Partita dal doppio volto (Atlanta Falcons vs Tampa Bay Buccaneers 15-21)
La sfida tra Falcons e Buccaneers giocata a Tampa vedeva le due squadre con trend opposti: gli ospiti dopo due sconfitte contro Saints e Rams hanno pareggiato il record con i successi su Seahawks e Browns, mentre i padroni di casa dopo le prime trasferte vittoriose a Dallas e New Orleans hanno subito due stop casalinghi contro Packers e Chiefs; il duello interno alla South Division della NFC diventava decisivo per il primo posto, seppur provvisorio, della stessa divisione.
Atlanta deve rinunciare a due infortunati eccellenti, il RB Cordarrelle Patterson e il TE Kyle Pitts mentre i Bucs deve ancora fare a meno dei ricevitori Jones e Perriman, del DB Logan Ryan e del TE Brate, oltre agli assenti da più tempo.
Ad inizio partita gli attacchi non brillano con i rispettivi punter impiegati (da evidenziare nelle file dei Falcons la presenza di Bradley Pinion, ex di lusso protagonista della stagione conclusa con la vittoria nel Superbowl giocato in casa). Brady, con la solita collaborazione dei vari Fournette e Godwin, si gioca un 4 e 1 in piena red zone ma senza risultati e il primo quarto si conclude con un altro punt della squadra guidata in cabina di regia da Mariota. Il nuovo drive di Tampa vede protagonisti, tra gli altri, anche i due rookie Otton (TE) e White (RB) e la squadra allenata da HC Bowles va a segno con una corsa di Fournette (7-0). Atlanta continua a far fatica a rendersi pericolosa, anche se i rincalzi dei titolari fanno di tutto per non farne sentire la mancanza.
Brady trova i suoi bersagli aerei (Otton, Gage, Miller, Godwin, White ed Evans) ma alle soglie della end zone avversaria deve accontentarsi del field goal trasformato da Ryan Succop (10-0). I Falcons cercano di andare al riposo con qualche punto sul tabellino ma il calcio di Koo (dalle 52 yard con 24 secondi sul cronometro) fallisce e Tampa ne approfitta con l’asse Brady-Fournette che porta in zona da FG il sempre affidabile Succop che si ripete e porta lo score sul 13-0 a fine primo tempo.
Atlanta ha il primo possesso del secondo tempo e Mariota, con l’aiuto dei ricevitori London e Hodge e dei back Allgeier e Williams, tenta di muovere il pallone e rendere l’attacco della squadra guidata da HC Arthur Smith più pericoloso ma deve, ancora una volta andare al punt. I Buccaneers puntano sui corti ma sicuri guadagni per conquistare primi down e terreno, anche se il gioco principale del drive è una ricezione di Evans che riceve e corre per un guadagno totale di 40 yard che porta Tampa a ridosso della end zone che viene violata ancora da Fournette, questa volta su lancio di Brady. Per arrotondare il punteggio i Bucs vanno per la trasformazione da 2 punti, realizzata con la ricezione di Russell Gage per il provvisorio e “sicuro” 21-0.
Qui la macchina offensiva coordinata da Byron Leftwich si inceppa e non riuscirà a mettere più punti sul tabellone nella restante parte del match. I Falcons, complice un ottimo ritorno di punt di Williams e le corse di Huntley, ad inizio dell’ultimo quarto riescono finalmente a togliere lo zero dal punteggio con una corsa di Williams in touhdown (21-7). I Bucs inanellano “3 e OUT” che complicano oltremodo una pratica che a fine terzo quarto sembrava già in archivio e danno speranza e nuova energia alla franchigia della Georgia che, con Zaccheaus, va in end zone su lancio di Mariota; anche Atlanta si affida alla trasformazione da 2 punti per avvicinarsi ulteriormente, con Hodge che riceve e porta i suoi sul 15-21.
Nel successivo drive offensivo di Tampa, su un cruciale terzo tentativo e 5 yard da conquistare si verifica l’episodio probabilmente decisivo per l’intera partita: Brady viene placcato dal DL Grady Jarrett in quello che sembra un classico sack, che potrebbe ridare il pallone a Mariota e compagni con 3 minuti disponibili per tentare il sorpasso. Invece la crew arbitrale segnala un “roughing the passer” (violenza contro il QB) ai danni del difensore in maglia nera che dà un primo down ai Buccaneers che, dopo un altro primo down conquistato da Evans, azzerano il cronometro e portano a casa la terza vittoria stagionale.
Inutile dire che la decisione dei referee verrà a lungo discussa e interpretata e non pochi ritengono che il recente serio infortunio a Tua Tagovailoa (QB dei Miami Dolphins a rischio fine carriera dopo sole 2 stagioni gicoate) abbia inciso e possa incidere nel prosieguo del campionato sulle valutazioni degli arbitri. Resta comunque la cronaca di una partita che sembrava decisa dopo tre quarti di gioco, e per merito dei Falcons e sicuro demerito dei Bucs poteva essere ribaltata nel suo verdetto finale.
I Falcons, nonostante le assenze, hanno dato tutto anche se troppo tardi; Mariota (14 su 25, 147 yard e 1 TD ma 5 sack subiti) ha avuto alti e bassi ma è riuscito a guidare il suo team e a dimostrare che può essere ancora un QB degno della NFL, dopo che le sue prestazioni negli anni recenti anni con i Titans e i Raiders hanno messo in pericolo la sua carriera professionistica; l’ex QB degli Oregon Ducks ha aggiunto altre 61 yard su corsa, da sempre sua caratteristica fin dagli anni del college.
Pur orfana di Patterson Atlanta sulle corse ha potuto contare su Allgeier (45 yard), Huntley (34) e Williams (solo 11 yard ma con 1 TD) per un totale di 151 yard, evidenziando per la seconda giornata consecutiva che la difesa di Tampa stenta nel contenere i guadagni sul terreno, da sempre punto di forza della franchigia della Florida. Anche il gioco aereo ha totalizzato 147 yard divise in ben 9 giocatori, anche se i protagonisti, in assenza di Pitts, sono stati London (35 yard) Hodge (33) e Zaccheaus (39 e 1 TD). La difesa, con il LB Walker e il DB Hawkins sugli scudi, ha ben contenuto il gioco su corsa di Tampa (69 yard) ma ha subito ben 351 yard dal braccio di Brady. Contro ogni previsione, che ne facevano la vittima sacrificale, i Falcons hanno tenuto botta e nonostante una brutta prima metà si sono fatti sotto nell’ultimo quarto, dimostrando di crederci sempre e fino allo scadere.
Da parte loro i Buccaneers dovevano dimostrare che le sconfitte contro i Packers e contro i Chiefs (soprattutto!!) erano episodi e il coaching staff aveva trovato le contro misure necessarie, sia in attacco che in difesa, ma così non è stato. Brady ancora una volta, in assenza di un concreto gioco di corsa, si è caricato la squadra sulle sue esperte spalle (35 su 52 per 351 yard e 1 TD); l’altro sicuro protagonista del match è stato Leonard Fournette sia sul terreno (14 corse per 56 yard e 1 TD) che nel gioco aereo (10 ricezioni per 83 yard e 1 TD) poco supportato dall’altro RB Rashaad White (14 yard su corsa e 28 su ricezione); tra i ricevitori, oltre alle conferme di Evans (4 ric. per 81 yard) e Godwin (6 per 61) la nota lieta arriva dal TE (rookie) Cade Otton autore di 6 ricezioni per 43 yard sostituendo Cam Brate infortunato in un reparto TE in cui continua a latitare il nuovo arrivato Kyle Rudolph che non dà a Brady un target valido, come è stato per le ultime due stagioni Gronkowski.
In difesa continuano ad alternarsi luce ed ombre con Barrett che è il ricordo sbiadito di quello delle ultime 2 stagioni e le prestazioni migliori arrivano dai giovani Hall (rookie) Tryon-Shoinka (secondo anno) autori di 1 sack a testa, con un totale di 5 dell’intero reparto. David e White non hanno brillato contro i back di Atlanta e le 151 yard subite lo testimoniano, anche se sui lanci i DB hanno figurato meglio (110 yard subite)
Proprio in quest’ultimo reparto si lamentano tre uscite anzitempo dal campo con Carlton Davis, Sean Murphy-Bunting e Mike Edwards e l’augurio è che possano essere infortuni non seri ed essere prontamente recuperati.
I Falcons contro tutti i pronostici sono ancora in gioco e devono puntare a recuperare Pitts per rendere multidimensionale il loro attacco, anche senza Patterson (in injured reserve list). La squadra della Georgia, pur non potendo contare su grandi stelle (ad eccezione di Pitts e Patterson con il rookie Drake London che si sta mettendo sempre più in luce) si è dimostrata solida e Smith può lavorare per rendere ancora più competitivo il suo team, con Mariota che sta prendendo il controllo della sua nuova franchigia; la prossima settimana ospiteranno i 49ers che testeranno le ambizioni dei Falcons.
Dai Buccaneers si aspettava una netta inversione di tendenza dopo le due sconfitte contro squadre che puntano ai playoff; nonostante una buona prima parte (3/4 della partita) però non ha mai dimostrato di poter dominare e avere il controllo della contesa, cosa che si è palesemente manifestata nell’ultimo quarto dove i giocatori di Bowles sembravano spariti dal campo. In attacco, nonostante gli zero sack subiti, Brady non è a suo agio dietro una linea rabberciata che riesce comunque a dargli una discreta protezione ma nel gioco su corsa non riesce ad aprire le corsie per i propri RB e questo rende prevedibile il gioco offensivo di Tampa. La difesa deve trovare soluzione per migliorare la pass rush e al tempo stesso ritrovare l’impermeabilità contro le corse avversarie.
La prossima giornata i Bucs (3-2) faranno visita agli Steelers (1-4) in un altro match “abbordabile” ma non per questo da affrontare con sufficienza, pena il rischio di rimonte come contro i Falcons o di prestazioni sotto un livello accettabile come contro Green Bay e Kansas City. L’obiettivo è quello di mantenere la testa della Division, recuperare più infortunati possibili per aumentare e migliorare le prestazioni sia dell’attacco che della difesa. Coach Bowles a cui veniva dato molto credito a inizio stagione deve stare attento a non trovarsi in una posizione rischiosa, per la squadra ma soprattutto per lui.