[NFL] Week 8: Sanu e salvi (Green Bay Packers vs Atlanta Falcons 32-33)

L’extra point di Bryant, a coronamento di un ultimo drive magistrale conclusosi con l’ovale agguantato da Sanu nella end zone con 31 secondi ancora da giocare, oltre a consegnargli il record di punti realizzati in franchigia (809), ha consentito agli Atlanta Falcons di compiere il sorpasso definitivo e aggiudicarsi una partita mozzafiato, che potrebbe essere ricordata come “il match degli attacchi”, anche se, viste le assenze (specialmente in casa Packers), suonerebbe bene anche “il match degli acciacchi”.

L’incontro, come suggerisce il primo soprannome, e soprattutto, come suggeriscono i 65 punti complessivamente messi a segno dalle 2 squadre, è stato totalmente dominato dai fronti offensivi al punto da faticare a distinguere i meriti di queste due macchine da punti, dalle colpe di due difese che, salvo sporadiche giocate, sono apparse del tutto inconsistenti.

Mentre però da un lato la retroguardia giallo-verde ha potuto avvalersi di qualche attenuante, legata al dover fronteggiare senza giocatori cruciali quali Clay Matthews e Sam Shields, quello che, con 434 yard di media partita, era l’attacco più in forma della lega; quella georgiana è finita nuovamente in pasto alla critica.

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E non potrebbe essere altrimenti perché i Packers, non solo hanno affettato la secondaria rossa con una facilità disarmante, ma lo hanno fatto con un organico ridotto all’osso dagli infortuni dei ricevitori Cobb e Montgomery e dei 2 running back titolari Lacey e Stark, che hanno obbligato Mike McCarthy ha buttare nella mischia giovani esordienti prelevati dal practice team e di reinventare totalmente il reparto corse con l’aggiunta in extremis dell’ex Chiefs Knile Davis.

I troppi placcaggi sbagliati, le troppe penalità che hanno regalato primi down a una squadra che non aveva assolutamente bisogno di alcun dono e, più in generale, le troppe distrazioni hanno finito per offuscare anche i (pochi) segnali positivi che, inaspettatamente, sono arrivati dalla tanto denigrata pass rush.

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Nelle situazioni chiave della partita, il front seven ha mostrato un’ottima aggressività che ha portato prima un Beasley sempre più calato nei panni di BEASTley e poi 2 volte il ritrovato Calyborne, a seccare Rodgers su 3 terzi down, obbligando così i Packs agli unici punt della partita e permettendo ai falchi di non far prendere troppo margine ai rivali.

Se le difese sono state poco più che comparse, l’oscar per l’attore protagonista senza ombra di dubbio va spartito ex equo tra i due QB, autori di prestazioni davvero fenomenali.
Rodgers, tornato ad essere lo spietato comandante di corrazzata degli anni passati, ha ribattuto colpo su colpo ad un Ryan che sta legittimando ogni domenica la sua leadership nelle classifiche NFL.

E così, ad un primo drive targato Packs, aperto da una cannonata per Nelson da 58 yard, e chiuso con la palla in mano allo stesso in piena end zone l’azione dopo, ha risposto un missile intelligente armato dal braccio del 2 in maglia rossa e precipitato tra le mani di Gabriel 47 yard più in là per il TD del controsorpasso.

Da qui in poi il copione è stato più o meno lo stesso con le squadre che hanno battagliato senza esclusione di colpi riuscendo ad andare a punti in 8 drive su 10 giocati solo nella prima metà.

Rodgers, che dopo i primi 2 drive contava già 14 completi su 16 tentativi, 142 yard e 2 TD pass, ha aumentato le sue statistiche ad un assurdo 17/21 per 170 yard e 3 TD (con un QB rate che si aggirava intorno al 138) alla fine del primo tempo.

Malgrado anche Ryan abbia lanciato a livello del suo pari-ruolo (16 completi su 20 tentativi, 183 yard, 2 TD), il primo tempo ha mandato i Falcons a riposo con un deficit di 5 punti, dovuto anche ad un impietoso 0/4 sui terzi down, e ha palesato come l’argomento penalità stia diventando un autentico problema dalle parti di Atlanta.

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Le 6 flag infatti, non solo hanno gratuitamente concesso mezzo campo ai rivali, ma sono derivate da errori banali (false partenze, 12 uomini in campo…) che hanno spesso tolto gli ospiti dalle spine senza il minimo affanno, al punto da portare Troy Aikman a commentare “i can’t say what i want to say, it’s just totally unacceptable”.

Nella ripresa i padroni di casa hanno aggiustato la contraerea ma, quando l’inerzia sembrava poter girare in loro favore, Rodgers si è messo in proprio e, da vero trascinatore, ha chiuso 6 primi down su corsa; le 60 yard guadagnate via terra sono anche valse il suo record personale.

È toccato quindi a Ryan permettere ai suoi di rimettere la testa avanti con un ultimo drive in perfetto stile “Matty Ice” nel quale, con Tamme out e Jones ridotto a mezzo servizio causa infortunio, ha trovato dei degni sostituti nel TE rookie Hooper e in Sanu che, con la ricezione finale ha portato il suo bottino personale a 9 per 84 yard e il 1 TD, che è valso la vittoria.

I pochi secondi lasciati sul cronometro non sono stati sufficienti a una Green Bay che è crollata sul più bello come un corridore che, arrivato troppo stanco a pochi metri dal traguardo, non può far altro che cedere il passo all’inseguitore per la più classica delle vittorie al fotofinish.

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Ryan chiuderà la sua incredibile partita con 288 yard, 3 TD e l’80% di completi mentre Freeman, caricato di tutto il peso di un reparto corse dimezzato dall’assenza di Coleman, rimarrà ben al di sotto dei suoi standard stagionali mettendo insieme 58 yard complessive, arricchite però da 2 TD.

I numeri finali di Rodgers, se possibile, sono anche più importanti: 28/38 (12 dei quali catturati da Adams), 246 yard e 4 segnature a cui si aggiungono le 60 yard corse.
Molto da migliorare ma quello che conta ad Atlanta è che, dopo le due sconfitte di misura consecutive, i Falcons sono tornati a vincere e a difendere le mura del proprio Georgia Dome, violate dai Bucs alla prima giornata e dai Chargers sette giorni fa.

Il record di 5-3 permette ai ragazzi di Dan Quinn di mantenere un discreto vantaggio sulle inseguitrici della NFC South; con un attacco così non è vietato sognare in grande ma per continuare a covare sogni di playoff, la difesa dovrà necessariamente compiere il fatidico salto di qualità perché la giovane età del reparto, leggasi inesperienza, giustifica solo in parte l’enorme passo indietro della classe di rookie, Neal su tutti, rispetto alle scorse convincenti prestazioni.

I Falcons giovedì voleranno nella temuta baia de pirati dove, in caso di trionfo contro gli arcinemici Buccaneers, metterebbero una buona ipoteca sulla division.

I Packers invece hanno perso l’occasione per acciuffare i Vikings che, malgrado la debacle di Chicago, svettano nella NFC North.

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Domenica Rodgers e soci torneranno a Lambeau Field per tentare di prolungare la crisi dei Colts e, ben che questa trasferta georgiana abbia dimostrato la temibilità di un roster che, se pur falcidiato dalle assenze, è arrivato a un passo dall’espugnare un terreno più che arduo, l’obiettivo prioritario sarà quello di svuotare l’infermeria per tornare ad essere la candidata al Super Bowl che tutti si aspettano.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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