NFL Preview 2024: Minnesota Vikings

Partiamo da tre certezze. Non ci sarà un problema di pressioni eccessive. La striscia di sfortuna che dallo scorso anno ha preso di mira i Minnesota Vikings non si è ancora interrotta. Il resto della division è in una posizione di partenza migliore dei gialloviola.

Certezza numero 1. Nessuno si aspetta granché da quest’annata. Finire con un record positivo sarebbe un miracolo, così come chiudere in una posizione superiore alla terza, che già sarà complicatissima da raggiungere. Eccezione alla regola rispetto alle consuete presentazioni, metto una mia considerazione: se il general manager Kwesi Adofo-Mensah e l’head coach Kevin O’Connell riusciranno a far emergere dei giovani giocatori in grado di formare l’ossatura dei prossimi 3-5 anni, l’annata potrà dirsi sufficiente a prescindere dal record.

Certezza numero 2. L’offseason vichinga è stata segnata da una tragedia terribile, la scomparsa in un incidente stradale, causato da un guidatore ubriaco, del CB rookie scelto al quarto giro nel draft di quest’anno, Khyree Jackson. Con lui sono morti anche due suoi amici. Qualsiasi altra notizia inevitabilmente impallidisce di fronte a un simile accadimento. E ne sono arrivate parecchie altre di novità negative. Dai guai con la giustizia di Jordan Addison: con il talentuoso ricevitore al secondo anno che dovrà sostenere un processo dopo l’arresto per guida in stato d’ebbrezza. In luglio, infatti, è stato ritrovato addormentato al volante della sua Rolls Royce mentre bloccava il traffico.

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Dal recupero meno spedito del previsto di T.J. Hockenson fino all’infortunio che ha chiuso ancor prima di vederla cominciare la stagione di J.J. McCarthy. Il quarterback scelto al numero 10 dello scorso draft è la grande speranza dei Vikings e ha fatto vedere spunti molto interessanti nella prima e unica gara di preseason giocata. Finita quella il ginocchio ha scricchiolato e si è reso necessario ricostruire il menisco. Addio stagione. Addio possibilità di crescere pian piano per mettersi al timone del veliero una volta pronto. Avrà un anno per riacquistare la forma migliore e per studiare il gioco dei “pro” a cui poi dovrà adeguarsi. E non si può non registrare che anche Mekhi Blackmon, giovane cornerback titolare con necessità di crescere ancora, salterà pure lui il 2024 per un ginocchio ko.

Certezza numero 3. I Detroit Lions sono freschi di Championship e desiderosi di restare sulla cresta dell’onda. Con un ottimo roster per poterlo fare. I Green Bay Packers sono giovani, affamati e in ascesa. I Chicago Bears hanno finalmente un attacco degno di questo nome e contano di aver trovato con Caleb Williams il super quarterback che non hanno mai avuto. La concorrenza è davvero molto, molto agguerrita. Troppo, sembrerebbe naturale aggiungere.

OFFENSE

Per reggere il passo occorrerebbe un roster stracolmo di talento, ma così non è. L’attacco sarà guidato da Sam Darnold, all’ultima chiamata per resuscitare la sua carriera da starter. Sarà la prossima storia di redenzione alla Geno Smith e Baker Mayfield? Limitandoci al campo delle probabilità: non sono molte. Dietro di lui restano due dei disastrosi esperimenti 2023 post infortunio di Kirk Cousins: Nick Mullens e Jaren Hall (reduce da una preseason accettabile). Darnold si dovrà districare sfruttando alcune eccellenze e dribblando un po’ di incognite. Il fenomeno è ovviamente Justin Jefferson, fresco di rinnovo milionario, volto e perno della franchigia “aspettando McCarthy”. Il neo arrivo Aaron Jones, ex arcirivale gialloverde, è il miglior RB visto dopo Dalvin Cook, ma avrà bisogno di restare sano e di schemi decenti che con KOC ancora non si sono visti. C’è il già citato Addison, su cui pende una possibile squalifica (comunque ipotizzabile più in là nella stagione). Una linea con ottimi tackle ma l’interno ancora velato di grosse incertezze. Un WR3 da battezzare: Jalen Nailor è il favorito ma Trishton Jackson ha fatto un camp e una preseason super (sembra più lontano Brandon Powell). Tanti TE mediocri da utilizzare finché non si riallaccerà gli scarpini Hockenson. Ridottissimo e poco attraente anche il resto del gruppo dei runner, con il backup Ty Chandler e il fullback C.J. Ham, unici ad entrare nel roster dei 53. Toccherà a loro provare a smentirmi. Mo Ibrahim (ex Minnesota University), aggiunto dai free agent a fine training camp, è durato lo spazio di un respiro. Tagliato, abbastanza a sorpresa, anche lo scattante Kene Nwangwu. In definitiva quel che più si aspetta il popolo gialloviola è vedere un balzo in avanti di coach O’Connell nel plasmare l’attacco, nominalmente orchestrato dall’offensive coordinator Wes Phillips.

DEFENSE

Di sicuro l’impressione è che toccherà ancora all’attacco cercare di vendere i biglietti e vincere pure le partite perché se abbiamo evidenziato più di una lacuna, in difesa ci sono vere e proprie voragini e non è detto che basti la sapienza di Brian Flores per colmarle. Lo scorso anno dopo un buon avvio il reparto pagò comunque caro l’assenza di qualità. Ne aggiungerà, di qualità, Dallas Turner, l’altro rookie scelto al primo round che ha già mostrato in preseason sprazzi davvero molto interessanti. E a lui, insieme ai veterani arrivati dalla free agency, Jonathan Greenard e Andrew Van Ginkel, spetterà il compito di non far rimpiangere Danielle Hunter. L’impressione è che comunque la pass rush possa dare risultati. Diverso capire se le coperture possano essere affidabili.

I cornerback sono pochi e nemmeno troppo brillanti sulla carta. Per questo negli ultimi giorni è arrivato con un contratto annuale Stephon Gilmore, la cui carta d’identità lascia comunque più di un sospetto. Su di lui e Shaquill Griffin ha scommesso Adofo-Mensah per provare a sostenere un reparto che è parecchio deficitario anche nel cuore della defensive line. Riferimento “spirituale” sarà nuovamente Harrison Smith, in un quadro safety abbastanza profondo. Il collegamento con il coaching staff, invece, verrà diretto da Ivan Pace, tra le sorprese più liete del 2023 e a cui si spera possano aggiungersi per dare energie da spendere agli schemi di Flores, almeno un paio degli interessanti undrafted del 2024 tra l’edge Gabriel Murphy, il cornerback Dwight McGlothern o il DL Taki Taimani. Ragazzi che all’inizio lotteranno per un posto a roster. Per il momento esclusi i linebacker Bo Richter e Dallas Gant. Segnalazione anche per il “late round” Levi Drake Rodriguez.

SPECIAL TEAM

E un late round rookie è l’alba di speranza negli special team, dove Will Reichard, da Alabama, ha ben impressionato in offseason e nei test. La ricerca vichinga per un franchise QB è arcinota, quella per un kicker affidabile magari ha ottenuto meno titoli ma negli ultimi anni ha avuto una rilevanza non da poco nel mondo minnesotiano. Da capire, ovviamente, come saranno metabolizzate le nuove regole dei kickoff e che direzione prenderà la carriera di Ryan Wright, buon punter nel suo primo anno che ha lasciato parecchio a desiderare nel 2023.

COACHING STAFF

Possibile che sia invece un anno meno cruciale del previsto per Kevin O’Connell e i suoi assistenti, perché la “certezza numero 1” aspettative basse, rende complesso poter parlare di anno decisivo per il futuro dell’head coach. Tra i suoi compiti c’è anche lo sviluppo del franchise QB, missione rimandata di dodici mesi. Ovvio che se tutto andasse estremamente male qualche riflessione partirebbe. KOC dovrà far vedere passi avanti ed estrarre il massimo dal roster. Valorizzandone più elementi possibili. Missione che condivide con Brian Flores. Il defensive coordinator è rimasto e non è da escludere che se farà bene resterà più di quanto probabilmente si aspettasse. Le parole molto negative nei suoi confronti del quarterback Tua Tagovailoa su come ha gestito da head coach a Miami i suoi primi anni nella lega potrebbero essere state la pietra tombale per le ambizioni da capo allenatore di Flores. Come vedete, si guarda già avanti. Con tantissimo anticipo. Troppo.

Record previsto: 5-12

I nostri voti

Offense - 5.5
Defense - 5
Coaching Staff - 5.5

5.3

La striscia di sfortuna che dallo scorso anno ha preso di mira i Minnesota Vikings non si è ancora interrotta. Il resto della division è in una posizione di partenza migliore dei gialloviola.

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