NCAA Preview 2024: BIG XII

Così come l’anno scorso oltre ai preview delle squadre NFL vi proponiamo anche quelli delle maggiori conference NCAA, cominciamo con la BIG XII.

La stagione 2024 di college football rappresenta l’inizio di una nuova Era: ci saranno i Playoff a 12 squadre per la prima volta e il conference realignement iniziato 2 estati fa si è compiuto, causando la sparizione della Pac12 e l’ingrossamento delle altre Power 4 conference.

La Big XII, di cui trattiamo in questo articolo, per la prima volta sarà composta da 16 squadre: alle 14 dell’anno scorso si sono aggiunte le 4 orfane dalla Pac12 Colorado, Arizona, Arizona State e Utah e si sono tolte le due powerhouse Texas e Oklahoma, dirette in SEC.

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La squadra campione in carica, dunque – i Texas Longhorns – non potrà difendere il proprio titolo, e l’assenza combinata di Longhorns e Sooners aumenta ancora l’imprevedibilità della conference che sempre è stata la più imprevedibile delle Power 5 (ora 4). Probabilmente la Big XII non avrà quest’anno una reale contender per il titolo nazionale, ma ciò non toglie che sarà altrettanto probabilmente la conference più divertente.

La separazione tra “favorite”, “inseguitrici” e “altre” non è così definita, ma proveremo comunque a darvi la nostra opinione.

Le favorite

Seppur ci siano almeno 10 squadre con legittime possibilità di vincere la conference, una favorita ai blocchi di partenza c’è e sono gli Utah Utes. Un anno fa Utah si affacciava alla stagione di Pac 12 con la speranza di vincerla per il terzo anno consecutivo, grazie alla consueta difesa solida e ad un attacco che aveva in 4 skill position player di livello assoluto la sua forza: il QB Cam Rising, il TE Brant Kuithe, il RB Micah Bernard e il WR Mycah Pittman. Per un motivo o per l’altro – tutti inerenti a problemi fisici – nessuno dei 4 ha superato le 4 partite stagionali, ma nonostante questo, gli Utes sono riusciti a vincere 8 partite.

Come torneranno? Saranno tutti fisicamente ristabiliti e riusciranno a restare sani? È impossibile prevedere il futuro, ma assieme alle due aggiunte Damien Alford (da UCLA) e Dorian Singer (da USC) nel pacchetto ricevitori, quello di Utah sembra essere un reparto offensivo tra i più qualitativi ed esperti della nazione, che potrebbe spianare la strada agli Utes verso la prima participazione ai Playoff della propria storia.

A ben vedere gli Utes sembrerebbero avere un problema in secondaria, dove sono partiti 4 dei 5 starter del 2023, ma l’abilità di coach Wittingham di fare le nozze coi fichi secchi, specialmente in difesa, ci rassicura abbastanza sulla buona tenuta del reparto.

Dietro agli Utes c’è un’altra favorita, che secondo le quote di alcuni bookmakers è addirittura davanti alla squadra di Salt Lake City e sono i Kansas State Wildcats di coach Chris Klieman. Rispetto alla Kansas State degli ultimi anni – spina nel fianco delle grandi della conference, squadra solidissima in attacco e in difesa – quella di quest’anno è una squadra che allo stato attuale ha un floor più basso, ma un ceiling decisamente elevato. La difesa rientra pressoché intatta, fatta eccezione per i pass rusher Khalid Duke e Nate Matlack: al loro posto sarà necessario che almeno uno degli underclassmen che finora hanno visto poco il campo si dimostri subito pronto. Ci saranno ancora Austin Moore e Desmond Purnell a gestire il box, mentre la secondaria sarà ancora sotto le ali della safety Jacob Parrish e del nickel Marques Single, 20 passaggi deflettati in 2 l’anno scorso.

Ma è l’attacco che desta interesse: il QB Will Howard è ora ad Ohio State, ma alle sue spalle c’era il super recruit Avery Johnson, che è una grande incognita ma anche un giocatore di grande talento. Altri due giocatori destano grande interesse in attacco e sono il RB ex Colorado ed ex 4-star recruit Dylan Edwards, ragazzo del Kansas che ritorna “a casa” dopo un’esperienza faticosa con coach Prime e il WR sophomore Jayce Brown, che dovrebbe diventare il go-to-guy di Johnson. Certo, l’assenza di un All-American sulla linea come Cooper Beebe non sarà rimpiazzabile, ma i motivi per essere positivi sull’esito della stagione ci sono.

Le inseguitrici

Come detto in apertura sono almeno 10 le squadre che hanno una qualche chance di ambire al titolo di conference. Tra le 8 inseguitrici ce ne sono 2 che sono un gradino avanti e sono Oklahoma State e Kansas.

Oklahoma State è sempre da considerarsi tra le contendenti alla conference: finché ci sarà Mike Gundy a capo del programma, i Cowboys dovranno sempre essere tenuti in considerazione. Il 2023 di Oklahoma State è stato molto sorprendente e nel 2024 la squadra di Gundy vedrà di ritorno gran parte della sua produzione offensiva: il QB Alan Bowman, i ricevitori Brennan Presley e Rashod Owens e soprattutto il RB Ollie Gordon II, probabilmente il miglior runner della nazione – che è incorso ad inizio luglio in un arresto per DUI (driving under influence) e che potrebbe incorrere in una sanzione da parte della scuola, ad ora non dichiarata. La difesa è stata il problema l’anno scorso, ma fanno ritorno 13 dei 18 giocatori utilizzati (più di 200 snap) l’anno scorso e con un anno in più di lavoro per il coordinatore Bryan Nardo, che ha sofferto un po’ il salto dalla D-II alla FBS. Il LB Collin Oliver e le safety Trey Rucker e Kendal Daniels saranno di nuovo i leader di una difesa che è attesa ad un salto di qualità se vorrà rendere la squadra competitiva al massimo livello.

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L’altra inseguitrice è Kansas. Solo qualche stagione fa sarebbe sembrato folle parlare di Kansas come una seria candidata al titolo di conference, ma da quando a guidare la squadra di Lawrence è arrivato coach Lance Leipold, la musica nell’ateneo è cambiata: Kansas non è più SOLO una basketball school. Chiaramente per Kansas il successo della stagione passerà per le condizioni fisiche del proprio QB Jalon Daniels: dual threat QB che purtroppo si è visto troppo poco nell’ultima stagione a causa degli infortuni, ma che se sano potrebbe fare dei Jayhawks una serissima pretendente al titolo. Gli skill position player sono interessanti – oltre al QB, anche la superstar Devin Neal, RB, e il trio di WR Lawrence Arnold, Luke Grimm e Quentin Skinner – ma gli interrogativi restano sulla O-Line, che ha perso 3 starter dal 2023, e sulla difesa, molto forte in secondaria – con i due cornerback Cobee Bryant e Mello Dotson – ma troppo troppo permeabile nel front seven, martoriato dal running game nel 2023.

Un altro gruppetto di squadre dalle ambizioni simili è composto da UCF, Arizona e Iowa State, squadre forse con un floor più alto di Kansas e con un ceiling inesplorato, squadre che potrebbero chiudere con 10 o con 5 vittorie la stagione e non lasciarci stupiti perché da loro ci aspettiamo tutto e niente.

Partiamo dai Knights, squadra ancora sotto la guida di Gus Malzhan, per il suo quarto anno. Tra le tre squadre di questo secondo “gruppetto” di inseguitrici, UCF è quella che ha la possibilità maggiore di chiudere la stagione senza arrivare alla post-season, ma è probabilmente anche quella che ha la probabilità maggiore di vincere la conference – anche se, ragionando è invece quella che quasi sicurmente vincerà 7 partite e chiuderà una stagione onesta ma senza acuti. E così abbiamo detto tutto.

Ritornando seri: perché su UCF le valutazioni sono così dissimili tra sito e sito? La verità è che chiunque abbia guardato la squadra di Malzhan nel suo primo triennio a Orlando si è sicuramente chiesto “dove potrà mai arrivare questa squadra, che sembra così convinta di ciò che fa?” UCF sembra entrata bene in simbiosi col suo coaching staff ed è una squadra che, in ogni partita, dà l’impressione di poter vincere, salvo poi, spesso, per una serie di sfortunati eventi, non farcela. Ed ecco spiegato il perché della frase di apertura: limando i dettagli potrebbe vincerle tutte, ma giocando partite equilibrate e non avendo il talento di qualche anno fa potrebbe anche perderle tutte, ma probabilmente non farà né questo né quello e ci servirà la consueta frittatina, un piatto buono ma che nessuno definisce il suo preferito.

Nel merito: le speranze di titolo di UCF sono riposte nel rapporto che si creerà tra il nuovo QB KJ Jefferson e coach Gus Malzhan, per il quale il QB dual threat ex Arkansas sembra essere adattissimo. L’attacco sarà sicuramente il punto di forza della squadra, mentre la difesa è un enorme intorragativo: 7 titolari sono usciti e sono arrivati ben 12 giocatori dal portal, tutti con la speranza di essere titolari o quasi. Potrebbe volerci del tempo per amalgamare il reparto ed ecco perché il primo mese e mezzo potrebbe essere difficoltoso per UCF, che potrebbe crescere sul finale.

Per Arizona il discorso è esattamente l’opposto: la certezza è rappresentata dai giocatori, perché un quantitativo così esagerato di talento – ovviamente il QB Noah Fifita e il WR Tetairoa McMillan capeggiano la categoria – non lo possiedono tutti. La stagione 2023 degli Wildcats è stata però un raggio di luce in una decade piuttosto buia e di solito, quando accade qualcosa di simile, la stagione successiva arriva un piccolo passo indietro. Ovviamente in questa aspettativa ha un impatto la perdita dell’Head Coach, colui che ha costruito questo gioiellino, Jedd Fisch, che ha ora assunto l’incarico di allenatore a Washington e al posto del quale è arrivato un po’ a sorpresa l’ex allenatore di San José State Brent Brennan. Il talento offensivo è talmente elevato che è difficile pensare che Arizona non arrivi alla bowl season, ma per competere per la conference c’è bisogno anche di altro. Una difesa per esempio. Nel 2023 Arizona ha sofferto un po’ difensivamente, ma nei momenti decisivi è stata proprio la difesa a far vincere le partite agli Wildcats e quest’anno l’unità sarà quasi completamente nuova. La D-Line non vede starter di ritorno, e anche il reparto linebacker e la secondaria saranno sostanzialmente costruiti per intero dal transfer portal: la safety Dalton Johnson e il CB Tacario Davis saranno gli unici due leader di ritorno dal 2023.

Per Iowa State il discorso è ancora diverso, ma è imperniato attorno alla figura del suo allenatore, Matt Campbell, alla sua nona stagione alla guida del programma di Ames. Fino a 2/3 stagioni fa Campbell sembrava l’allenatore moderno per eccellenza, l’oggetto del desiderio di tutte le powerhouse della nazione, ma poi, per un motivo o per l’altro, non ebbe la sua occasione e i risultati coi Cyclones sono inziati a precipitare per poi rialzarsi nel 2023. Siamo, insomma, nel secondo ciclo di Campbell, anche se, di fatto, il primo non è mai finito. Nel 2023 coach Campbell ha dato spazio ad un sacco di freshman, tra cui il QB Rocco Becht, che in questo 2024 potrebbero godere dell’esperienza per fare un balzo in avanti a livello prestazionale. La difesa dovrebbe riconfermarsi un punto di forza della squadra, con quasi tutti i titolari di ritorno con un anno di esperienza in più nel non semplicissimo sistema difensivo di ISU, che può sicuramente aiutare. Il giocatore più importante dovrà essere ancora la safety Jeremiah Cooper, di ritorno dopo un anno stellare.

L’ultimo gruppetto di inseguitrici è composto da Texas Tech, TCU e West Virginia, squadre che partono senza grosse pretese, ma che potrebbero, proprio sfruttando la scarsa pressione della loro piazza, mettersi rapidamente sulla lista delle candidate ad un posto al Championship Game.

Delle tre Texas Tech è quella con più talento ovviamente a partire dal runningback Tahj Brooks, che dopo Ollie Gordono II è il rusher più incisivo della conference e quello che imprime con più vigoria la propria voce sull’attacco della propria squadra. Se il QB Beheren Morton riuscirà a restare sano e ad aggiungere qualcosa al suo gioco potremmo restare stupidi dall’efficacia offensiva di questa squadra. In difesa la certezza è rappresantata dal coordinatore Tim DeRuyter, ormai vecchia volpe dei campi da football, che con il giusto mix di veterani e underclassmen potrà contare su un reparto ben strutturato.

West Virginia è forse la squadra con l’hype maggiore: nel 2023 molti si aspettavano (incluso lo scrivente) un possibile crollo della squadra con conseguente licenziamento di coach Neal Brown, che è invece riuscito, probabilmente nell’anno in cui aveva meno talento a disposizione, a costruire una squadra solida e divertente che entra nella stagione 2024 con molte speranze. La piacevole sorpresa è stata il QB Garrett Greene, che si è dimostrato contro ogni aspettativa una macchina da big plays, grazie anche ad un pacchetto ricevitori di tutto rispetto, composto tra gli altri dal WR Hudson Clement e dal TE Kole Taylor. In difesa Brown ha applicato qualche correttivo, è stato meno spregiudicato con la pressione e ciò ha apportato un generale miglioramento della solidità contro il running game, a scapito di qualcosa concesso sul profondo. Un miglioramento dei singoli pass rusher potrebbe aiutare a migliorare ulteriormente i numeri sul passing game, facendo di WVU una seria pretendente al titolo.

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L’ultima squadra del paragrafo è TCU. Solo 2 anni fa arrivò in finale playoff – dove venne asfaltata da Georgia – e, dopo un anno di riassestamento, sembra voler tornare in corsa per obiettivi importanti. È la squadra su cui si può dire di meno: coach Sonny Dykes ha portato oltre 20 transfer a Fort Worth e se essi funzioneranno o meno potrà dircelo solo il campo. Il QB sarà di nuovo Josh Hoover, piacevole sorpresa del 2023, mentre per il resto l’attacco sarà completamente nuovo. Anche in difesa i nomi “vecchi” sono pochi, ma tra i transfer si scorge anche qualche nome conosciuto, come i pass rusher Nana Osafo-Mensah e Devean Deal, arrivati rispettivamente da Notre Dame e da Tulane.

Le altre

Sono solo 6 le squadre rimaste. Tra queste i sottogruppi saranno questi: da una parte Colorado, dall’altra tutto il resto.

Colorado dovrebbe probabilmente essere un capitolo a sé, visto che nessuno sa veramente quale siano floor e ceiling di questa squadra, così liquida e sempre diversa, ma con così tanto talento da essere difficile da lasciar fuori dal paragrafo di cui sopra. I Buffaloes solo per il fatto di poter schierare il QB Shedeur Sanders i Travis Hunter sia in attacco che in difesa dovrebbero essere considerati una pretendente, eppure ci credono in pochi. In attacco avrà maggior importanza il senior Jimmy Horn Jr, uno dei pochi “veterani” dell’attacco di coach Prime, e al suo fianco troverà spazio il transfer da Vanderbilt Will Shepperd. La Oline sarà totalmente nuova. Anche la difesa avrà molti volti nuovi, tra cui i due pass rusher Dayon Hayes e Rayyan Buell.

Il problema non è tanto i molti trasferimenti, quanto i motivo per i quali la squadra di coach Prime debba essere ogni anno tutta nuova.

Baylor non è una squadra da buttare: ha aggiunto un talento come il QB Dequan Finn da Toledo e possiede un paio di ottimi WR in Monray Baldwin e Kaytron Jackson Jr e, in difesa, hanno la ball-hawking safety che è imprescindibile in un sistema di Dave Aranda in Devyn Bobby. Manca qualcosa in termini di profondità del roster e di peso sulle linee per poter essere una squadra da titolo, ma non sarà una squadra materasso.

In termini di talento, aspettative e potenziale, BYU, Cincinnati, Arizona State e Houston chiudono la conference.

BYU è una squadra sempre fisica, ma con poco talento, che dovrà sostituire il QB dopo la partenza di Kedon Slovis, con l’arrivo di Gerry Bohanon (sì, ancora Quel Gerry Bohanon) che dovrebbe prendersi la titolarità in QB room molto folta ma con poca qualità. La difesa manca di qualche nome importante ma non sarà un colabrodo.

Per Cincinnati il discorso è simile: in offseason sono arrivati una marea di transfer, ma sono nomi poco conosciuti e di non grande esperienza. Coach Satterfield sembra non essere ancora riuscito ad incidere positivamente sul programma.

Arizona State vive un ennesimo anno zero: è la seconda stagione di Coach Kenny Dillingham che sta cercando di ricostruire un programma sulle macerie lasciate da Herm Edwards. In due offseason, Dillingham ha portato a Tempe 60 (!) transfer, e tra i 29 di questa offseason spicca il nome del QB Jeff Simms (da Nebraska), oltre ad essere riuscito a portare Jaden Rashada (QB recruit 4 stelle). Insomma, il floor dei Sun Devils è forse il più basso della conference, ma ci sono buoni motivi per essere entusiasti per quello che potrebbe accadere in questo secondo anno di coach Dillingham, che suona molto come un primo anno (per la seconda volta).

A chiudere Houston, per la quale il concetto è simile. Le basi sono nulle, bisogna sostanzialmente ancora iniziare lo scavo per gettare le fondazioni della squadra, ma l’arrivo di coach Willie Fritz da Tulane è già di per sé un motivo per guardare quantomeno con positività al futuro del programma. Il talento è un gradino sotto a quello di ASU, ma se c’è un uomo in grado di costruire un programma sul nulla, è proprio il 64enne coach ex Tulane, alla sua prima occasione in una squadra di power conference.

Giocatori da seguire

Shedeur Sanders (QB, Colorado): il figlio di Deon Sanders è la vera superstar della stagione 2024 di college football. QB atletico con mezzi tecnici impressionanti e una personalità straripante, divertente da veder giocare anche se poco aiutato dalla sua linea. È ad ora forse il favorito per essere la prima scelta assoluta al prossimo Draft.

Travis Hunter (CB/WR, Colorado): pound per pound il miglior talento della nazione. Giocatore completo, che gioca sia in attacco che in difesa e riesce ad essere uno dei migliori della nazione in ambedue i ruoli. Elettrico e iperatletico, anche se leggermente incline a subire infortuni.

Tetairoa McMillan (WR, Arizona): il miglior WR della conference che ha deciso di restare a Tucson per un altro anno per non perdere la magia della connessione con il proprio QB. Ricevitore completo che, qualora si dichiarasse per il Draft, non farebbe fatica a trovare estimatori pronti a spendere una scelta piuttosto alta.

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Tacario Davis (CB, Arizona): cornerback di 6 piedi e 4, estremamente alto e con braccia lunghe che fa della fisicità e dell’aggressività sulla linea di scrimmage la sua caratteristica distruttiva principale.

Jonah Savaiinaea (OG, Arizona): una montagna (oltre 330 pound) coi piedi di un ballerino. Pass protector eccellente, prima guardia del corpo di Noah Fifita.

Deontay Corleone (DT, Cincinnati): giocatore fisico e veloce, che fa della pass rush interna il punto di forza.

Tyler Onyedim (DT, Iowa State): pass rusher interno, rapido e agile, uomo fondamentale per la difesa dei Cyclone.

Collin Oliver (OLB, Oklahoma State): Freshman difensivo dell’anno in Big XII nel 2021, ragazzo un po’ undersize ma estremamente rapido e violento. Un grande aiuto in pass rush, ma con occhio attento in coverage.

Devin Neal (RB, Kansas): ci sono ragioni per credere che potenzialmente sia il miglior RB della conference. Compatto ed estremamente elusivo, è piacevole da veder giocare ed è estremamente efficace.

Noah Fifita (QB, Arizona): la rivelazione del 2023, atletismo letture e buon braccio, tutto quello che si richiede ad un buon quarterback nel 2024.

Shilo Sanders (S, Colorado): “l’altro” Sanders. Defensive back come il padre, con lo stesso atletismo (anche dopo un inforntunio grave al ginocchio) e letture che stanno crescendo. Potrebbe sorprendere.

Cobee Bryant (CB, Kansas):

Ollie Gordon II (RB, Oklahoma State): semplicemente il miglior running back della nazione per letture, elusività e capacità di assorbire i contatti.

Tahj Brooks (RB, Texas Tech): fisico compatto, grande forza negli arti inferiori, ottime mani. Un three down back che manca forse solo della velocità pura in campo aperto per essere un top assoluto del ruolo.

Jalon Daniels (QB, Kansas): Dual threat elettrico, che ha favorevolmente impressionato nel 2022 (nel 2023 ha giocato poco a causa di problemi fisici): se ci si aspetta un ulteriore miglioramento del rendimento dei Jayhawks, esso non può che partire da lui.

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