Le riserve sul futuro che attendeva i Bears sono state sciolte. La NFL ha riacceso i riflettori su Chicago che, grazie alle mosse del draft e ad un mercato aggressivo in termini di free agency, può ora tornare ad ambire a qualcosa di veramente importante.
Il dialogo tra attacco e difesa potrebbe essere di quelli profondi perchè sulla carta i Bears sono una formazione che ha acquisito equilibrio, esperienza, estro e con ogni probabilità anche voglia di vincere. Un roster profondo e talentuoso si lascia i tempi bui alle spalle preparandosi a crescere sulla spinta dei più giovani e sulla maturità dei veterani che guideranno il gruppo.
OFFENSE
Sembra che il tallone di Achille abbia trovato solidissimi calzari da indossare e la formazione d’attacco che prima era il punto debole è oggi la vera forza dei Bears.
Caleb Williams ha già di suo il potenziale per eccellere che verrà esaltato da un tridente di ricevitori invidiabile. Inutile girarci intorno: DJ Moore, Keenan Allen e il nuovo arrivato Rome Odunze sulla linea di partenza fanno paura. Contenere tre WR di questa portata toglie il sonno a qualsiasi defensive coordinator della lega. Poi ci sarà un Cole Kmet più navigato pronto a funzionare da diversivo. Infine il back è prevedibile che possa sfruttare gli spazi creati dai wideout per aggredire sulle corse e D’Andre Swift ha abbastanza carattere per imporre il suo gioco.
La linea offensiva resta il nodo da sciogliere per via della tenuta fisica e dell’alchimia che negli ultimi anni è venuta meno. Se il muro di contenimento regge, Williams è in grado di fare danni pesanti.
DEFENSE
La difesa dei Bears, come i libri ci insegnano, ha saputo salvare una stagione partita nel peggiore dei modi e che sarebbe potuta finire con un disastroso fallimento. Non che le cose siano poi migliorate così tanto, ma questo reparto è quello a cui vanno riconosciuti i meriti in materia di vittorie.
L’innesto di Montez Sweat ha cambiato il corso degli eventi trasformando lo spogliatoio e riportando un livello di competitività interessante sul piano del gioco. Da quel punto, quello del suo arrivo, è come se Chicago avesse aperto gli occhi togliendosi persino quella fastidiosa nebbia dalla mente che non consentiva di comportarsi da vera squadra di football.
Oggi questo reparto avrà più respiro grazie alla complicità di un attacco che, a differenza del passato, non dovrebbe più essere quello del 3’n out.
Possiamo giudicare la difesa dei Bears in modo abbastanza bilanciato e sebbene tra front seven e secondaria ci sia ancora qualcuno che necessiti di crescere, l’amalgama nel complesso risulta stabile. Certo dal momento in cui il front office ha investito ogni risorsa sull’attacco, le responsabilità graveranno di meno sulla difesa ed eventualmente le consentiranno di giocare con meno pressioni; se poi questo sarà un vantaggio o meno sarà il tempo a dircelo.
SPECIAL TEAM
Le nuove regole sul kickoff influiranno in particolar modo all’inizio e questo aspetto vale per tutti, non solo per i Bears. Richard Hightower cercherà ogni vantaggio possibile in tal senso.
Durante le OTA e il minicamp, i Bears hanno sperimentato diversi giocatori sui ritorni, spesso utilizzando la two-deep formation. Ciò consente ad Hightower di avere una certa flessibilità tra i ritornatori e i bloccanti.
Lo skill set di Velus Jones Jr. fatto di velocità, potenza e buona visione sarà il punto focale sul quale Chicago concentrerà le strategie dei ritorni, mentre sui punt la scommessa australiana di Tory Taylor ha generato uno scetticismo non indifferente che però si è subito scontrato con i numeri pazzeschi dei suoi calci. Strano quanto insolito vedere una squadra selezionare un punter al quarto round di un draft. Poles deve aver visto qualcosa in più in questo giovane da Iowa, qualcosa che potrebbe rivelarsi l’arma segreta per impattare a livello di special team.
COACHING STAFF
Qui potrebbe sorgere qualche dubbio. Più di uno in realtà.
Lo scorso anno Eberflus ha risolto una situazione più che complicata salvando panchina e contratto ma a questo punto della storia le aspettative sono alte. In parole povere rispetto a quando Flus è stato nominato capo allenatore ed il raggiungimento delle tre vittorie sembrava un miraggio, oggi la sua conferma può arrivare solo attraverso i successi e una qualificazione ai playoff.
Resta da valutare se l’allievo di Nick Saban sia l’uomo giusto per poter puntare in alto, o se la sua figura possa rimanere quella del traghettatore che per inerzia è in grado di giungere fino ad un punto preciso senza poi trovare l’exploit.
Quella di portare i Chicago Bears ai playoff in modo credibile e non per il rotto della cuffia è un’impresa singolare: per farlo Chicago dovrebbe vincere la propria divisione in modo da potersi consolidare tra le migliori squadre del campionato mettendo da parte indugi, remore e lungaggini varie.
Stesso discorso vale per il suo staff che dovrà gestire al meglio il talento del nuovo quarterback evitando di bruciarlo ma senza dimenticarsi di esaltarne le qualità. L’attenuante sarà determinata dall’anno uno di Caleb, perchè nonostante le prospettive dei Bears e del loro nuovo look siano magnifiche è piuttosto raro vedere un rookie QB che entra in NFL e domina dal principio.
Purtroppo però, il no-pressure time scorrerà più veloce del previsto.
Record previsto: 10-7
I nostri voti
Offense - 8.5
Defense - 6.5
Coaching Staff - 6
7
La NFL ha riacceso i riflettori su Chicago che, grazie alle mosse del draft e ad un mercato aggressivo in termini di free agency, può ora tornare ad ambire a qualcosa di veramente importante.
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