Cos’è il Walter Payton Man of The Year Award

Nella notte di giovedì 9 febbraio a Phoenix, Arizona, si sono tenuti gli NFL Honors, la cerimonia dove vengono assegnati i premi di fine anno e vengono annunciati i nuovi Hall of Famer. Tra i premi c’è il Walter Payton NFL Man of the Year Award, che ogni anno premia un giocatore NFL distintosi per il suo impegno fuori dal campo a favore della comunità.

prescott walter payton

Il vincitore è stato il QB dei Cowboys Dak Prescott, scelto tra i 32 giocatori nominati da ciascun team e resi noti dopo le partite di week 13. Tramite la Faith Fight Finish Foundation, la fondazione da lui creata in onore di sua madre Peggy persa prematuramente nel 2013 per colpa di un cancro al colon, il QB è impegnato su diversi fronti: la ricerca sul cancro, la salute mentale e la prevenzione dei suicidi (il fratello di Dak si è tolto la vita nel 2020), creare delle occasioni di incontro tra le forze dell’ordine e la comunità e l’assistenza alle persone che stanno attraversando un momento di difficoltà economica.

Pubblicità

Abbiamo chiesto a Dak Prescott il significato dell’aver vinto il Walter Payton Man of The Year Award.

LA PATCH SULLA MAGLIA

Come Walter Payton NFL Man of the Year Prescott non solo avrà a disposizione un premio di 250 mila dollari da donare in beneficenza, ma ottiene anche il diritto di portare sulla maglia per il resto della sua carriera una patch che riproduce la statua.

La tradizione di aggiungere una patch per riconoscere i vincitori del Man of the Year Award è stata lanciata nel 2017 (ne avevamo parlato qui), ed i primi giocatori ad averla sulla maglia sono stati l’allora QB dei Saints Drew Brees (vincitore nel 2006), il TE dei Cowboys Jason Witten (2012), il LB dei Panthers Thomas Davis (2014), il WR dei Cardinals Larry Fitzgerald (2016) e il QB dei Giants Eli Manning (2016).

Pubblicità

Nel 2022 tre giocatori avevano la patch sul petto: il DE degli Arizona Cardinals J.J. Watt (vincitore nel 2017 quando giocava con gli Houston Texans), il DE dei Baltimore Ravens Calais Campbell (vincitore nel 2019 con i Jacksonville Jaguars) e il QB dei Denver Broncos Russell Wilson (vincitore nel 2020 con i Seattle Seahawks). Watt ha annunciato il ritiro alla fine della stagione.

Ogni anno i 32 candidati dalle varie squadre possono essere riconosciuti sul campo per la presenza di un adesivo sul retro del casco, che portano dal momento in cui sono annunciati fino alla fine della stagione.

Pubblicità

LA STORIA DEL PREMIO

Il premio è stato inaugurato nel 1970 e nel 1999 è stato ribattezzato in onore della leggenda dei Bears e Hall of Famer Walter Payton. La statua rappresenta un giocatore con sulle spalle una mantella che soprattutto in passato veniva indossata a bordo campo per proteggersi dal freddo. L’autore dell’opera, l’artista Daniel Bennett Schwartz, l’ha battezzata “The Gladiator”. Schwartz era conosciuto nel mondo NFL per aver realizzato diverse illustrazioni per gli articoli di Sports Illustrated, compresa la copertina dell’edizione del 26 settembre 1960 dedicata a Jim Brown.

Il modello per la statua fu per pura casualità Steve Wright, un offensive tackle non di primissimo livello ma con la capacità di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Vincitore di un titolo nazionale con Alabama nel 1961, dopo aver concluso la sua carriera universitaria era stato scelto dai Green Bay Packers di Vince Lombardi nel 5° round del Draft NFL 1964; con la squadra del Wisconsin vinse il titolo NFL per tre anni consecutivi (1965-1967) e si aggiudicò i primi due Super Bowl della storia. Wright giocava nei New York Giants quando la NFL chiese alla squadra di mandare qualcuno nello studio di Manhattan dell’artista per posare per lui durante la realizzazione del Man of the Year Award.

walter payton award foto

Steve Wright guarda una foto scattata mentre posa per l’artista Daniel Bennett Schwartz per la realizzazione del Man of the Year Award (Raymond McCrea Jones / The New York Times).

Secondo quanto dichiarato da Wright, per la posa si ispirò ad una famosa foto di Forrest Gregg in cui la leggenda dei Packers aveva la faccia e il casco coperti di fango.

TUTTI I VINCITORI

Anno Vincitore Ruolo Squadra
1970 Johnny Unitas Quarterback Baltimore Colts
1996 Darrell Green Cornerback Washington Redskins
1997 Troy Aikman Quarterback Dallas Cowboys
1998 Dan Marino Quarterback Miami Dolphins
1999 Cris Carter Wide receiver Minnesota Vikings
2000 Derrick Brooks Linebacker Tampa Bay Buccaneers
2000 Jim Flanigan Defensive tackle Chicago Bears
2001 Jerome Bettis Running back Pittsburgh Steelers
2002 Troy Vincent Cornerback Philadelphia Eagles
2003 Will Shields Offensive guard Kansas City Chiefs
2004 Warrick Dunn Running back Atlanta Falcons
2005 Peyton Manning Quarterback Indianapolis Colts
2006 Drew Brees Quarterback New Orleans Saints
2006 LaDainian Tomlinson Running back San Diego Chargers
2007 Jason Taylor Defensive end Miami Dolphins
2008 Kurt Warner Quarterback Arizona Cardinals
2009 Brian Waters Offensive guard Kansas City Chiefs
2010 Madieu Williams Safety Minnesota Vikings
2011 Matt Birk Center Baltimore Ravens
2012 Jason Witten Tight end Dallas Cowboys
2013 Charles Tillman Cornerback Chicago Bears
2014 Thomas Davis Sr. Linebacker Carolina Panthers
2015 Anquan Boldin Wide receiver San Francisco 49ers
2016 Larry Fitzgerald Wide receiver Arizona Cardinals
2016 Eli Manning Quarterback New York Giants
2017 J. J. Watt Defensive end Houston Texans
2018 Chris Long Defensive end Philadelphia Eagles
2019 Calais Campbell Defensive end Jacksonville Jaguars
2020 Russell Wilson Quarterback Seattle Seahawks
2021 Andrew Whitworth Left tackle Los Angeles Rams
2022 Dak Prescott Quarterback Dallas Cowboys
Merchandising Merchandising

Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.