[NFL] Wild Card: San Diego Chargers vs Cincinnati Bengals 27-10

“Trovare la formula”. Era questo il mantra negli spogliatoi dei Cincinnati Bengals subito dopo la sorprendente eliminazione dai playoff dei nero-arancio ad opera dei San Diego Chargers. La formula per riuscire a giocare anche nella post season come si era fatto in regular season, la formula per affrontare, soprattutto psicologicamente, quella parte di stagione che consacra le grandi squadre, la formula per interrompere una maledizione che prosegue dal 1991.

Stavolta non è bastato l’aver piazzato attacco e difesa nelle prime dieci della NFL in regular season e l’affrontare un team che ha agguantato i playoff per il rotto della cuffia e grazie al suicidio sportivo di Miami. I Bengals sono andati k.o. per la sesta volta consecutiva nella prima gara di playoff e senza l’attenuante, che hanno gli altri team usciti in queste Wild Card 2013, di aver lottato fino all’ultimo.

I San Diego Chargers sono arrivati a Cincinnati avendo imparato alla perfezione la lezione insegnata loro dalla sconfitta casalinga contro la truppa di Marvin Lewis poco più di un mese fa, ed hanno preparato un piano che ha funzionato alla grande. Spettacolari? No. Concreti? Si, tremendamente…
Danny WoodheadI Chargers hanno pressato sin dall’inizio Dalton (nella foto), mentre in attacco travolgevano il reparto di coach Zimmer grazie ad un gioco di corsa efficacissimo. Alla fine la notizia più sorprendente è arrivata proprio dalle difficoltà della difesa dei Bengals che, nonostante abbia dovuto fare a meno per quasi tutta la stagione del fortissimo tackle Atkins, era stata la quinta del campionato con appena 96 yards subite su corsa a partita e che invece, ai californiani, di yards ne ha concesse ben 196. E, a ulteriore merito degli ospiti, c’è da sottolineare che l’attacco dei Chargers ha dovuto fare a meno per oltre tre quarti dell’uomo che àncora la linea offensiva, il centro Hardwick, k.o. per un problema al collo.
Il suo sostituto, Ohrnberger, si è disimpegnato alla grande, tantochè la maggior parte delle yards conquistate sulla terra dai runner dei Chargers sono arrivate grazie a buchi centrali o con tagli verso l’interno. Un Mathews che era stato protagonista nella resurrezione di San Diego nella seconda metà di stagione, ha portato la palla 13 volte per 52 yards, ma è quasi sparito nel secondo tempo (la versione ufficiale è stata “per normale rotazione” ma onestamente convince poco), sostituito in ogni caso alla grande dal tuttofare Woodhead, nella foto, (15 portate per 54 yards ed un touchdown) e dal veteranissimo Ronnie Brown che verso la fine dell’ultimo quarto ha affossato le speranze di recupero dei Bengals con la meta del definitivo 27-10.

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Philip RiversUn Rivers (nella foto) che in questa stagione ha vissuto una vera e propria rinascita che lo ha portato ad essere convocato per il Pro Bowl, è stato “vittima”, insieme ai suoi ricevitori, del gameplan, ed ha messo per aria solo sedici palloni, completando dodici passaggi per 128 yards. Il prodotto da NC State è stato però perfetto nei momenti importanti e protagonista del drive culminato col touchdown del definitivo sorpasso a metà del terzo quarto. In quella serie Rivers ha completato tutti e sei i lanci tentati per 68 yards, l’ultimo dei quali, da 4 yards, per le manone del tight end Ladarius Green, giocatore che sembra ormai maturo per raccogliere la difficile eredità del grandissimo Antonio Gates.
Proprio Green è stato il leading receiver del team californiano, con tre ricezioni per 34 yards, davanti all’altro astro nascente del passing game, il rookie Keenan Allen che ha portato a casa 21 yards con due ricezioni.

Il reparto che ha stupito di più è stata la difesa dei Chargers: rispetto alla prima gara contro i Bengals, San Diego recuperava entrambi gli outside linebackers , Jarrett Johnson e Melvin Ingram, che sono stati decisivi nel creare pressione sul quarterback avversario, costringendo Dalton spesso fuori dalla tasca. Il doversi muovere quasi costantemente, ha fatto sì che il regista da TCU perdesse il timing con i ricevitori e ha portato ai due intercetti di Wright e dello stesso Ingram. La grande giornata dei linebacker di San Diego è poi stata completata da Butler che ha fatto buona guardia contro il rushing game dei Bengals ed ha causato il fumble di Bernard nel secondo quarto che ha fatto girare l’inerzia del match.

In casa Bengals invece la delusione è profondissima: dopo aver chiuso la stagione imbattuti in casa, le Tigri erano assolutamente confidenti di riuscire a sfatare la maledizione dei playoff e invece anche questa volta i tifosi sono tornati a casa con il sapore amaro della sconfitta. “Siamo una buona squadra, non c’è dubbio” è il commento a caldo di Andrew Whitworth, uno dei protagonisti della stagione per Cincinnati sia nel ruolo di guardia che in quello di tackle “ma quando arrivi nei playoff devi dimostrarlo. Sei in casa e devi giocare bene, meglio di quanto abbiamo fatto noi. Loro hanno messo insieme un grande piano in attacco e hanno mosso la palla molto bene. La nostra difesa ha fatto un grande lavoro limitandoli ai field goal. In attacco credevo potessimo correre efficacemente ma non ci siamo riusciti”.
Whitworth getta la croce soprattutto sul suo reparto, cioè l’attacco, ma onestamente nel crollo contro San Diego, anche la difesa ha le sue responsabilità. La linea difensiva la giocato discretamente contro il passaggio ma, con la sola eccezione di Gilberry, è stata travolta nel rushing game dalla potente linea offensiva dei Chargers, e non raramente Peko e compagni si sono fatti trovate nel posto sbagliato al momento di chiudere i varchi contro le corse.
Fra i linebacker, Maualuga ha giocato un buon match, ma Burfict ha faticato a chiudere i varchi con gli offensive linemen dei Chargers che spesso salivano a bloccarlo.

Andy DaltonLe statistiche dell’attacco invece non sono certo da disfatta visto che Dalton (nella foto) ha passato per oltre 330 yards e, in venticinque corse, fra Green-Ellis, Bernard e lo stesso Dalton, Cincinnati ha guadagnato 113 yards, alla media di 4 yard e mezzo a portata. Ma come spesso accade, i meri numeri non raccontano la storia completa: l’attacco di Cincinnati ha fatto molto, ma poi ha disfatto con chirurgica precisione: i due intercetti, il fumble perso da Dalton senza che un avversario lo abbia neppure sfiorato, quello di Bernard nel momento più favorevole per le Tigri, e la mancata ricezione di Green di un pallone che poteva portare i padroni di casa e -3 e riaprire completamente il match sono i tanti tasselli risultati poi letali per i Bengals.
Per la seconda settimana consecutiva infatti, Cincinnati è riuscita a regalare agli avversari quattro palloni, ma se la cosa non l’ha fermata contro un team con l’attacco già in vacanza (i Ravens), contro San Diego è stata fatale. Dalton ha completato 29 passaggi su 51 per 334 yards, ma ha subito per tutto il pomeriggio l’assalto dei Chargers, senza che la linea l’abbia aiutato più di tanto.
I due intercetti sono frutto di lanci opinabili, ed il fumble perso (la palla è sgusciata dalle mani di Dalton mentre toccava terra senza però essere stato placcato) ha dell’incredibile. Naturalmente lo 0-3 nelle gare di playoff con un TD e sei intercetti, ha già scatenato le critiche verso il “rosso” riguardo l’incapacità di vincere match che contano. Io credo invece che il problema di Dalton sia, più in generale, l’incostanza di rendimento: in un 2013 comunque da incorniciare a livello statistico, il regista da TCU aveva già offerto prestazioni impalpabili, però la difesa ed il rushing game avevano coperto questa sua mancanza.
Dalton è giovane, è un leader e ha tutti i mezzi per fare un salto di qualità che però non è ancora arrivato.

Il runner rookie Bernard ha giocato nuovamente una gara sotto tono almeno per ciò che riguarda il suo lavoro principale, quello di correre con l’ovale in mano: dodici portate, 45 yards senza però mai incidere veramente sul match. Il suo contributo sul passing game è stato importante: sette ricezioni per 73 yards, ma gli screen che tanto bene avevano funzionato soprattutto nella seconda metà di stagione sono stati stavolta meno incisivi grazie all’attenta difesa dei Chargers e, soprattutto, grava su Bernard un fumble perso a pochi metri dalla end zone avversaria.
Fra i ricevitori, altra grande prova di Marvin Jones che con 130 yards su ricezione ha battuto il record di franchigia nei playoff, strappandolo a Collinsworth che lo aveva stabilito con 120 in un altro k.o., stavolta contro i Jets, nel 1983. Fra i terminali del passing game, da sottolineare anche la buona prova di Gresham, autore di sette ricezioni per 64 yards e dell’unica meta dei Bengals. Non pervenuto invece l’asso AJ Green che ha racimolato appena 34 yards più la già menzionata palla droppata vicinissimo alla end zone avversaria sul 10-20 con sei minuti ancora da giocare.

Naturalmente in settimana si era parlato molto del famoso Freezer Bowl, la gara di playoff giocata sempre fra Cincinnati e San Diego nel 1982 a -22 con però un vento faceva scendere la temperatura percepita a -45, e che aveva spalancato ai Bengals le porte del Superbowl poi perso con i 49ers, ma che la giornata sarebbe stata diversa, forse i tifosi delle Tigri l’avevano già capito dal clima, visto che si è giocato con qualche grado sopra lo zero, dunque in una situazione tutt’altro che terribile. Non solo, ma dopo non aver effettuato neppure un gioco nella red zone avversaria nella prima sfida del Qualcomm Stadium, stavolta ai Chargers bastavano due drive per violare non solo la red zone ma pure l’area di meta dei Bengals grazie alla corsa da 5 yards di Woodhead.
Giovani Bernard, Donald ButlerMeno di un minuto dopo però iniziava il secondo quarto, che si confermava frazione favorevolissima ai Bengals soprattutto in casa (62-0 il parziale nella seconda frazione a favore delle Tigri nelle ultime quattro gare casalinghe). Grazie alle corse di Bernard (nella foto mentre commette fumble), gli uomini di Lewis arrivavano fino sulle 4 avversarie e qui, su un secondo e quattro, Dalton, dopo aver ricevuto l’ovale dal rientrate centro Cook, guardava prima Sanu, ottimamente marcato dai Chargers, poi un istante prima che Ingram lo livellasse al suolo, pescava Gresham per il touchdown del pareggio.
La fase centrale del secondo quarto era quella più delicata per San Diego e Cincinnati sembrava poter prendere il largo, però sul drive seguente dei Bengals, Bernard riceveva un pallone sulle 4 dei Chargers, ma non riusciva neppure ad aggiustarsi l’ovale che veniva placcato da Butler. Ne veniva fuori un fumble recuperato dal cornerback Marshall che raccoglieva la palla dentro la sua end zone e la riportava per 13 yards.
Prima dell’intervallo i Bengals riuscivano lo stesso a segnare un altro field goal, grazie a tre bei passaggi di Dalton a Green, Sanu e Gresham, ma il primo tempo si chiudeva con Cincinnati avanti di appena 3 punti.

Lo scampato pericolo e la consapevolezza di potersela giocare fino in fondo, mettevano le ali ai Chargers che nel secondo tempo in sette minuti e mezzo segnavano 13 punti, complici i pasticci offensivi dei padroni di casa. Prima arrivava la meta di Ladarius Green in un drive il cui gioco decisivo era però la ricezione di Royal da 33 yards poi, dopo il fumble perso da Dalton, Novak infilava un field goal da 25 yards.
Sul drive seguente Dalton veniva intercettato da Wright che veniva alla fine bloccato sulle 3 dei Bengals. Qui la difesa di casa era brava a bloccare l’attacco di San Diego, ma alla fine per i californiani arrivavano comunque tre punti. In avvio di ultimo quarto con dieci lunghezze da recuperare, Dalton veniva nuovamente pizzicato, stavolta da Ingram, ma l’attacco dei Chargers si esauriva subito lasciando una nuova chance ai Bengals. E stavolta Cincinnati veniva tradita da AJ Green, che andava troppo molle a ricevere un pallone lungo praticamente perfetto a pochissimi metri dalla linea di meta. La safety Stuckey riusciva a deflettare il pallone ed i Bengals vedevano il loro drive arenarsi poco dopo.
I Chargers però erano ormai solo più concentrati a far passare il tempo, e con un “tre e fuori” ridavano la palla ai padroni di casa, il cui drive però si fermava subito dopo la metà del campo. Con il pubblico che ormai iniziava ad abbandonare lo stadio deluso arrivava quindi la doccia fredda finale: il veteranissimo Ronnie Brown prendeva di infilata la difesa dei Bengals innestava tutte le marce come ai bei tempi con i Dolphins e si fermava solo dopo aver violato l’area di meta dopo 58 yards, facendo così staccare ufficialmente ai suoi il biglietto per Denver.

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