I Bears vincono l’incontro di week 4 contro i Rams e mantengono l’imbattibilità casalinga dopo le due sconfitte di Houston e Indianapolis in trasferta.
Match solido, equilibrato, ma che alla fine vede Chicago emergere sul lungo grazie alla ritrovata fiducia nel running game, ad un Williams pulito e alla immancabile, granitica, difesa. Bisogna soffrire fino all’ultimo perchè i Rams rimangono aaggrappati al risultato che Matt Stafford vede sfuggirsi solo al drive finale, quello in cui Bisker spezza ogni tentativo di rimonta con un intercetto esaltante che fa eruttare il Soldier Field.
D’Andre Swift è il protagonista della partita, miglior giocatore in campo senza riserve; la sua è una prova di forza fisica e mentale, che rigetta ogni dubbio sulle sue qualità e sul suo operato.
Sono 93 le yard macinate su corsa con la firma su un touchdown importante, alle quali si aggiungono le 72 in ricezione che spaccano il campo e permettono ai Bears di vincere. Sui canali di Huddle Magazine vi avevamo parlato del “Fattore Swift” già a fine luglio: naturale che possa servire del tempo per sviluppare alcune dinamiche di gioco, ma senza voler necessariamente fare troppa dietrologia il senso di quell’articolo trova conferme nella giornata di ieri del RB ex Phila.
Swift risponde alle critiche recenti, votate a demolire il suo stile di gioco e con i numeri che gli remano contro nelle prime tre uscite stagionali. Lo fa con carattere sfoggiando una prova di tutto rispetto che non solo permette a Chicago di vincere la partita, bensì evita di toccare il fondo riportando il record della squadra allo .500 evitando il baratro del 1-3.
Inutile celebrare il lavoro di una difesa stupenda, già determinante in questa prima fase di stagione. I ragazzi di Flus contengono l’esperienza di Matthew Stafford, il quale lancia per 224 yard ma non trova mai la end-zone. Risponde Caleb Williams che sceglie con molta attenzione le sue mosse: le yard lanciate sono solo 157, ma i passaggi completati sono 17 su 23 con buona grazia del Rating, pari a 106.6 (dato messo subito sotto esame in modo profano dagli hater e dai nostalgici di Fields).
Caleb vince la sua seconda partita in carriera, ancora tra le mura amiche, e si prepara ad affrontare i Carolina Panthers originali possessori dei suoi destini nella sfida di domenica prossima ancora al Soldier Field dove pare trovarsi agiato.
Con i Vikings ancora imbattuti in fuga nella NFC North e con i Lions che devono ancora giocare, i Bears rimangono ultimi nella divisione appaiati ai Packers, ma con il calendario che strizza l’occhiolino nelle prossime settimane (sebbene poi Chicago non possa contare più di tanto su questi fattori).
I Rams sprofondano nella NFC West e fanno compagnia ai Cardinals, malcapitati della quarta settimana dopo la brutta figura casalinga contro i Commanders che demoliscono Arizona 42-14. A Los Angeles i tempi di gloria sembrano piuttosto lontani, un ricordo che si dissolve con rapidità lasciando spazio alla delusione di questi giorni.
Tornando al nord invece, dopo queste prima quattro sfide è palese che la situazione dei Bears sia nel pieno dello sviluppo: Chicago vince o perde i suoi incontri mantenendo un solo possesso di distanza tra il sorriso e il broncio. Si dimostra vulnerabile e forte allo stesso tempo, ma nella complessità di questa fase dimostra che gli aspetti positivi siano più rilevanti di quelli negativi.
Dura fare il pronostico in tal senso, perchè i Bears vanno di settimana in settimana con o contro il vento. Sappiamo che storicamente (riferimento agli ultimi anni) il mese di ottobre sia nemico giurato dei Bears e che spesso in questo mese Chicago abbia raccolto risultati pessimi. Se Caleb Williams riuscirà ad invertire questa tendenza la stagione che doveva essere quella dello “zero” potrebbe rivelarsi più piacevole del previsto consentendo ai Bears di affacciarsi alle sfide divisionali dirette con la chance di sollevarsi in alto.
Ci riuscirà?
La risposta genera un brivido a quelli che ci tengono, perchè attraverso i risultati positivi Chicago può trovare fiducia e cinicità. Elementi della quale è stata troppo a lungo sprovvista.