier ha giocato la sua peggior metà partita da quando è lo starter di LSU, mancando bersagli facili e lanciando ben 3 intercetti. Dall’altro lato la mossa di coach Mike Elko di sostituire un opaco Conner Weigman con il freshman dual threat Marcel Reed ha pagato enormi dividenti. L’attacco di Texas A&M con una serie di read-option del QB ha mandato fuori giri una difesa che non era preparata a questo tipo di partita e che non è riuscita ad effettuare i corretti aggiustamenti. Nei 2 quarti giocati con Marcel Reed sotto il centro, gli Aggies hanno corso 20 volte e passato solo 2 volte (tra l’altro, entrambe completate, per 70 yard complessive). Il giovane QB ha corso 9 volte per 62 yard e 3 TD. Non sarà probabilmente un attacco sostenibile a lungo termine, ma adesso le avversarie di Texas A&M dovranno prepararsi anche a questo.

https://twitter.com/AggieFootball/status/1850358516340412622

Gli altri scontri tra avversarie entrambe all’interno del ranking sono stati tutti non competitivi in favore della squadra favorita alla vigilia: Notre Dame ha spazzato via Navy 51-14, Oregon ha dominato Illinois 38-9 legittimando la #1 del ranking e Alabama ha tenuto a 0 punti una modesta Missouri, orfana del suo QB1 per più di metà partita: 34-0 il finale.

Anche Vanderbilt-Texas era un match tra squadre rankate: non è stata una non-competitiva – il risultato finale recita 27-24 Longhorns – ma i texani sono stati sempre in controllo del match chiudendo agilmente avanti 21-7 il primo tempo e controllando il rientro di Vandy nel finale. Non la prestazione da punto esclamativo che ci si poteva aspettare per rispondere alla sconfitta contro Georgia della scorsa settimana, ma per Texas era fondamentale tornare nella colonna dei vincitori e così è stato. Per Vandy è comunque un ottimo risultato l’aver dimostrato ancora una volta come da quest’anno, il FirstBank Stadium di Nashville non sia più considerabile un “campo facile” da nessuno.

Le conferme che abbiamo avuto in week 9 sono, in ordine cronologico:

1) Pittsburgh: i Panthers nell’anticipo del giovedì hanno vinto agilmente 41-13 contro Syracuse, che ha pagato la giornata NO del suo QB Kyle McCord, il quale, messo sotto pressione dalla D Line di Pitt, ha lanciato 5 intercetti di cui 3 pick-six.

2) Boise State: nell’anticipo del venerdì vince Boise State lo scontro al vertice della Mountain West con UNLV, non senza soffrire. 29-24 il finale di una partita giocata molto bene da entrambe. Per la prima volta in stagione Ashton Jeanty è stato, se non fermato, perlomeno arginato: ha chiuso con 128 yard corse e solo 1 TD su 33 portate, il che vuol dire una media di “sole” 3.9 yard per carry. Complimenti alla difesa di UNLV, ma non è bastato.

3) Indiana: gli Hoosiers da oggi non sono più una “divertente underdog” ma sono una squadra vera, che guida assieme ad Oregon e a Penn State la Big Ten e che è lì per giocarsela. La vittoria per 31-17 in casa contro Washington è stata impressionante per molti motivi, primo quello di aver dovuto affrontare la prima partita dell’anno senza il proprio QB1 Kurtis Rourke, che è in dubbio anche per il match della prossima settimana con Michigan State. Al suo posto dentro Tayven Jackson che senza paura, grazie all’aiuto del RB Justice Elliott, ha guidato i suoi ad una vittoria senza patemi.

4) BYU: altro match in cui i bookmakers li davano sfavoriti, altro +1 nella colonna delle W. 37-24 ai danni di UCF, in un match offensivamente spumeggiante dei Cougars, che hanno da subito scavato un solco nel match che i Knights non sono riusciti a coprire, grazie anche ad alcune chiamate naif.

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5) Miami: ha rullato Florida State, come era lecito attendersi. 36-14 il finale con Cam Wardche non lancia nemmeno un TD-Pass, ma… ne riceve uno dal suo TD Elijah Arroyo.

https://twitter.com/ACCFootball/status/1850358554806370466

6) Penn State: soffre nel primo tempo, chiudendolo in svantaggio 10-7 a Madison, contro Wisconsin, poi segna con la difesa grazie ad una pick-six che scioglie l’attacco che chiude il match con altri due touchdown e controllando il cronometro. 28-13 il finale. Preoccupazione per il QB Drew Allar che non è sceso in campo nel secondo tempo per un infortunio al ginocchio di cui è ancora incerta la diagnosi. È stato ottimamente sostituito dall’esordiente Beau Pribula (11/13 per 98 yard e 1TD), ma senza Allar le ambizioni dei Lions potrebbero cambiare.

7) SMU: ultima del gruppo. Squadra che in realtà ha cercato in ogni modo possibile di NON vincere la partita sul campo di Duke, ma alla fine l’ha spuntata all’overtime, grazie alla scelta di andare da 2 punti del coach di Duke Manny Diaz, che non è andata a buon fine. 28-27 il finale, in un match nel quale i Mustangs hanno guadagnato 80 yard totali in più dei propri avversari, ma hanno regalato loro palla per 6 (!) volte, 3 fumble e 3 intercetti. La giocata che ha salvato il match di SMU è stato il field goal bloccato allo scadere da Jahfari Harvey, che ha consegnato la partita all’overtime.

https://twitter.com/CFBAlerts_/status/1850381289225879842

Altre due o tre cose in breve conference per conference:

In SEC vince Ole Miss 26-14 contro una Oklahoma sempre più depressa e deprimente. Arkansas ne segna 58 alla povera Mississippi State, fanalino di coda della conference, mentre Auburn supera 24-10 Kentucky a domicilio.
In Big Ten era la settimana del Paul Bunyan Trophy tra Michigan e Michigan State: l’occasione per gli Spartans era ghiotta ma una serie di errori, specialmente nel primo tempo quando la squadra di coach Jonathan Smith sembrava in controllo del match hanno concesso ai Wolverines di restare attaccati alla partita e di riuscire nella ripresa a ribaltarla grazie alle corse di Alex Orjii (che subentrava da QB al sufficiente Davis Warren) e alle ricezioni di Colston Loveland, ultimo baluardo dell’attacco campione nazionale in carica. 24-17 il finale.

La sorpresa della settimana stava per arrivare da Columbus: Ohio State ha battuto Nebraska 21-17 faticando oltremodo e trovando il TD del vantaggio definitivo solo a 3 minuti dal termine. Prestazione offensiva aberrante dei Buckeyes che sono sembrati totalmente incapaci di muovere le catene per meriti anche dell’ottima difesa di Nebraska. I dubbi restano su OSU: Will Howard non è più che un buon game manager, il running game non decolla in quanto la O Line – anche a causa di parecchi infortuni – è attualmente di gran lunga il reparto più debole della squadra, mentre tra i ricevitori si salvano i soliti Jeremiah Smith e Carnell Tate – mentre sottotono la prova di Emeka Egbuka.
Infine: USC batte Rutgers 42-20, Iowa batte Northwestern 40-14 e Minnesota batte Maryland 48-23.
In ACC Louisville supera 31-27 Boston College, Virginia Tech non concede nemmeno un TD all’attacco di Georgia Tech, vincendo 21-6, North Carolina batte Virginia 41-14, Cal supera facilmente Oregon State 44-7 e Wake Forest batte Stanford 27-24.

Le cose più interessanti come sempre avvengono in BigXII: il titolo, oltre a BYU, se lo prende coach Prime e la sua Colorado, che batte con prepotenza 34-23 Cincinnati, grazie all’ennesima prova senza senso di Travis Hunter, specialmente in attacco dove ha registrato 9 ricezioni per 153 yard e 2 TD. I Buffaloes raggiungono le 6 vittorie e dunque l’eleggibilità ad un bowl, ma non sono ancora tagliati fuori dalla lotta al titolo di conference: bisogna tenerli d’occhio.
Nel derby tra Kansas e Kansas State vincono gli Wildcats 29-27 grazie ad un field goal da 51 yard segnato dal kicker dei grigioviola a 1:42 dal termine. Partita molto divertente e molto equilibrata che conferma una cosa: questo non è proprio l’anno dei Jayhawks, che per l’ennesima volta perdono una partita che sembravano avere in pugno.
Altro match molto divertente è stato quello tra TCU e Texas Tech, conclusosi 35-34 per i padroni di casa: gli Horned Frogs in svantaggio per quasi tutta la partita hanno trovato la via della endzone nel finale grazie ad un TD di 84 yard dell’ex BYU Eric McAlister e sono arrivati alla W grazie ai due fumble negli ultimi 2 drive di TTU. Seconda sconfitta di fila per i Red Raiders che devono probabilmente dire addio alle ambizioni di titolo di conference.

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Baylor batte Oklahoma State 38-28, West Virginia batte Arizona 31-26 e, infine, perde ancora Utah, in un terrificante 17-14 sul campo di Houston che trova la vittoria grazie ad un field goal allo scadere.
Nelle group of 5 conference da segnalare un risultato sorprendente: l’imbattuta Liberty perde 27-24 sul campo di una Kennessaw State che era ancora a secco di vittorie. È stato senza dubbio l’upset della settimana.
La palma di match più folle della settimana invece se la prende Tulsa – UTSA: i Roadrunners erano in vantaggio 35-7 a fine primo tempo, poi 42-17 a 5 minuti dalla fine del terzo quarto. La rimonta di Tulsa è al limite dell’incredibile e non ha senso che venga raccontata in poche righe. Il finale recita 46-45 per Tulsa, in un match che non significherà nulla in questa stagione, ma che sicuramente verrà ricordato.

Per questa settimana è tutto, appuntamento alla prossima!

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