Farne una lista completa sarebbe opera improba, ma un best fra le decisioni e i comportamenti di Jerry Jones che più mi hanno amareggiato si questo si può fare. Sembra un po’ ingiusto in quanto, credo siamo tutti disposti ad ammetterlo, ci sarebbero da listare anche le cose buone fatte da Jerrah per i suoi Cowboys, che non sono certo poche. In più JJ è un simbolo, un faro, una luce guida per qualsiasi ambizioso imprenditore che sogna di diventare un plurimiliardario. Ha fatto più soldi di Zio Paperone, è nella Hall of Fame, nonostante non abbia mai giocato nemmeno uno snap tra i professionisti, la sua squadra è stata Campione NFL per tre volte e ha un valore che supera quello di qualsiasi altra franchigia al mondo di tutti gli sport. Jerry Jones, che ci piaccia o no, è parte della storia della NFL e sempre per questo sarà ricordato. Per noi che non diventiamo più ricchi rispetto ai Cowboys, siamo decisamente più interessati al risultato sportivo piuttosto che al suo conto in banca, ecco una lista di lamentele, o almeno una lista delle mie personali lamentele.
1 – Si atteggia e rivendica il ruolo di General Manager, il ruolo più importante in ogni organizzazione NFL, senza realmente assolvere ai suoi doveri e, peggio che mai, non ha nessuna intenzione di mollare l’incarico
Quando sei padrone di un’attività, puoi nominarti nel ruolo che vuoi, puoi essere pilota del tuo Team di F1 o essere lo chef del tuo ristorante stellato o persino Re di una Nazione. Non so come se la caverebbe in questi ruoli, ma so come se l’è cavata nel ruolo di GM dal 1989 e quanto pessimo sia stato il suo piano d’azione (o inazione) da allora, e quanto sia stato ancora peggio dal licenziamento di Jimmy Johnson in poi (Johnson che per altro aveva una clausola contrattuale che gli dava totale indipendenza sulla gestione del personale, cosa che nessun altro Coach da allora ha mai ottenuto).
Si presuppone che se ci si assegna un ruolo, significa che sul mercato non c’è nessuno più bravo a svolgere tale ruolo. Non possiamo dire che non fosse nelle sue facoltà pensarlo e farlo, ma oggi ci troviamo a chiederci: quanti fallimenti serviranno ancora per fare ammettere a JJ di aver bisogno di aiuto? Se Jerry gestisse realmente uno scouting department, valutasse i giocatori in prima persona, tenesse sempre in osservazione i movimenti delle altre squadre per cercare nuove interessanti opportunità, se gestisse un reparto addetto a monitorare il lavoro dei Coach, se andasse in giro per i campi d’America a valutare i giocatori del College e scrivesse le sue personali valutazioni dei potenziali picks e via così non avremmo molto da obiettare. Ma lui queste cose non le fa, non sono nemmeno sicuro che, come noi, perda tempo a guardare gli All-22 delle partite della sua squadra. Di certo non sarebbe in grado di nominare gli starters della Difesa dei Lions, o i 5 migliori TE in uscita dal College nel 2025. Ogni altro GM potrebbe farlo senza preavviso. Lui no e la cosa più incredibile è che questo tipo di incompetenza farebbe saltare la testa di qualsiasi altro GM NFL, ma non la sua, ed infatti è il GM con la carriera più lunga nella NFL, ma quando sei il capo di te stesso…
Si potrebbe obiettare che insomma chissenefrega che lui si atteggi a GM se poi magari lo fa qualcun altro nell’ombra? Ma voi pensate che Will McClay e Stephen Jones siano in qualche modo autonomi nelle loro scelte? Pensate che siano stati loro a rifirmare Prescott o tradare Cooper per quattro noccioline? Non risulta che il loro parere conti più di quello della serva, se non quello di McClay durante il processo del Draft. Ogni mossa, ogni decisione, ogni cosa dipende dal parere di JJ e alcune volte è lui che prende iniziativa e decisioni in totale autonomia, senza consultare nessuno. Lui stesso si vantò di aver preso Trey Lance senza dire nulla a nessuno, o rifirmare Elliott, e la lista potrebbe proseguire a lungo…
Insomma se a lui piace giocare al GM con il suo giocattolo, non abbiamo mezzi per impedirglielo anche se sappiamo che non fa nulla di quello che serve per prepararsi ad essere un GM, del resto non mi risulta nessun pari ruolo che abbia abbandonato il Senior Bowl per andare a presenziare ai Winter X-Games.
2 – Dopo 35 anni ancora non si è capito quale che sia la sua filosofia riguardo il gioco del football
Le voci che escono da Dallas da parte di chi ha frequentato Jerry e la squadra, dicono che JJ non abbia nessuna particolare filosofia riguardo il gioco del football, se non l’ultima ascoltata da chiunque abbia il privilegio di potergliela esporre. Non credo esista una persona che abbia avuto successo in questo sport, che non abbia chiare le idee su una filosofia di gestione o di stile di gioco della propria squadra. I Parcells, i Walsh, i Carroll, i Belichick o i Reid e Shanahan di questo mondo hanno le idee chiare su come gestire e portare al successo una squadra e sono strenui difensori della propria “visione”. I Cowboys no, i Cowboys cambiano idea al cambiare del vento, i Cowboys non sono costruiti su profondi principi su come vada costruita, gestita e fatta giocare una squadra. I Cowboys rincorrono sogni o l’ultimo trend di successo cercando di replicarlo, o addirittura la possibilità di ricreare la squadra dei ’90 per ricostruire una dinastia dei 2020’s, peccato che in questi anni il football ha subito tali rivoluzioni tecnico tattiche, oltre che economiche, che potrebbero sembrare due sport diversi.
A sussurrare nell’orecchio di Jerry “incontestabili verità” sono stati prima Jimmy, poi Larry Lacewell, Norv Turner, Butch Davis per il Draft, Bill Parcells, Jeff Ireland. I consigli chiesti a Romo o ad Aikman su chi draftare. Una volta la soluzione era firmare i Free Agents, ora è basarsi quasi completamente sul Draft. Qualche volta vogliamo cittadini modello, altre volte vogliamo riportare sulla retta via personalità a dir poco discutibili. Tutto e il contrario di tutto. Qual è la filosofia dei Cowboys? Qual è la loro identità? Qual è il modo di gestione di JJ? Nessuno lo sa perché nemmeno lui lo sa. Probabilmente l’ultima che ha sentito dire da qualcuno.
3 – Dopo Parcells JJ non ha mai lasciato fare veramente l’Head Coach a nessun Head Coach che ha avuto
Sono risalito a Parcells per quanto egli stesso lasciò perché non voleva farsi imporre Terrell Owens da JJ, quindi l’ultimo totalmente indipendente è stato probabilmente Jimmy Johnson. Jerry non ha mai rispettato il ruolo dell’HC nemmeno nelle cose più essenziali, come nominare il proprio staff. Non conta il nome, non conta la carriera, non conta l’albo d’oro, Jerry ha sempre imposto gli assistenti al proprio HC. Ha messo Zimmer a Parcells, ha assunto Garrett come OC prima ancora di dirlo a Wade Phillips, ha imposto Moore a McCarthy. A Switzer e Gailey ha imposto di lavorare con lo staff già sotto contratto dall’ultimo HC che aveva licenziato.
Ma perché è così grave questa cosa? Perché toglie molta dell’autorità dell’HC che ha bisogno di totale fiducia ed abnegazione del proprio staff, mentre a Dallas tutti sanno che l’unica vera autorità è quella di Jerry e come si sa, Arlecchino a parte, non si possono servire due padroni. Vedrete, via McCarthy molti di questi assistenti passeranno al prossimo HC e avanti così, senza soluzione di continuità.
Ah, e già che ne stiamo parlando, JJ è l’unico GM a intrattenere i propri spot personali sotto forma di interviste, appena fuori dalla porta dello spogliatoio, e anche questo è un messaggio sbagliatissimo. Tutte le altre squadre hanno l’HC come referente unico e credibile dalla stampa, invece noi siamo abituati a questo omino nel suo completo sartoriale che ci parla della partita e talvolta di quanto o meno sia sicuro il lavoro del suo stesso HC. Onestamente non c’è motivo per cui JJ parli dopo ogni partita, e anche se volesse proprio farlo ci sono dei luoghi apposta per intrattenersi con la stampa, ma lui lo fa lì, proprio dove i giocatori possono vedere e rendersi conto di chi davvero comanda. E se l’attuale HC non è in grado di portare risultati, cambiamolo pure, ma mi raccomando sena dargli la possibilità di farsi temere dai propri giocatori, c’è già Jerry…anche per questo. Se un giocatore si rivolge al GM o al Proprietario per un problema invece che all’HC, in ogni squadra questo giocatore passerebbe delle brutte mezz’ore, a Dallas no, anzi, questa cosa cementa il suo rapporto con Jerry che è sempre disposto all’ascolto, togliendo all’HC la sua prerogativa di responsabilità.
Sarà un caso che molti tra i Top Coaches della NFL non vogliono allenare i Cowboys?
4 – Si affeziona troppo ai suoi pupilli
La lealtà è generalmente un tratto caratteriale positivo della vita, fa eccezione lo sport, un’industria dove è necessario essere in grado di congedare quei giocatori che seppur hanno dato tanto alla squadra, sono però arrivati ad un punto della loro carriera dove hanno giocato il loro miglior football ma sono diventati troppo cari in termini di prezzo contrattuale. I 49ers ad un certo punto hanno congedato i Montana, i Rice o i Lott. Certo i recenti addii anticipati a Ware o Smith sono esempi di quanto scritto sopra, ma nella maggior parte dei casi se stabilisci una “relazione” con Jerry hai buone possibilità di sfangare un certo tipo di addii. Subito vengono alla mente Garrett, Zeke, Witten e Romo, tutti esempi in cui il giudizio del GM si fonde con quello dell’amico e la confusione che ne nasce non può che portare disgrazie. I giudizi vengono influenzati dal “rapporto” e la Lealtà si trasforma in cieco giudizio, proprio uno dei motivi per cui il Proprietario non dovrebbe fare anche il GM.
5 – Confonde i guadagni con il successo sportivo
L’imprenditore misura il suo successo in guadagni, lo sportivo in “Vittorie”: la ragione per cui si tiene il punteggio è avere un vincitore. JJ invece è sempre alla caccio di qualcosa di diverso, non ultimo il primo posto nella lista di Forbes tra le franchigie sportive più ricche al mondo relativamente ad ogni sport. 2013, sconfitta con gli Eagles, Playoff addio. Il giornalista chiede a JJ se non si sente imbarazzato dal fatto che la sua squadra ha mancato i playoffs per la quarta volta consecutiva in una partita secca da dentro-fuori e per il terzo anno di seguito all’ultima giornata. Jerry Jones: “Non saprei, ti sentiresti imbarazzato in uno stadio così? Seriamente?” Silenzio…il giornalista prova a cambiare argomento ma JJ: “La risposta è no, assolutamente no”. Cosa abbia a che fare il meraviglioso impianto da 1.2 miliardi di dollari con i risultati scarsi dei Cowboys? Ci mostra la differenza tra un uomo di sport e uno di marketing.
“Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” Matteo 6:24 (Mammona = Denaro, ricchezza, profitto materiale).
6 – Preferisce aver ragione piuttosto che vincere
Mai si è sentito o sentirete dire a JJ di aver sbagliato, mai dirà di aver sbagliato il tempo di un contratto, di aver bisogno di un GM o di poter elaborare un piano migliore. Se solo fosse in gradi di ammettere che dopo averci provato per 25 anni, sia giusto provare una strada diversa… Se assumesse un GM capace e dovesse vincere, ciò gli toglierebbe credito o lo farebbe ricordare come quel proprietario che per la sua squadra è stato in grado di accantonare il suo ego per vincere il Titolo? Ammettere di aver sbagliato gli costa di più che vedere i Cowboys perdere, non ci si toglie potere se per la tua intera vita hai lavorato perché quel potere non possa essere tolto. E’ la SUA squadra, se volesse potrebbe nominarsi HC oggi, e noi muti!
Questo ho imparato in tutti questi anni in cui seguo questa squadra. Tutto rimane immobile purchè nessuno possa dire: te lo dicevo che sbagliavi a fare così o cosà. Ormai per JJ non si tratta nemmeno più di vincere un altro Super Bowl, ma di vincerlo come vuole lui, esattamente come la gente continua a ripetere che così non vincerà mai. Ha bisogno di dimostrare a tutti che lui ha ragione, e ne ha bisogno ancora più che di vincere. Ed è il motivo per cui credo che non riuscirà in nessuno dei due casi.
(A cura di Roberto Giani – Dallas Cowboys Italia)