[NFL] Week 1: Lions allo scadere sui Rams

L’esordio dell’ennesima “nuova era” dei Rams al Ford Field di Detroit era di quelli intriganti, per i mille incroci tra le due squadre, ed impegnativi, se è vero che ai Detroit Lions viene pronosticata una stagione che si concluderà in tardo gennaio (se non a Febbraio).
La prima di Jeff Fisher sulla panchina bluoro coincideva con la sfida del suo allievo Schwartz, oggi head coach dei Lions ma fino a qualche tempo fa stretto collaboratore di Fish a Tennessee, e rinverdiva una rivalità un po’ sopita negli anni ma molto forte e sentita negli anni sessanta, quando le due squadre si disputavano l’opportunità di sfidare i mitici Packers di Vince Lombardi.
Un altro motivo di interesse era rappresentato dalla sfida tra Sam Bradford e Ndamukong Suh, prima e seconda scelta del draft 2010, quando i Rams furono a lungo indecisi se puntare sul talentuoso uomo di linea di difesa o sul ragazzo prodigio (per ora hanno avuto ragione i Lions…).
Infine, Shannon Eastin (nella foto) rendeva l’appuntamento storico, diventando la prima donna ad arbitrare una partita di regular season nella storia NFL.
Tanti i motivi, tanti gli argomenti, ma nessuno si sarebbe immaginato che i Rams avrebbero portato i Lions a dieci secondi da una sconfitta del tutto inaspettata.
L’impronta di Fisher si è subito vista in una squadra che aveva come marchio di fabbrica l’assoluta mancanza di carattere, mentre se c’e’ una cosa che non si può proprio imputare ai Rams di domenica sera è proprio il non avrerci provato fino alla fine. Un’intensità ed un’aggressività mai viste a St.Louis, nè sotto la direzione di Spagnuolo, nè tantomeno sotto quella di Linehan, che domenica sera chiamava i giochi offensivi dalla sideline di Detroit.
Una difesa spaventosamente concentrata ed efficace intercettava per ben tre volte Stafford nel solo primo tempo, e poichè dai primi due intercetti di Jenkins e Dunbar l’attacco riusciva a portare a casa solamente tre miseri punti, Finnegan decideva di riportare in meta il terzo per mettere un po’ di distanza tra i Rams ed i Lions, che per tutto il primo tempo non riuscivano a trovare il bandolo della matassa in attacco, trovando l’asse Stafford/Johnson ben presidiato e praticamente inutilizzabile.
In attacco i Rams non producevano un granchè. La linea d’attacco faticava sia a contenere lo strapotere del fronte difensivo dei Lions, sia ad aprire i buchi per Steven Jackson, che infatti non trovava spazi sufficienti per liberare la sua potente corsa. Assolutamente emblematica, in questo senso, è la scena in cui si vede Robert Turner cercare di contenere la penetrazione di Suh, il quale con una mano tiene a bada la guardia avversaria e con l’altra afferra letteralmente per il bavero Steven Jackson (non certo un peso leggero) scaraventandolo a terra senza troppi complimenti.
Ad inizio secondo tempo i Rams riaccolgono tra le loro fila un vecchio amico che, in queste ultime stagioni, non li ha mai abbandonati: l’infortunio. E’ scott Wells, il centro acquisito in offseason a suon di dollarini, a lasciare il campo con un piede fratturato (otto settimane di stop), obbligando Fisher a spostare Turner al centro ed a far esordire come guardia il rookie Rokevious Watkins.
Sebbene al centro si perda qualcosa, la differenza, in positivo, tra Watkins e Turner nel ruolo di guardia si fa immediatamente sentire, e l’attacco dei Rams inizia ad ingranare.
Bradford manca per un pelo un paio di big plays, tornando poi a distribuire palloni nel medio corto secondo l’usuale schema di Schottenheimer, ma la tattica paga quando, a metà del quarto periodo, il quarterback di St.Louis lancia un delizioso pallone a Brandon Gibson, che va a segnare il 20-13 per i Rams.
Nell’azione della segnatura cade un altro pezzo della linea d’attacco: il tackle sinistro Roger Saffold stramazza a terra dopo uno scontro con un suo compagno di reparto, e le cose sembrano mettersi malissimo, in quanto il numero 76 dei Rams resta immobile sul turf. Viene immobilizzato e portato d’urgenza in ospedale dove, fortunatamente, viene scongiurata qualsiasi lesione spinale, riscontrando “solamente” una grossa distorsione cervicale.
Proprio quando i Rams avrebbero bisogno della difesa, questa collassa, permettendo ai Lions un rapido touchdown del pareggio in soli quattro giochi, tre dei quali sono dei passaggi da una ventina di yards per il tight end Brandon Pettigrew lasciato completamente libero e, soprattutto, senza che nessun aggiustamento venga predisposto nè dopo la prima, nè tantomeno dopo la seconda ricezione identica consecutiva.
Come dicevamo in apertura, sorprendentemente i Rams tirano fuori il carattere e si riportano a distanza di segnatura.
L’attacco viene limitato ad un calcio da tre punti, ma a meno di due minuti dalla fine i Rams sono avanti 23-20, ad un passo da un upset clamoroso.
Ancora una volta, però, la difesa collassa, permettendo a Stafford di avvicinarsi all’area di meta in brevissimo tempo, trovando poi il touchdown della vittoria a dieci secondi dalla fine con un passaggio al runningback Smith, lasciato libero da un errore di copertura di Dunbar.
I Lions tirano un sospiro di sollievo, scampando il pericolo di iniziare col piede sbagliato la stagione della loro definitiva rinascita (solo quattro anni fa finivano con zero vitorie e sedici sconfitte, ricordiamolo), ma il rendimento a corrente alternata di Stafford non lascia dormire sonni tranquilli a Schwartz, perchè se invece di un attacco imballato come quello dei Rams del primo tempo, i Lions avrebbero affrontato un reparto più performante, sarebbero stati dolori, e la rimonta a dieci secondi dal termine sarebbe stata un’utopia.
Facce nere e musi lunghi a St.Louis per una sconfitta dal sapore dolceamaro. E’ vero che prima della partita nessuno avrebbe scommesso in una vittoria dei Rams, ma averla a portata di mano e perderla a dieci secondi dalla fine brucia sempre e comunque.
Tanti gli aspetti positivi da cui ripartire, primo fra tutti il ritrovato carattere, come già detto. Domenica all’esordio casalingo l’invitato speciale (oltre ai baffi di Jeff Fisher, una copia dei quali sarà regalata a tutti gli spettatori presenti) sarà RGIII, il quarterback rookie dei Redskins che ha fatto fuoco e fiamme alla sua prima da professionista. Saprà la difesa ripetere il primo tempo di Detroit?

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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