Nella week 1 della preseason si è scritta una pagina di storia con l’esordio del Guardian Cap in una partita NFL; sabato 10 agosto è stato James Daniels la guardia dei Pittsburgh Steelers, il primo giocatore sceso in campo con l’imbottitura esterna sul casco.
Domenica 11 diversi giocatori degli Indianapolis Colts hanno seguito l’esempio del lineman: i RB Jonathan Taylor e Zavier Scott, il TE Kylen Granson, il S Rodney Thomas e il LB Grant Stuard hanno deciso di testare in partita il Guardian Cap per farsi un’idea più precisa di vantaggi e svantaggi di un elemento aggiuntivo sulla testa.
Jonathan Taylor ha dichiarato che ha voluto sperimentare in partita il Guardian Cap per prendere le misure, ma non è sicuro che continuerà a usarlo anche in regular season. Certamente lo staff medico e l’equipment staff dei Colts hanno contribuito a stimolare i giocatori a provare l’imbottitura per non lasciare niente di intentato.
UPDATE: nella notte tra venerdì 16 e sabato 17 agosto si è scritto un importante pezzo di storia anche a nord del confine. Thomas Bertrand-Hudon, running back dei Saskatchewan Roughriders della Canadian Football League, è il primo giocatore a usare il Guardian Cap in una partita di regular season della seconda lega più importante del nord America.
COSA E’ IL GUARDIAN CAP?
Facciamo un passo indietro, cos’è il Guardian Cap? Si tratta di una imbottitura aggiuntiva, applicabile all’esterno di qualunque casco per smorzare gli impatti (noi ne scrivemmo nel 2022). Secondo gli studi commissionati dalla NFL, la forza dell’impatto alla testa sarebbe ridotta del 10-12% circa per il giocatore che utilizza il Guardian Cap, percentuale che salirebbe al 20% se lo scontro testa contro testa avviene tra due giocatori che indossano entrambi l’imbottitura esterna. Sempre secondo i dati della lega, negli ultimi due anni le commozioni cerebrali sofferte in allenamento dai giocatori che ricoprono ruoli per i quali in Guardian Cap era obbligatorio si sarebbero ridotte del 52% rispetto allo stesso periodo e agli stessi ruoli prendendo in considerazione i tre anni precedenti all’introduzione dell’imbottitura.
Il prodotto è stato creato dalla Guardian Innovations, che lo ha lanciato nel lontano 2011 destando inizialmente sospetto e resistenza da parte di giocatori, allenatori e tifosi per via dell’aspetto “goffo” che conferisce a chi lo indossa. Lee e Erin Hanson, proprietari della società e compagni nella vita come nel lavoro, hanno deciso di collaborare con high school e college per far conoscere il proprio prodotto ed entrare nel mercato partendo dal basso.
Prima di arrivare in NFL, il Guardian Cap ha adornato per anni in allenamento i caschi dei giocatori di importanti università. Secondo il sito ufficiale del prodotto, attualmente l’imbottitura è utilizzata da più di 500 college, più di 5000 high school, più di 1000 programmi giovanili oltre che dai 32 team NFL e dai 9 team CFL.
Brevetti:
- Brevetto del 1 aprile 2014, USD701999S1
- Brevetto del 19 aprile 2016, US9314061B2
- Brevetto del 6 marzo 2018, US9907346B2
- Brevetto del 21 gennaio 2020, US10537148B2
IL GUARDIAN CAP E LA NFL
La NFL, alla ricerca di soluzioni che limitino i danni causati dai ripetuti colpi alla testa subiti dai giocatori, nel 2017 in collaborazione con la Football Research, Inc. e con il Clinical and Translational Science Institute della Duke University ha lanciato gli NFL HeadHealthTECH Challenges, una serie di sfide volte a stimolare la ricerca e l’innovazione in ambito di protezione da traumi alla testa. Tramite questo programma, la Guardian Innovations si è aggiudicata un premio di 20 mila dollari per supportare i test biomeccanici sul proprio prodotto.
Nel 2020 la NFL e la NFLPA hanno deciso di consentire l’uso su base volontaria del Guardian Cap NXT da parte degli uomini di linea in allenamento e a poco a poco l’imbottitura esterna ha preso piede, diventando nel 2021 un elemento tutt’altro che alieno durante gli allenamenti NFL.
Nel marzo 2022 la NFL ha introdotto l’uso obbligatorio in allenamento del Guardian Cap per alcune posizioni (OL, DL, TE e LB) che storicamente sono soggette al maggior numero di impatti alla testa. Nel primo anno l’obbligatorietà era limitata a tutti gli allenamenti dall’inizio del Training Camp fino alla seconda partita di preseason. L’obiettivo principale della lega era quello di limitare la forza degli impatti alla testa e, possibilmente, di ridurre anche il numero delle commozioni cerebrali.
Nel marzo 2023 l’obbligo dell’uso del Guardian Cap è stato esteso anche a RB e FB per tutti gli allenamenti della preseason e per tutti gli allenamenti con contatto in regular season e postseason.
Quest’anno la NFL non solo ha esteso l’obbligo della protezione esterna anche per WR e DB, ma ha addirittura concesso ai giocatori che volessero farlo di usarla in partita. Ovviamente in partita il Guardian Cap deve essere coperto con una cover che riproduce quanto più fedelmente possibile le grafiche del casco. Qualche squadra deve ritoccare ancora qualcosa da questo punto di vista, per esempio le cover dei Chargers hanno numeri laterali di dimensione ridotta rispetto a quelli apposti come adesivo sul casco.
L’ESTETICA
Quale sarà la percentuale di utilizzo del Guardian Cap in partita, specialmente da parte degli skill player di alto livello? La scelta di usarlo o meno non sarà solamente dettata dalla fiducia nelle sue capacità di ridurre effettivamente il rischio di danni a lungo termine, ma ci saranno altri fattori in gioco: comfort e estetica.
I giocatori, soprattutto in certe posizioni, hanno rinunciato sempre più alle protezioni per cosce e ginocchia (riducendole al minimo o addirittura non utilizzandole) nonostante siano espressamente richieste dal regolamento NFL, un po’ per potersi muovere più liberamente ed efficacemente senza l’ingombro delle imbottiture, un po’ per motivi estetici. Non nascondiamoci dietro ad un dito, l’estetica conta per un giocatore NFL.
“You look good, you feel good. You feel good, you play good. You play good, they pay good” (Deion Sanders)
Nei primi anni 90 del secolo scorso tre giocatori, Mark Kelso dei Buffalo Bills, Steve Wallace dei San Francisco 49ers e Randy Dixon degli Indianapolis Colts iniziarono a utilizzare il ProCap, una protezione rigida esterna che mirava a ridurre il rischio di commozioni cerebrali. La vistosa conchiglia aggiuntiva conferiva ai giocatori un aspetto particolare, tanto che Kelso fu soprannominato “Great Gazoo” (il personaggio del cartone animato “i Flintstones”). Qualche altro giocatore lo utilizzò per qualche partita (ad esempio il WR dei Bills Don Beebe nel 1994 dopo una commozione cerebrale) ma il ProCap non prese mai piede in NFL.
Dopo decenni di negazione, la lega ha iniziato ad affrontare apertamente il grave problema dei traumi alla testa e delle terribili conseguenze sul lungo periodo per i giocatori. Sul piatto c’era il futuro stesso dello sport. Gli studi medici che hanno aperto gli occhi dell’opinione pubblica sull’encefalopatia traumatica cronica (CTE) e le tante tragedie che hanno coinvolto ex giocatori non potevano più essere ignorate. Le modifiche al regolamento da sole non sarebbero bastate, quindi la NFL ha spinto sulla strada dell’innovazione nel campo della sicurezza collaborando e condividendo dati con le ditte produttrici di caschi per incentivare lo sviluppo di modelli sempre più sicuri e performanti. E’ sotto gli occhi di tutti la velocità con cui i vecchi modelli escono di scena e nuovi modelli vengono introdotti ogni anno.
I caschi più moderni e più performanti nei test di impatto (in questo articolo un paragrafo dedicato all’argomento) hanno forme che in alcuni casi si discostano molto da quelle del casco a cui i vecchi amanti dello sport erano abituati. Inizialmente i giocatori che adottavano i nuovi modelli erano sbeffeggiati dal tifoso medio, che li trovava buffi o addirittura ridicoli.
Ma pian piano qualcosa è cambiato nelle coscienze di tanti giocatori importanti, e ora ci stiamo abituando e – quasi – non ci facciamo più caso. Ma saranno maturi i tempi perché il pubblico e soprattutto i giocatori accettino l’utilizzo della protezione esterna? Se verrà dimostrata in maniera incontrovertibile la sua efficacia, la NFL dovrà valutare di renderla obbligatoria, o in alternativa i produttori di caschi dovranno trovare il modo di ottenere gli stessi risultati migliorando le imbottiture all’interno del casco e le tecnologie di dissipazione (come vedremo nel seguito dell’articolo sta in parte già succedendo).
I TEST SUI CASCHI
Benché la lega sia più che soddisfatta dei risultati raggiunti con l’uso del Guardian Cap, ogni anno in collaborazione con la NFLPA rinnova i sempre più severi test sui caschi e aggiorna le liste di quelli più sicuri e di quelli che non raggiungono più gli standard per l’utilizzo in partite NFL.
Per la prima volta, nel 2024 NFL e NFLPA hanno creato tre diversi poster destinati a defensive linemen, offensive linemen e quarterback in cui sono elencati i risultati ottenuti dai caschi in test che li hanno sollecitati in base agli impatti più frequenti relativi alla specifica posizione. Sempre più produttori infatti stanno introducendo caschi che mirano a proteggere al meglio i giocatori in base al proprio ruolo.
I caschi indicati in verde sono quelli che si sono comportati meglio nei test e tra i quali i giocatori possono scegliere liberamente anche ragionando su altri importanti fattori come comfort e storia clinica. Quelli indicati in giallo sono caschi ancora ammessi, ma il cui utilizzo è consentito solo a chi già li usava in NFL nel 2023; se un rookie usava quel casco al college non potrà continuare ad usarlo in NFL e dovrà scegliere un casco della lista verde. I caschi in rosso, infine, sono quelli che da quest’anno non potranno essere più usati da nessun giocatore NFL.
(per vedere anche le tre liste destinate a DL, OL e QB potete scaricare il PDF completo)
Ci sono sei caschi che hanno dato risultati talmente positivi – superiori a quelli ottenuti da altri caschi con il Guardian Cap attaccato – che la NFL ha stabilito che se un giocatore sceglie di usare uno di quei caschi non ha l’obbligo di usare il Guardian Cap in allenamento. Secondo questo articolo di Judy Battista la lista dei sei caschi è la seguente:
- Riddell Axiom 3D QB
- Riddell Axiom 3D
- Riddell Axiom 3D OL/DL
- VICIS Zero2 Trench Matrix ID 2024
- VICIS Zero2 Trench LP Matrix ID 2024
- Xenith Orbit Pro
Per ragioni di spazio alcuni caschi ammessi non sono stati inseriti nel poster perché utilizzati da una percentuale molto bassa di giocatori; la NFL li ha inseriti nella cosiddetta legacy list.
La lista sotto invece comprende tutti i caschi ormai vietati perché ritenuti non sicuri in base ai risultati dei test o perché fuori produzione.
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