La festa per la classe 2024 della Hall of Fame

Sabato a Canton si è chiusa la tre giorni dedicata all’ingresso nella Hall of Fame della classe 2024. Dopo la consegna delle giacche dorate e la prima partita di preseason tra Chicago Bears e Houston Texans è arrivato il momento della cerimonia più importante. Cominciamo, come da tradizione, con gli eletti.

Gradishar

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Un veloce resoconto della cerimonia con un riassunto dei discorsi degli indotti (o di un loro parente).

Dwight Freeney

Freeney è stato presentato da Jim Irsay, proprietario degli Indianapolis Colts. Nel suo discorso di ingresso nella Hall of Fame Dwight ha ringraziato tre giocatori dei Colts che lo hanno preceduto, Peyton Manning, Marvin Harrison e Edgerrin James per tutto quello che gli hanno insegnato. Ha poi dato un consiglio ai giovani che aspirano a diventare giocatori NFL: il football non è un gioco facile. Può sembrare un viaggio impossibile. Ma ricordate sempre che il duro lavoro e il sacrificio sono le chiavi per aprire la porta dei vostri sogni.

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Steve McMichael

Steve è stato presentato da Jarrett Payton (figlio di Walter), amico storico e giornalista sportivo. McMichael soffre da anni di SLA, quindi non ha potuto partecipare di persona alla cerimonia, ma la cerimonia è andata da lui.

Steve ha comunque voluto dire la sua e le sue parole sono state lette dalla sorella Kathy. Ha ringraziato tutti per l’onore di entrare nella Hall of Fame, i Chicago Bears (per i quali ha giocato 15 anni), i tifosi della squadra e tutta la sua famiglia per tutto il supporto che danno giornalmente.

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Randy Gradishar

Gradishar è stato presentato da Tom Jackson, suo compagno di squadra ai Denver Broncos. Nel discorso ha menzionato Myrel Moore, allenatore dei linebacker a Denver, per tutto quello che gli ha insegnato sia sul campo che a livello mentale e ha ringraziato Joe Collier, scomparso pochoi mesi fa, il defensive coordinator della Orange Crush, la forte difesa dei Broncos degli anni 70. 

Andre Johnson

Johnson è stato presentato da Gary Kubiak, suo head coach agli Houston Texans. Ha iniziato il discorso ringraziando Butch Davis per avegli dato una borsa di studio per giocare nella University of Miami con i quali vinse la NCAA nel 2001. Ha continuato salutando i suoi compagni agli Houston Texans ringraziandoli per tutti i giorni, gli allenamenti e le partite passati insieme e la famiglia McNair (owner della squadra) per aver creduto in lui chiudendo con la mamma per tutti i sacrifici fatti per permettegli di diventare un giocatore professionista ed entrare nella Hall of Fame.

Julius Peppers

Peppers è stato presentato da Carl Carey, amico storico, mentore e suo agente. Julius ha iniziato il discorso ringraziando Bessie Brinkley, sua mamma, per tutto quello che gli ha insegnato quando era ragazzo, l’etica del sacrificio, la disciplina e l’importanza di aiutare chi è in difficoltà. A seguire Ben Foster il suo allenatore in high school che lo portava a casa quando sua madre non poteva. Ha poi ringraziato tutti gli head coach avuto nella sua carriera NFL e i tanti compagni che l’hanno accompagnato per 17 anni. 

Patrick Willis

Willis è stato presentato da Ernicka Willis, sua sorella. Ha iniziato il suo discorso ricordando la sua ultima partita, per poi passare al 1996 quando in high school aveva visto un video su Walter Payton nel quale comparivano anche Jerry Rice e Roger Craig; nel 2008 da capitano dei 49ers aveva a fianco proprio Rice e Craig. Ha ringraziato Mike Singletary, suo coach di reparto a San Francisco che gli ha insegnato i fondamentalli tecnici e tattici e di come essere un leader della squadra.

Devin Hester

Hester è stato presentato da Juanita Brown, sua madre e proprio a lei sono andati i primi ringraziamenti del primo returner che entra nella Hall of Fame. Ha ricordato i suoi inizi, la prima corsa da runningback in high school con relativo touchdown, il primo ritorno al college, 97 yard e touchdown. Ha poi consigliato ai ragazzi di non fossilizzarti solo sui ruoli come ad esempio il quarterback, di tenere la menta aperta approfittando di ogni possibilità possa arrivare.

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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