La Serra di Huddle: Seattle sta vincendo la trade Wilson

Siamo quasi arrivati alla boa di metà stagione NFL e fare previsioni sembra già difficile che mai. Stiamo vivendo una stagione tutto sommato equilibrata e in cui non mancano sorprese o singoli risultati difficilmente pronosticabili. Dopo la trade che ha spedito Russell Wilson a Denver, ci si aspettava che i Seattle Seahawks dessero il via a quel processo di rebuilding che forse era stato posticipato fin troppo. Del resto, il duo Geno Smith-Drew Lock non ispirava particolarmente fiducia, e sappiamo quando sia dura in NFL vincere senza QB validi. 

Ebbene, le 5 vittorie di Seattle in 8 gare, e il primato in una claudicante NFC West, ci dicono che le cose non stanno andando come sarebbero dovute andare, e forse non è un male. 

Come fa un attacco guidato da un journeyman senz’arte né parte, con due tackle e un running back rookie, essere settimo nella Lega per DVOA? Vediamo.

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A SCUOLA DA SEAN MCVAY

L’offensive coordinator Shane Waldron è uno degli ultimi discepoli di Sean McVay a trovare la propria strada anche lontano dal maestro. Il rapporto di lavoro tra i due è partito nel 2016 a Washington ed è arrivato fino al 2020 a Los Angeles: in questa stagione, l’impronta di Waldron è decisamente visibile da più punti di vista. 

Geno Smith è sicuramente quello più evidente. L’ex QB di Jets, Giants e Chargers guida la NFL con il 72.7% di passaggi completati, è terzo per passer rating (107.2) e quinto per passaggi TD (13). Il sistema offensivo impostato da Waldron ricorda molto, non a caso, quello dei Rams, per l’ampio uso della play action e dei movimenti pre-snap volti a rendere le cose più difficili alle difese avversarie. Geno è settimo in NFL per passaggi tentati tramite play action, con una percentuale di completi dell’81.8: si tratta del dato migliore della Lega tra i passatori con almeno 30 passaggi di questo tipo tentati:

Difendere in queste situazioni è sempre molto complicato e il leak, cioè la “fuoriuscita” di un ricevitore che allo snap aveva finto di bloccare e poi esce per ricevere, è sempre la soluzione migliore.

I Seahawks sono nel bel mezzo di quella che potrebbe essere la loro migliore stagione di sempre in termini di yards per play offensive (6.0 contro le 5.89 della stagione 2014); le yard di media per passaggio tentato, 8.0, rappresentano il quinto miglior dato di Lega. Il 42.4% di conversione sui terzi down è, invece, il nono dato più alto. Waldron cerca di sfruttare la presenza di due ricevitori come D.K. Metcalf e Tyler Lockett, capaci di vincere uno-contro-uno con il fisico e con l’abilità nel correre le tracce, come specchietto per le allodole:

Qui le cose da notare sono tre. La prima è l’ottima tasca creata dalla linea offensiva di Seattle, di cui parleremo tra poco, che agevola e non poco il lavoro di Geno. Poi c’è la pazienza dello stesso QB di Seattle; a giudicare da dove volta la testa, il primo target doveva essere Metcalf (il Y receiver sulla destra), ma la sua option route viene ben neutralizzata da Due Tranquill. La terza è la traccia (stick) di Kenneth Walker, per l’occasione allineato come slot receiver a sinistra, che attira su di sé la safety, liberando spazio per la slant di Will Dissly, che riceve per 16 yard. 

Proprio Dissly è, zitto zitto, uno dei beneficiari della cura Waldron (o Smith, a seconda di come la si vuole leggere); il nativo del Montana è a quota 21 ricezioni stagionali (a -3 dal proprio career high) per 209 yard e 3 mete (il proprio massimo è 4). Nonostante abbia giocato meno del 70% degli snap offensivi dei suoi – deve condividerli con Noah Fant – Dissly sta giocando in maniera super efficiente, come testimonia l’assurdo 144.3 di passer rating di Geno quando il suo target è il tight end. Il numero 89 è anche un validissimo bloccante per le corse. 

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Qui invece vediamo come Geno usi lo sguardo per manipolare la difesa avversaria e creare spazio per Metcalf. I Cards si dispongono in cover 1, con una safety alta e i cornerback a uomo; Geno finta di servire uno dei due ricevitori sul lato sinistro, che si apre attirando il proprio marcatore. A questo punto, per Metcalf è facile correre una traccia comeback approfittando del posizionamento del proprio marcatore, che gli lascia un cuscinetto amplissimo per muoversi e ricevere con relativa comodità. 

Menzione d’onore per la coppia di tackle rookie con cui i Seahawks hanno rinfrescato la o-line (assieme all’arrivo via free agency di Austin Blyhte, centro, dai Rams): Charles Cross e Abraham Lucas. I due hanno concesso in totale 7 sack combinati, ma solo 1 ciascuno nelle ultime 4 partite. I due stanno ancorando una linea offensiva dietro la quale sta esplodendo un altro rookie, Kenneth Walker III, alla guida di un running game esplosivo e variegato. 

COME USARE UN ROOKIE RUNNING BACK

Quando Seattle ha scelto Kenneth Walker III con la 41esima scelta assoluta allo scorso draft, in molti hanno storto il naso. È vero che la squadra non riesce a trovare un running back su cui impostare il running game da Marshon Lynch. Chris Carson ci era riuscito per un paio di stagioni, tra il 2018 e il 2019, scollinando in entrambi i casi oltre le 1000 yard, salvo lanciare l’asciugamano l’estate scorsa e ritirarsi per problemi fisici. Nelle ultime due stagioni, il backfield dei Seahawks è stato una specie di porto di mare che però, finalmente, sembra aver trovato un padrone. Nonostante lo scetticismo iniziale – non tanto per il suo talento, quanto per l’iniezione di talento di cui la squadra avrebbe beneficiato in altri ruoli – il rookie da Michigan State si sta prendendo il palcoscenico. 

Dopo un inizio complicato, Kenneth Walker III si è preso il backfield dei Seahawks, approfittando della sua capacità di rompere tackle (210 yards after contact per lui in stagione) ma anche della sua visione di gioco. Shane Waldron ha impostato un running game piuttosto versatile anche grazie alle caratteristiche del proprio running back, che sa trovare spazi sull’esterno anche quando il centro della linea è intasato:

Queste due corse nascono e finiscono esattamente allo stesso modo: sono due outside zone che permettono al numero 9 di Seattle di segnare. Quella contro i Chargers è più “standard”; Parkinson viene messo in movimento verso quello che diventa il lato forte, ed è il suo blocco, oltre a quello, decisivo, di Will Dissly a spianare la strada al running back per un touchdown da 74 yard.

Nel secondo esempio, invece, anziché continuare a puntare verso il lato forte, complice la penetrazione della difesa dei Giants, Walker sterza e cambia lato dove, ovviamente, c’erano meno difensori, ma anche meno bloccanti. Il risultato è il medesimo. Walker sta tenendo medie di 5.4 yard a portata (ottavo dato più alto in NFL) nonostante incontri 8 o più difensori nella box nel 30% abbondante delle portate (ottavo). 

Quando si tratta di correre, Waldron sta puntando sulla fisicità dei propri giocatori più che sulla creatività. Un’eccezione, però, può essere questa:

Questi Seattle Seahawks sono una delle note più sorprendenti di questa stagione NFL, guidate da un QB che sembrava non dovesse mai più trovare posto in una formazione se non in casi limite. Invece, il GM John Schneider ha messo insieme una squadra giovane ma già competitiva, oltre che molto ben allenata. Come se non bastasse, la stagione negativa dei Broncos potrebbe regalare alla franchigia, in maniera ancora più inaspettata, una scelta alta al prossimo draft, frutto dello scambio per Russell Wilson. Un bellissimo biglietto da visita per l’offensive coordinator Shane Waldron ma anche un possibile capolavoro per coach Pete Carroll. 

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