Prima a Monaco, Tampa non stecca! (Seattle Seahawks vs Tampa Bay Buccaneers 16-21)

Domenica è andata in scena la prima partita NFL in Germania, all’Allianz Arena di Monaco; le sfidanti erano i Seattle Seahawks e i Tampa Bay Buccaneers, entrambe prime nelle rispettive division anche se con record diversi, Seattle (6-3) in un raggruppamento competitivo, mentre i Bucs (4-5) in una NFC South che quest’anno è il gruppo più debole della lega. La squadra allenata da Pete Carroll era reduce da 5 vittorie nelle ultime 6 partite mentre Tampa, prima della ultima partita vittoriosa contro i Rams all’ultimo respiro, aveva collezionato 5 sconfitte in 6 partite, quindi i pronostici erano quasi tutti per la squadra della West Coast.

I Buccaneers dovevano ancora fare a meno di Rudolph (TE), Gage (WR) e Goedeke (OG), ma potevano contare sul fondamentale rientro di Winfield Jr nel backfield difensivo recuperando, oltre ai pregi tecnici, anche un trascinatore fuori e dentro il campo da gioco.

Dopo i primi sterili drive (1 a testa) la squadra di casa (pur giocando in Germania Tampa figurava come home team) si porta in raggio da FG, ma Succop sbaglia (evento raro in questa stagione) un calcio dalle 52 yard; il primo quarto si conclude con il punteggio ancora fermo sullo 0-0, ma l’inizio del secondo quarto vede i Bucs portarsi in vantaggio con Julio Jones che riceve un lancio di Brady e porta il pallone in touchdown dopo uno sprint di 31 yard (7-0), con il drive alimentato dalle corse di Fournette e White (sempre più a suo agio nei meccanismi dell’attacco) e con le ricezioni di Godwin, Otton ed Evans. L’attacco di Seattle fa estrema fatica contro una difesa dei Bucs che sembra trasformata rispetto alle ultime e poco produttive uscite; Brady, al contrario, continua a pescare i suoi ricevitori (spettacolare una ricezione in volo di Scotty Miller di 22 yard) e Fournette viola ancora la end zone avversaria con una corsa di 1 yard (14-0); il primo tempo si conclude con dei drive inefficaci che si concludono con dei punt di entrambi i team.

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Il rientro dagli spogliatoi mostra un attacco dei Seahawks più produttivo e Geno Smith pesca a ripetizione i vari Dissly, Lockett e Metcalf ma deve accontentarsi di un field goal di Myers che almeno toglie lo zero dal tabellone (14-3); il drive successivo vede ancora Tampa muoversi abbastanza bene in attacco, anche se a ridosso della red zone avversaria, l’offense coordinato da Leftwich la combina grossa: snap diretto per Fournette che tenta di pescare Brady nell’inedita veste di ricevitore, ma il QB scivola e Woolen compie un facile intercetto.

Ma Seattle non è da meno; le corse di Walker e le ricezioni di Fant e Metcalf portano la squadra ospite sulle 9 yard difensive di Tampa, ma Smith subisce un sack di Devin White che provoca un fumble, prontamente ricoperto da Nelson e si arriva all’ultimo quarto. Frazione che si apre con la terza segnatura di giornata per i Bucs, con Brady che pesca Godwin direttamente in touchdown (21-3), dopo che White con una corsa di 29 yard aveva portato i suoi nella metà campo dei Seahawks e Otton (un altro rookie sempre più parte integrante dei meccanismi offensivi) con una ricezione di 25 yard aveva dato a Brady un’ottima posizione di campo.

Con poco più di 10 minuti sul cronometro partita chiusa? Niente affatto!! Smith orchestra un drive concluso con una ricezione di Lockett in touchdown, con il successivo tentativo di trasformazione da 2 punti non andato a segno (21-9). La replica dei Buccaneers è macchiata da un errore che poteva costare caro alla franchigia della Florida: Tom Brady nel tentativo di trovare Evans a metà campo si fa intercettare da Barton che ridà la palla al suo attacco che, in poco più di 2 minuti, produce un’altra segnatura con Smith che trova Goodwin (da confondere con il Godwin di Tampa) in end zone (21-16), giocando un quarto tentativo e 1 yard che, se fallito, avrebbe potuto scrivere la parola fine al match.

In ogni caso Tampa ha il merito, con quasi 4 minuti sull’orologio, di condurre un drive ben miscelato tra corse e lanci, che annulla le speranze dei Seahawks di ribaltare una partita che, fino a poco prima, sembrava già ampiamente compromessa. La partita si conclude con la victory formation dei Bucs, con Brady che si inginocchia per tre volte consecutive, diventando il primo QB a vincere 4 partite su 4 al di fuori degli USA (prima di Monaco 2 a Londra e 1 a Mexico City)

Tra le file dei Seahawks buona la prestazione del QB Geno Smith (23/33, 275 yard e 2 TD con anche 4 corse per 22 yard) anche se autore di un fumble su un drive che poteva cambiare l’inerzia della partita. Nel gioco aereo Metcalf (6 ricezioni per 71 yard) e Lockett (3 per 42 yard) si sono distinti nel reparto ricevitori. Il RB Walker ha conquistato più yard sulle ricezioni (6 per 55 yard) che sulle corse (10 per 17 yard). La difesa ha subito più di 400 yard totali (161 su corsa e 258 su lancio) e ha fatto un passo indietro rispetto alle ultime partite; Brooks si è comunque distinto con 14 tackle totali e 1 TFL; Barton, oltre a 9 tackle, ha messo a segno un intercetto pesante, anche se vanificato dal successivo fumble di Smith; i zero sack fatti testimoniano che i difensori dei Seahawks non hanno creato molta pressione su Brady.

I Buccaneers hanno potuto contare su una prestazione solida e più concreta rispetto alle ultime uscite di Tom Brady (22 su 29, 258 yard, 2 TD e 1 INT); la grossa novità è stata l’efficacia del gioco sulla terra (161 yard totali!!) con White (22 corse per 105 yard e 4.8 di media) e Fournette (14 per 57 yard e 4.1 di media); sul RB ex Jaguars pesa molto lo scellerato lancio su Brady (!!) intercettato dalla difesa dei Seahawks. Godwin ed Evans (11 ricezioni combinate per 125 yard e  1 TD totali) sono stati incisivi, ma il vero Top player di giornata è stato Julio Jones autore del primo TD (con 17.7 di media a ricezione) e a fine partita di un primo down (ricezione di 17 yard) che ha contribuito a consumare tutto il tempo e ad azzerare il cronometro; la voglia dell’ex Falcon è testimoniata anche dal placcaggio su Barton che aveva appena intercettato Brady, gesto degno della miglior safety; anche Otton (3 ricezioni per 35 yard) ha dato il suo prezioso contributo e dando concretezza ad un reparto (TE) in estrema difficoltà in questa prima parte di stagione.

Il reparto difensivo ha alzato nettamente il livello delle sue prestazioni, concedendo solo 39 yard su corsa (22 delle quali del QB Smith) anche se sulle ricezioni (soprattutto nell’ultimo quarto) ha concesso un po troppo; Devin White, forse scosso dalle critiche mosse dal grande ex Warren Sapp, ha sfoderato una prestazione di primo livello (9 tackle totali, 2 sack, 1 TFL e 1 fumble provocato); anche Tryon ha dato consistenza alla pass rush con 2 tackle, 1 sack e 1 TFL; i rientri di Antoine Winfield e Sean Murphy-Bunting hanno sicuramente dato più consistenza e profondità al backfield difensivo.

I Seahawks (6-4) rimangono in testa alla West Division della AFC, tallonati dai San Francisco 49ers (5-4) e la prossima giornata beneficeranno della bye week, così come i Buccaneers (5-5) che guidano la South Division della NFC; i prossimi avversari della squadra di Coach Carroll saranno i Las Vegas Raiders (2-7) che dovranno dar fondo a tutte le loro armi per infastidire i “falchi di mare” nel loro stadio di casa, che vorranno consolidare il primato nella division e puntare decisamente ad un posto nei playoff

La squadra di Bowles ha dimostrato di avere un potenziale per almeno conquistare un posto nei playoff, anche se la stagione è ancora lunga e le restanti sette giornate dovranno dimostrare che Tampa ha imboccato la strada giusta per uscire dalla crisi; il gioco di corsa è finalmente diventato efficace, merito anche di una linea d’attacco che ha ben figurato, sia nel contenere la pressione sui lanci che nell’aprire varchi per i propri portatori di palla. Le numerose stelle presenti nel team della Florida (Brady, Evans, Godwin, Tryon, White tra gli altri) hanno dimostrato di aver ancora “fame”, cosa che sembrava essere stata smarrita in questo inizio di stagione; Bowles, Leftwich e tutto il coaching staff devono essere  bravi nel consolidare le migliorate prestazioni mostrate nelle ultime 2 partite (anche se contro i Rams solo nell’ultimo drive) e, complice una division tutt’altro che competitiva, puntare a un posto per la post season di gennaio, con l’obiettivo di migliorare ancora le prestazioni offensive e difensive, per poter recitare ancora una volta un ruolo da protagonista nella corsa verso il Super Bowl LVII di Glendale, Arizona.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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