S.O.S “Senza Ossigeno Sono” (Buffalo Bills Vs Minnesota Vikings 30-33 OT)

È terminata così, con il lancio di Josh Allen intercettato in endzone dal veterano Patrick Peterson, una partita al cardiopalma, sicuramente non adatta ai deboli di cuore, che nessuna delle due compagini aveva la benchè minima intenzione di perdere ma altrettanto forse di vincere.
Al fischio finale sono stati proprio gli ospiti a spuntarla, portando a compimento addirittura il 5° “comeback” del loro a dir poco impronosticabile inizio di stagione, valevole della vittoria per 33-30 al termine dell’OT sul quanto mai ostico campo dei Buffalo Bills.

E pensare che, dopo l’iniziale 7-0 in favore dei Vikings, maturato grazie alla marcatura di un indiavolato Justin Jefferson, i padroni di casa erano riusciti a chiudere una prima frazione di totale controllo con l’inequivocabile punteggio di 24-10, merito dei 2 TD in fila segnati dal RB Devin Singletary (autore, suo malgrado, anche di un fumble parecchio dubbio) e di quello messo a referto da un redivivo Gabe Davis, intervallati dal field goal del momento 17-10 trasformato dal Kicker Greg Joseph.
Nella seconda frazione, inaugurata da un 3&Out gialloviola e proseguita con il 2° intercetto di serata lanciato dal QB Kirk Cousins, abbiamo dovuto assistere inermi all’ennesimo tracollo di Josh Allen & Soci, dimostratisi per la 3° settimana consecutiva incapaci di muovere il pallone efficacemente al rientro dagli spogliatoi, finendo per subire la rimonta Vichinga, aperta dal rushing TD da 81 yard segnato dal fortissimo RB Dalvin Cook (fino a quel momento letteralmente intrappolato tra le maglie dalla difesa avversaria) e proseguita con la segnatura del FB C.J. Ham (ebbene sì, ecco la tanto attesa rivincita della bistrattata classe dei Full Back), seguita dal pat calciato fuori dal solito Joseph, valevole del momentaneo 23-27 quando il cronometro recitava 4.34 minuti al termine dell’incontro.
I Bills, indubbiamente scossi psicologicamente, dopo un rapidissimo 3&Out riconsegnavano la palla nelle mani di Kirk Cousins per l’ennesimo potenziale “winning drive” della sua stagione, condotto in maniera egregia fino alle porte della endzone avversaria (di Justin Jefferson, aiutato da una sfilza di errori da matita rossa della difesa avversaria, il merito di questa incredibile cavalcata), prima di vedersi chiudere la porta in faccia sulla 1-yard line dallo stoico front-7 dei Bills a soli 50 secondi dal termine.
Neanche il tempo di esultare, per quella che avrebbe potuto essere una vittoria tanto sofferta quanto di importanza capitale, ecco che il fumble causato dalla premiata ditta Morse-Allen e prontamente recuperato dal LB Eric Kendricks portava i Vikings, per la prima volta in vantaggio nel corso del match, sul 30-27.
“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” e fu così che Josh Allen, senza time-out e con soli 36 secondi a disposizione, conduceva i suoi in raggio da FG, trasformato agevolmente dal Kicker Tyler Bass e valevole dell’Overtime.
Gli ospiti, usciti vincitori dal coin toss, hanno poi dovuto accontentarsi di un semplice Field Goal, trasformato al termine di un drive infinito, trainato dal duo Cook-Jefferson e durato quasi 7 minuti.
“Vincere o morire”, pareva proprio questo il “mood” con cui Josh Allen aveva intenzione di condurre il drive finale, letteralmente “spaccato” in due dai suoi scramble, da 18 yard il primo e da 20 il secondo, proseguito con la milionesima ricezione della partita del suo fidato “Robin” Stefon Diggs e purtroppo (per noi tifosi Bills) terminato con il 2° sanguinoso intercetto lanciato di serata, quello sagacemente agguantato dal veterano di mille battaglie Patrick Peterson e valevole del 33-30 finale in favore del team Purple&Gold.

Inutile negarlo, gran parte del peso della sconfitta grava sulle spalle del QB n°17, la cui presenza è stata in dubbio fino a pochi istanti dal fischio d’inizio (problema al gomito destro, quello del “throwing Arm”), autore dell’ennesima prova in chiaroscuro di questo suo 2° terzo di stagione, costellata di errori tanto di esecuzione, quanto di “decision making”, al punto tale da aver lanciato addirittura 4 intercetti in redzone nelle ultime due settimane ed aver concluso la terza partita consecutiva con almeno un paio di intercetti (Packers, Jets e Vikings in serie).
Sebbene abbia comunque disputato una partita da 29/43 lanci completati, 330 passing yard, 2 TD e 84 rushing yard in sole 6 portate, il QB ex Wyoming pare essere ritornato la “turnover machine” ammirata nelle prime due stagioni, restio nell’accontentarsi del facile guadagno e troppo spesso alla ricerca della giocata ad effetto, del lancio spacca partita, finendo per azzoppare irrimediabilmente il proprio team.

Pubblicità

Aldilà dei sanguinosi errori commessi dallo stesso Allen, l’ambiziosa e forse addirittura scellerata scelta di McDermott di giocarsi alla mano un 4th&2 (nella qual occasione è poi scaturito il 1° intercetto di serata ad opera Patrick Peterson), anziché di accontentarsi di un comodo FG che avrebbe portato il punteggio sul 30-17 con 10 soli minuti rimanenti sul cronometro, sarà sicuramente ricordata come una delle chiavi di volta del match, accompagnata a braccetto dal pallone non smanacciato a terra dal CB Cam Lewis, componente della Practice Squad da 3 anni a questa parte, forse desideroso di iscrivere il proprio nome nel tabellino del match, non facendo tuttavia i conti con lo strapotere del superlativo Justin “Glue Hands” Jefferson, autore di quella che sarà forse ricordata come la “catch of the year”.

Dall’altro lato della barricata, il QB Kirk Cousins, reo di aver lanciato due orribili intercetti ed incapace di portare a termine la “sneak” della vittoria, ha disputato una prova da 30/50 passaggi completati, 357 passing yard, 1 TD e 2 intercetti, dimostrandosi paziente nei momenti “clutch” della contesa e sagace nel continuare incessantemente a cavalcare un prode Justin Jefferson, artefice di una partita “Monstre”, terminata con 10 ricezioni, 193 yard (nuovo career high) ed 1 TD, travolgendo (a suon di prese mirabolanti) chiunque abbia cercato di intralciare la propria marcia.
Quello di ieri sera è stato il 20° match in cui il ricevitore ex LSU Tiger ha superato lo scoglio delle 100 yard, finendo per staccare definitivamente OBJ e Randy Moss (fermi a 19), per il n° di “100-yard receiving game£ portati a termine nei primi 3 anni di carriera.
Le sue 193 yard rappresentano anche il massimo per un ricevitore dei Vikings dal lontano 2009, quando in week 10 il ricevitore Sidney Rice ne ricevette nientepopodimeno che 201 nel match contro i rivali dei Detroit Lions.

Per tutto il corso del match, quella tra J.J. e Stefon Diggs (i due attori protagonisti della famosa trade che ha portato Diggs alla corte dei Buffalo Bills, la cui pick ricevuta come contropartita è stata prontamente (ehm, grazie Eagles) tramutata nel ricevitore ex Tigers) è sembrata una sorta di sfida nella sfida, tanto accesa quanto entusiasmante, combattuta a suon di ricezioni (una clamorosa “one-handed catch” a testa), nella quale anche al ricevitore dei Bills non si è di certo fatto trovare impreparato, rispondendo a tono colpo su colpo: 12 ricezioni per 128 yard.

Entrambe le Offensive Line non si sono distinte per solidità, finendo per mettere in seria apprensione il rispettivo QB. Se da un lato Josh Allen ha dovuto molto spesso far tesoro delle proprie innate capacità di “evasione”, venendo scaraventato al terreno solo in due occasioni (dal temibile duo Smith-Hunter entrambi i sack completati), dall’altro Kirk Cousins, protetto tutto sommato bene per i primi 3 quarti di gioco, ha dovuto poi inesorabilmente capitolare più volte nell’ultima porzione dell’incontro, vedendosi “acchiappato” dai vari Basham, Epenesa, Oliver e Von Miller, mai domo e sempre presente nei momenti maggiormente decisivi.

Contrariamente a quanto avvenuto nelle precedenti due partite, la run defense dei padroni di casa (TD da 81 yard di Cook a parte), si è dimostrata sempre presente, puntuale e precisa, limitando il temibile running game avversario (se si esclude dal computo il poc’anzi menzionato big play) ala miseria 66 yard in 24 portate (2.8 Y/A), beneficiando evidentemente del rientro in campo del leader Matt Milano e dell’ennesima prestazione con i fiocchi messa in vetrina dalla giovane safety Damar Hamlin.

Intercetti a parte, entrambe le secondarie sono state incontrovertibilmente prese a “calci del sedere” dai pass catcher avversari, finendo per azzoppare, senza soluzione di continuità, una marea di drive difensivi.
Specialmente i Bills, privi degli infortunati Hyde, Poyer, White ed Elam, hanno assistito inermi al banchetto imbandito al quale ha potuto allegramente pasteggiare Justin Jefferson, presosi gioco a turno di Dane Jackson, Cam Lewis e Christian Benford, sebbene quest’ultimo abbia quanto meno tentato di farsi valere (1 intercetto e 3 palloni deviati recita il suo tabellino).

Con questa bruciante sconfitta i Buffalo Bills, non solo sono costretti a cedere ai Chiefs lo scettro di leader della Conference ma si vedono inoltre scavalcare in testa alla AFC Est dai Miami Dolphins, apparsi a dir poco dominanti nella vittoria casalinga per 39-17 ai danni dei malcapitati Browns, prossimi avversari proprio degli stessi Bills il prossimo weekend.
Novembre continua a dimostrarsi un mese “maledetto” per la squadra di McDermott, memore delle bruttissime sconfitte patite per mano di Jaguars e Colts nello stesso mese dello scorso anno.

Diametralmente opposto il morale dei Minnesota Vikings, reduci dalla 7° vittoria consecutiva di questo straordinario inizio di stagione e saldamente in testa alla NFC North, una division diventata in men che non si dica terreno di conquista per i Giallo-viola e ormai pressochè ipotecata.
Nel prossimo turno, a caccia dell’ottava sinfonia consecutiva, la squadra allenata da un sempre più sorprendente Kevin O’Connel, sarà attesa da un altro impegno a dir poco proibitivo, dovendo ospitare sul manto verde del U.S. Bank Stadium i Dallas Cowboys di Dak Prescott ma soprattutto della premiata ditta Micah Parsons – Trevon Diggs.

A cura di Luca Poglio

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Buffalo Bills Backers Italy

Una sola ed unica penna che scrive, portavoce di una piccola grande famiglia accomunata da una scriteriata passione per i Buffalo Bills.

Articoli collegati

2 Commenti

  1. Tutta colpa di Cam Lewis…! Avesse smanacciato invece di cercare gloria personale, sarebbe finita lì. Invece da proprio da lì è iniziata la catastrofe… mi sa che anche quest’anno, vinciamo il prossimo anno!

  2. Esatto..troppe volte guardano alle statistiche personali..sul4 & smanaccio sempre sempre..e la presa in tuffo di Davis era un incompleto e non capisco perché non sia stato rivisto essendo nei due minuti..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.