Le pagelle di week 13 NFL 2022

Pochi preamboli, tanti big match, in questa settimana. Le pagelle sono in ritardo, ma ci sono. Cincinnati e San Francisco si aggiudicano le super sfide dello scorso weekend e i loro voti lievitano. La situazione in chiave play-off prende corpo.
Solito pro memoria: voti soggettivi di chi segue le vostre squadre dall’esterno. (Tra parentesi il voto alla stagione sino a questo momento)

Bills 24, Patriots 10

Buffalo 8 (8)

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Tanto spazio alle corse, distribuite tra i running back. New England è cotta a fuoco lento. Un Diggs preziosissimo quando serve. E tanta difesa, che lascia solo le briciole ai Patriots. Buffalo vuole la division. E pure la conference. Ora siedono sul primo scranno e aspettano di confrontarsi con Dolphins e Bengals per puntellare la loro candidatura a numero 1 AFC.

New England 5 (6)

Voto 10 alle divise e al logo. Passando al campo, la disparità di talento è evidente. E su questo non discutiamo. In attacco l’unico fenomeno dei Pats è Stevenson, cui scappa un fumble in avvio. Anche in questa occasione ci sono errori nei dettagli che le squadre di Belichick solitamente non commettono. Non facile arrivare all’ultima wild card della AFC.

Giants 20, Commanders 20 (OT)

New York 6,5 (8,5)

Finisce con un nulla di fatto. Piacevole, però. La gara è avvincente come la lotta tra le due. Daniel Jones ci mette un po’ a trovare il ritmo, nel mentre è Saquon Barkley a trascinare i G-Men. L’overtime senza punti segnati conferma come le due squadre siano a trazione posteriore.

Washington 6,5 (7,5)

La zampata non c’è. Le giocate tutto sommato sì. Perderla sarebbe stato doloroso. Così si rimandano i verdetti. I Commanders hanno davvero tanti giocatori interessanti su ambo i lati della palla. Più “l’epicità” di Heinicke a fare da collante.

Vikings 27, Jets 22

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Minnesota 7 (9)

La prima metà di gara sarebbe da 9, molto meno bene la seconda. Vado di media, allora. E mi piace da matti l’aggettivo Clucky coniato da The Athletic. Lucky e clutch. Perché un po’ di fortuna c’è stata nel cammino dei Vikes, così come nei momenti cruciali si dimostrano efficaci. Concedono millemila yard e pochi punti. Stavolta va meglio l’attacco su corsa che quello aereo. Molto meglio. Harrison Smith merita 10.

New York 5,5 (7)

Ai Jets manca il destro vincente. Quello che ti stende. Lavorano ai fianchi Minnesota dopo aver incassato dei pesanti jab. I soli field goal però non bastano. Le secondarie si confermano di altissimo livello ingarbugliando il pomeriggio di Justin Jefferson. White stavolta è solo più che sufficiente.

Browns 27, Texans 14

Cleveland 6,5

Successo sì, “vendetta” no. Il ritorno di Watson porta una vittoria che idealmente tiene in corsa i Browns, idealmente. Se gioca come domenica scorsa anche nelle ultime partite Cleveland può considerarsi già fuori dai giochi. La ruggine da togliere sembra veramente parecchia. Special team e difesa mettono i punti sul tabellone.

Houston 3 (NG)

Fa male, c’è poco da dire. Fa male perdere contro Watson così. Fa male vedere una squadra che pensavo potesse migliorare quest’anno andare sempre più a fondo domenica dopo domenica. Allen in attacco è stato un passo indietro rispetto al già disastroso Mills.

Eagles 35, Titans 10

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Philadelphia 9 (9,5)

Eccoli gli Eagles che spaventano la NFC. L’attacco di Tennessee non è un banco di prova che incute timore alla truppa di Sirianni. In attacco quando girano così tenerli è impresa complessa.

Tennessee 5 (7,5)

Mani piene con Philadelphia. E infatti gli Eagles scivolano via da tutte le parti. Contromisure per AJ Brown cercasi.

Lions 40, Jaguars 14

Detroit 8 (6)

Il 6 stagionale è d’incoraggiamento (sarebbe più un 5,5): arrivare a un bilancio positivo non è una chimera. Si può fare. Se non è una novità che l’attacco produca (a segno tutte le star: Swift, Williams e St Brown x2), la difesa questa volta ci mette una nota zittendo Jacksonville sia sulle corse che sui passaggi. Indicativo che Las Vegas li veda favoriti sui Vikings per la prossima gara.

Jacksonville 4 (4,5)

Le lodi della scorsa settimana sono già un ricordo. Jacksonville va giù come un piombino nel mare di fronte ai Lions.

Ravens 10, Broncos 9

Baltimore 6 (7)

L’infortunio di Lamar Jackson è una mazzata, più che sulla partita, sulle prossime settimane dei Ravens, che non possono permettersi passi falsi considerando la grandissima condizione dei Bengals. Questa la prendono per i capelli nei secondi conclusivi.

Denver 5 (3)

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L’attacco continua nella sua rara bruttezza. La difesa per poco non fa il miracolo di portarla a casa. McManaman sbaglia il calcio della vittoria dopo aver tenuto su i suoi fino a quel momento (finché si è trattato solo di “rigori” erano avanti). Russell, se ci sei, prima della fine, lancia un touchdown.

Packers 28, Bears 19

Green Bay 7 (3,5)

Christian Watson è il giocatore copertina. La sua esplosione è certificata e vale anche il successo sui Bears.

Chicago 4 (3)

Ok, le ceneri sono pronte. Da gennaio si comincia a costruire i nuovi Bears. Fields pietra angolare. E vediamo cosa ne viene fuori. L’illusione contro i Packers dura tre quarti. Negli ultimi 15 minuti big play dei Packs ed errori sbattono la porta in faccia a Chicago.

Steelers 19, Falcons 16

Pittsburgh 6,5 (5)

Costruiscono il successo nei trenta minuti d’apertura. Belli? Non tanto. Contro Atlanta non serve di più.

Atlanta 5 (4,5)

Ho perso la fiducia nei Falcons. E mi spiace. Ma così non va proprio. Il tentativo finale di riprendere il match per i capelli finisce con un intercetto. Una buona sintesi di come sta andando quest’annata.

Seahawks 27, Rams 23

Seattle 6,5 (8,5)

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Corroborante, pure se farraginosa. La litigata tra il giovane running back Walker e Geno Smith non è un bel segnale per il futuro del giovane running back.

Los Angeles 5,5 (3)

Partita tutto sommato accettabile per dei Rams ridotti all’osso. L’arrivo di Baker Mayfield ripescato dai waiver è un tentativo di dare un senso alle ultime settimane di una stagione balorda.

49ers 33, Dolphins 17

San Francisco 9 (8,5)

La storia della settimana. Mister Irrelevant che diventa più che relevant. L’infortunio a Garoppolo chiama i 49ers a schierare il loro terzo quarterback, non so quante squadra hanno a roster un giocatore che riesce ad entrare e giocare con la tranquillità (almeno apparente) e la concretezza di Brock Purdy. Solo applausi per lui. Se poi sarà un one day wonder lo scopriremo più avanti. Il resto, detto anche “grosso del lavoro”, poi, contro i Dolphins lo fa una difesa “boa constrictor” guidata da un Nick Bosa che si esalta nei momenti clou del match.

Miami 5,5 (8,5)

Paradossale, ma Garoppolo forse sarebbe stato più prevedibile per i Dolphins. Resta che sull’altro lato della palla dopo la fiammata iniziale Miami è una candela e la difesa dei Niners il bicchiere che la spegne. Solo se si solleva un pochino il vetro prende ossigeno e la fiamma Hill riaccende le speranze. Senza corse però la “cera” non è abbastanza.

Bengals 27, Chiefs 24

Cincinnati 9 (8,5)

Che i Bengals fossero tornati l’avevo capito. Questa però è un’interrogazione che regala enorme entusiasmo in vista degli esami finali. Burrow batte per la terza volta su tre Mahomes. La difesa riesce a contenere i Chiefs. Sono nel lotto delle pretendenti.

Kansas City 6 (8)

L’insufficienza secondo me no. Ma attenzione. Ci sono segnali che devono tenere in considerazione. Troppe penalità. Incapacità di coinvolgere Kelce. Fatica a mettere la necessaria pressione su Burrow. Tante sbavature che quando si va a tirare la riga per il conto finale pesano.

Raiders 27, Chargers 20

Las Vegas 7 (5)

L’inizio è un incubo che nemmeno le cucine visitate da Cannavacciuolo: fumble di Jacobs e intercetto di Carr. Il primo si riscatta in fretta, da lui arrivano i primi punti della rimonta. Il secondo alla fine accende Davante Adams e si viaggia ad alta velocità. Chandler Jones finalmente fa Chandler Jones. E com’è, come non è, hanno ancora speranze. Poche, ma le hanno.

Los Angeles 5 (6)

Qui l’allarme si è acceso e suona fortissimo. Nello specchietto ora ci sono persino i Raiders stessi. Il centro dell’attacco deve essere Herbert, non Ekeler. Non solo in desperation mode. Dalla difesa è obbligatorio avere di più, anche se continuano a pesare tantissimo le assenze.

Cowboys 54, Colts 19

Dallas 9 (9)

Raramente ho visto una cosa simile all’ultimo quarto di Dallas. Una furia si è abbattuta sugli inermi Colts. Colpa anche della valanga di turnover di questi ultimi, incapaci di mettere in sicurezza la palla. Dallas finisce per segnare in ogni modo, attacco o difesa che sia.

Indianapolis 4,5 (4)

Giocano la loro sfida onesta finché una tormenta di erroracci non li spazza via brutalmente. Tra intercetti e fumble si perde il conto. Pierce piccola nota lieta di una partita finita sotto una cattiva stella, quella che scappava via sui caschi dei Cowboys.

Buccaneers 17, Saints 16

New Orleans 5 (5)

Taysom Hill nel bene e nel male. Segna l’unico touchdown dei Saints con una bella ricezione da una trentina di yard. Non riesce a trattenere (plauso al superbo intervento difensivo di Keanu Neal) un pallone da un’altra trentina di yard nei minuti conclusivi che avrebbe con ogni probabilità messo in ghiaccio il match. Kamara è l’ombra del giocatore che conosco, senza di lui è arduo ottenere di più. La difesa avrebbe meritato un aiuto in più per quanto mostrato per 56 minuti. Sprecano l’opportunità di rimettersi in gioco in chiave post season.

Tampa Bay 6 (5)

Due drive nel finale bastano a Tampa Bay per mettere in dispensa una vittoria che sa di titolo divisionale. Dopo il primo drive vorrei ma mi accontento (di tre punti), la tasca non tiene più e Brady va in affanno continuo, incapace di connettersi con i suoi ricevitori (specialmente Julio Jones sul profondo) fino a poco più di tre minuti dalla fine. Le ultime due serie ribaltano la contesa, grazie alla difesa che impedisce ai Saints di avvicinarsi alla end zone. Ancora non hanno girato la chiave, però, e il tempo stringe.

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