[Week 2] New York Giants vs St. Louis Rams

NFL
New York Giants vs St. Louis Rams 41-13
 
L’eta’ dell’oro a St.Louis è definitivamente finita, ed i fasti del “Greatest Show on Earth” sono oramai lontani (precisamente ad Arizona e San Francisco, dove Warner e Martz hanno fatto sfracelli questa settimana). Se la risposta all’orrida prestazione dell’opener a Philadelphia è questa scialba partita contro i Giants, pur volendo considerare solo i tre quarti in cui la squadra ha retto (non si sa come) il confronto, i tifosi bluoro sono destinati ad una stagione ancora peggiore della scorsa.

Arrivano i campioni in carica, all’Ed Jones Dome, ed ai Rams è richiesta una prestazione che lasci intravedere almeno una speranza di ripresa, ma come vedremo non sarà così.

RamsLa difesa inizia bene, costringendo Manning piccolo a fermarsi sulle proprie 33 dopo pochi giochi, ma è l’attacco a continuare ad ingranare, esordendo con il più classico dei three-and-out.
Tornati in possesso di palla i Giants vanno a segno, iniziando a colpire la disastrata e disastrosa secondaria avversaria con Toomer e Burress, e l’inesistente linea interna difensiva con Jacobs. La doppia mossa con cui Burress si libera della copertura e segna il TD del 7-0 ricorda molto quella con cui, la scorsa settimana, Baskett si liberò per un TD da 90 yards. Evidentemente in settimana è stata posta l’enfasi su altre situazioni difensive. Mah…
Steven Jackson viene coinvolto maggiormente nell’attacco dei Rams, e potrebbe anche segnare uno splendido TD, se solo non inciampasse da solo mettendosi fuori gioco. La difesa dei Giants, però, magistralmente condotta da quel Spagnuolo che è ad oggi il miglior defensive coordinator in circolazione, mete pressione a Bulger con un Tuck letteralmente inarrestabile, ed i Rams, che avanzano faticosamente fino alla metà campo avversaria, sono costretti al Field Goal.
Il primo tempo si avvia stancamente al termine tra uno scambio di field goal e di punt, ma si fa notare Manning in versione “two-minute-offense”: in 9 giochi copre 68 yards inmeno di due minuti e porta Carney in raggio field goal con una facilità a dir poco impressionante.
Il secondo tempo inizia con uno dei due episodi chiave della partita. I Rams vengono stoppati in attacco, ma in una delle rare azioni superlative dello special team, costringono i Giants a ripartire dalle proprie 3.
Problemi? Nessuno.
Manning si affida prima a Jacobs, poi al solito duo Toomer/Burress, ed in men che non si dica varca la metà campo per trovare Toomer in TD con un passaggio da 10 yards. 10 giochi, 97 yards, quattro minuti e mezzo: impressionante.
I Rams accusano il colpo, ma la difesa ha una reazione d’orgoglio e stoppa i successivi attacchi dei Giants, finchè una spettacolare ricezione in end zone di Torry Holt riaccende speranze ed entusiasmi per i Rams che, ad inizio quarto quarto, rimettono in discussione il risultato portandosi sul 13-20.
I Giants allungano con un pass di Manning su Bradshaw e poi succede il patatrac: Bulger viene intercettato da Tuck che, bravo o fortunato che sia, si ritrova il pallone tra le mani dopo averlo deflettato in linea e corre indisturbato in TD per il 34-13 che chiude virtualmente l’incontro. Ci pensa Bradshaw ad arrotondare il punteggio con una corsa da 31 yards contro una difesa oramai rimasta in panchina, mentre sugli spalti restano solo più i tifosi newyorchesi.
I Giants hanno dato prova di grande solidità sia in attacco, dove Manning piccolo sembra essersi definitivamente scrollato di dosso le paure e le indecisioni che hanno caratterizzato gli inizi della sua carriera, segno che la conquista dell’anello gli ha probabilmente tolto dalle spalle tutte le pressioni che stampa ed ambiente gli avevano procurato. Ottima, come sempre, la difesa, soprattutto se contiamo che, ad inizio stagione, il coro era quasi unanime nel dare come finito un reparto che perdeva Strahan ed Umenyora.
Dei Rams che dire? Registrato il primo sack in carriera di Long, resta da capire come un reparto possa concedere quasi 1000 yards in due partite senza dare il minimo cenno di reazione. L’attacco è oramai il lontano parente di quel manipolo di supereroi che seminavano terrore nelle secondarie avversarie, completamemnte smembrato nell’animo, prima ancora che sul campo.
Le quote di Linehan stanno volando: sarà lui il primo coach licenziato nel 2008?

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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