NFL Preview 2024: Detroit Lions

Decenni di delusioni, dal Championship del 1991 in avanti, sono stati letteralmente spazzati via da un’annata strepitosa per i Lions, che hanno riconquistato la NFC North, per la prima volta dal 1993, sono tornati a vincere – due volte – ai playoff, mettendo Rams e Buccaneers al tappeto, e sono andati a un passo dal primo Super Bowl nella loro storia, fermati soltanto dalla rimonta dei 49ers. Una stagione di gloria, ma i sogni di Detroit non finiscono qui: con una difesa rinnovata e un attacco di livello assoluto, l’esordio in finale potrebbe essere soltanto rimandato.

OFFENSE

Il clamoroso rinnovo per quattro anni e 212 milioni di dollari firmato da Jared Goff lo scorso 13 maggio dovrebbe rendere l’idea di quanto Dan Campbell sia entusiasta di lui e, soprattutto, di quanto il quarterback si sposi perfettamente con il progetto presente e futuro dei Lions. D’altronde l’ultima regular season, così come la precedente per altro, parlano chiaro in termini di produzione ed efficacia: 4.575 passing yard con il 67.3% al lancio, 30 touchdown pass e 12 intercetti, con l’aggiunta di un paio di career high da 837 passing yard e 4 touchdown pass nei playoff. Un Goff superbo, protetto dalla più dominante tra le offensive line in NFL. Il tackle Penei Sewell è stato il miglior uomo di linea offensiva della scorsa stagione, mentre Frank Ragnow il più efficiente tra i centri e, al loro fianco, ci sono ottimi giocatori come Taylor Decker e Graham Glasgow, tackle e guardia a sinistra, e il nuovo arrivato Kevin Zeitler, che promette un ulteriore salto di qualità rispetto al partente Jonah Jackson. Una linea praticamente senza punti deboli, pronta a chiudere la cassaforte intorno al proprio attacco. A giovarne, infatti, è anche un backfield molto ben amalgamato, con il taurino David Montgomery, 1.015 rushing yard in 219 portate e 13 touchdown l’anno passato, accompagnato dalla fresca esplosività di Jahmyr Gibbs, fenomenale nella propria stagione da rookie con 945 yard in 182 portate, ben 5.2 di media a giocata, 10 giocate da almeno 20 yard e 10 touchdown.

A proposito di contratti importanti freschi di firma, invece, il punto di riferimento principale per Goff resterà Amon-Ra St. Brown, che si è guadagnato 120 milioni per i prossimi quattro anni con un 2023 spaventoso, in cui ha stampato 1.515 yard in 119 ricezioni su 164 target, 24 giocate da almeno 20 yard e 10 touchdown. Gli stessi che, molto più a sorpresa, ha collezionato un altro esordiente di valore assoluto, il tight-end Sam LaPorta, ad accompagnare 889 yard in 86 ricezioni. Un attacco senza punti deboli, insomma, o quasi… perché ad accompagnare St. Brown e LaPorta non c’è un secondo wide receiver altrettanto affidabile. Con la partenza di Josh Reynolds in direzione Broncos, gli occhi saranno ancor più puntati su Jameson Williams, scelta numero 12 al Draft del 2022 e ancora troppo incostante, tra partite giocate e situazioni fuori dal campo, per poter garantire assoluta sicurezza. Gli arrivi di Donovan Peoples-Jones e di Tre’Quan Smith danno qualche opzione importante in più nelle rotazioni offensive, ma potrebbe rivelarsi questo l’unico neo di un reparto altrimenti strepitoso in tutte le sue componenti.

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DEFENSE

Due stagioni fa, la rincorsa disperata dei Lions verso i playoff era stata interrotta da una difesa incapace di tenere il passo di un attacco in rampa di lancio. Questa tendenza, almeno in parte, almeno contro le corse avversarie, si è ribaltata nella scorsa annata, ma Detroit non è riuscita a colmare le proprie difficoltà contro i quarterback avversari e ha concesso il secondo numero più alto in tutta la NFL per passing yard a giocata, ben 7.8. Si spiega così la disperata ricerca di giocatori di valore per la secondaria tra la free agency e il Draft. Tra le safety tutto confermato, con il talento incostante di Kerby Joseph, 8 intercetti equamente distribuiti e 19 pass deflected in totale nelle prime due stagioni in NFL, ad accompagnarsi a quello di Brian Branch, più che convincente con 13 pass deflected e 3 intercetti nell’anno da rookie in Michigan. A proposito di giovani prospetti, tra i cornerback si è aggiunto Terrion Arnold, scelta numero 24 allo scorso Draft, tra i migliori prospetti – se non il migliore – nel ruolo in uscita dal college. A loro si aggiungono Carlton Davis e Amik Robertson, in arrivo uno da sei anni di fruttuosa esperienza ai Buccaneers, con tanto di Super Bowl vinto nel 2020 contro i Chiefs di Patrick Mahomes, e l’altro da quattro in buona crescita ai Raiders.

A guidare l’ottimo front seven dei Lions e, in particolare, la sua imponente linea a quattro, è un pazzesco Aidan Hutchinson, reduce da una regular season impressionante da 11.5 sack, 14 tackle for loss, 7 pass deflected, 1 intercetto e 3 fumble forzati. Sul lato opposto c’è un nuovo innesto, quel Marcus Davenport arrivato ai Saints con le migliori speranze al primo giro del Draft 2018 e mai confermatosi sui livelli prospettati, soprattutto in un’ultima stagione giocata poco e male tra le fila dei Vikings. L’accoppiata, potenzialmente esplosiva, è accompagnata dai tackle Alim McNeill e DJ Reader, entrambi reduci da un’ottima regular season, l’uno a Detroit e l’altro a Cincinnati. Qualche perplessità in più la destano i linebacker, con la macchina da tackle Alex Anzalone, salito a 129 nel 2023 oltre a 23 in tre partite di playoff, accompagnato da Jack Campbell, chiamato a confermare una solida annata da rookie, e dal meno rassicurante Derrick Barnes. Al di là dei titolari, comunque, nessuno tra gli uomini a disposizione in rotazione fa brillare gli occhi. Al netto di possibili sorprese e, a tal proposito, provate a citofonare alla safety Ifeatu Melifonwu: 16 tackle e 2 sack nei playoff, praticamente la metà rispetto ai 33 con 3 sack dell’intera regular season precedente.

SPECIAL TEAM

Dopo aver tagliato Riley Patterson, nonostante un buon avvio di regular season, i Lions si sono affidati a Michael Badgley e sono stati ripagati: 4/4 nelle quattro partite conclusive, pur con un altalenante 13/15 negli extra point, e un perfetto 14/14 tra field goal (3) ed extra point (11) in postseason. Parlando di eccellenza, in pochi possono garantirne quanto Jack Fox tra i punter: i 10 a 47.4 yard di media dei playoff, dei quali 7 entro le 20 yard avversarie, arrivano dopo una stagione regolare da 46.4 yard di media in 57 tentativi, con 26 infilati in redzone. Il già citato Peoples-Jones andrà a supportare Kalif Raymond nell’ambito dei punt return, mentre a Khalil Dorsey e Craig Reynold saranno affidati i kickoff.

COACHING STAFF

Le doti, umane e tecniche, di un leone come Campbell sono note a tutti gli appassionati. Nessuno quanto lui, tra gli head coach in NFL, è in grado di esaltare, scuotere, trascinare i propri giocatori, guidandoli verso prospettive insperate e inesplorate. Il Championship contro i 49ers, però, ha lasciato avvertire i primi scricchiolii di una personalità devastante, che dovrà riuscire a non restare vittima del proprio personaggio. Un paio di controverse chiamate, per quanto in parte decisive nella sconfitta che è costata la finale, non possono cancellare la metamorfosi profonda iniziata e instaurata da Campbell ai Lions, strappati dai consueti bassifondi e riportati dove non erano mai più stati nei 30 anni precedenti. Nel contribuire a questo enorme percorso di crescita, ha svolto un compito fondamentale Ben Johnson, offensive coordinator “rockstar”, come l’ha definito il suo head coach. Promosso nel ruolo nel 2022, ha trasformato l’attacco dei Lions in uno tra i più efficienti nella storia della franchigia. Nella prossima regular season, però, la pressione sarà soprattutto sulle spalle di Aaron Glenn, defensive coordinator che, oggi più che in passato, ha a disposizione un reparto di valore, che potrà fare la differenza nella corsa al sogno di approdare al Super Bowl.

Record previsto: 13-4

I nostri voti

Offense - 9
Defense - 8
Coaching Staff - 8.5

8.5

Un attacco stellare e una difesa rinforzata sono la ricetta perfetta, nelle mani del condottiero Campbell, per sognare il primo Super Bowl: dopo aver sfatato tutte le maledizioni, tranne la più grande, i Lions vogliono trasformare l'utopia in realtà, mettere le mani sulla NFC tutta e prendere posto nell'Olimpo della storia NFL. 

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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