Il gioco più “buggato” della NFL. Perché nessuno riesce a fermare Taysom Hill

A cosa pensate se vi dico di indicare la singola giocata più efficace della NFL? Un lancio, magari di Patrick Mahomes? No, non stiamo parlando di un lancio, nonostante nella lega il passaggio la faccia ancora (per poco?) da padrone. Quindi vi ho dato un indizio, si tratta di una corsa. Di Saquon Barkley? Di Nick Chubb? Ebbene no, si tratta di un quarterback. Lamar Jackson, direte voi? Incredibilmente no, stiamo parlando di Taysom Hill, “quarterback” con qualche virgoletta ma comunque autore, proprio da quella posizione, della giocata più efficace della stagione 2022. Il suo impatto come corridore ha fruttato 0.89 expected points added (EPA) per ognuna delle 21 corse tentate, una dato assolutamente privo di senso se consideriamo che i passaggi di Josh Allen, giusto per citare il quarterback più caldo in circolazione, arrivano a malapena a 0.4. Per citare dati meno settoriali e alla portata di tutti, Hill ha corso 21 volte per 228 yard, ogni volta che i Saints gli hanno affidato il pallone ne hanno ricavato più di 10 yard. Per capirci, Nick Chubb sta a 6,1, Lamar Jackson a 7,6. Benissimo, in due minuti abbiamo risolto il grande mistero del football offensivo: palla in mano ad un mormone di 32 anni e si va a scalzare i Broncos 2013 dal trono di attacco più prolifico della storia.

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Ovviamente le cose sono più complicate di così. Hill non è il quarterback titolare e il suo impiego come rushing quarterback non occupa che una frazione degli snap offensivi dei Saints. Se aumentate di numero ed estese su un’intera stagione, le sue statistiche si normalizzerebbero parecchio. Ciononostante, la pur ridotta porzione “Taysom Hill corre tra i tackle” si è dimostrata di gran lunga la più efficace del playbook a dispozione di Pete Carmichael, l’OC di New Orleans, ed è interessante chiedersi il perché di quella che sembra una semplice anomalia statistica. Forse le difese vengono colte alla sprovvista? Difficile, visto che non si tratta nemmeno di una novità: è da almeno quattro anni che Hill, sia come part time che come full time, gioca come quarterback corridore.Perché allora è tornato così efficace? Perché non lo si riesce a fermare? Cosa possono fare le difese per catturare il mostro di New Orleans? Per rispondere a queste domande ho isolato una parte delle corse di Hill, quelle in cui l’imminente corsa è pressoché annunciata dalla presenza di al massimo un ricevitore in campo e dalla formazione pesante.

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Partiamo da un dettaglio che, come vedremo poi, sarà fondamentale. Talvolta quando HIll corre non è nemmeno l’unico QB in campo. I Saints al contrario si schierano con uno tra Jameis Winston ed Andy Dalton insieme ad Hill, che per via della sua versatilità può giocare sia come QB che come tight end. Quando Hill veste i panni di QB, posizionandosi dietro al centro, il vero quarterback si mette comodo su un lato e guarda la sua squadra macinare gli avversari con un gioco di corse inarrestabile. La corsa più devastante è stata senza dubbio “QB power”, uno schema che sfrutta i blocchi Power che normalmente si usano per le corse dei Runningback per far invece correre il Quarterback, che può contare così su un blocco in più per guadagnare terreno. Quella dei Saints è quasi sempre una “QB Power” e non una “QB Power read” tipica di altri attacchi simili come quelli dei Ravens di Lamar Jackson e degli Eagles di Jalen Hurts. Solitamente infatti quando un quarterback corre lo schema prevede un elemento di “option”, una lettura da parte del QB su un difensore lasciato libero e il cui comportamento determina se il QB terrà il pallone o se invece lo affiderà al runningback. Questo tipo di corsa dei Saints è invece un quarterback run vera e propria, Hill non legge nulla se non i blocchi dei compagni. Questi blocchi sono, appunto, tipici delle corse Power, con il pull di un offensive lineman, e il kickout block di un linebacker o fullback.

In queste corse tutti i giocatori tranne i due “puller” bloccano in direzione opposta a quella presa dal corridore, in modo da generare poi superiorità numerica al punto d’attacco (il gap che il quarterback va a colpire) attraverso il pull della guardia e il kickout block del fullback.

Come dicevamo, in questa corsa non ci sono elementi di lettura e nemmeno elementi di “misdirection” come motion elaborate o continui shift tipici del gioco di corse di Kyle Shanahan. È power football vecchia maniera, mettiti in posizione e batti il tuo uomo. Le difese, nel momento in cui vedono quella formazione, sanno cosa sta arrivando. Dato che essere prevedibili in NFL equivale spesso ad essere morti, sorge spontanea una domanda: perché diavolo nessuno riesce a fermarli?

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Ci sono diverse spiegazioni. La prima, molto pragmatica, è che le difese affrontate finora sono troppo scarse per fermarli. Seattle, Atlanta e Minnesota sono tutte nella parte bassa della classifica di DVOA contro le corse, i Bucs giusto un pelo meglio al quattordicesimo posto. Questo fa sì che la linea di New Orleans abbia gioco facile nel vincere i blocchi decisivi.

Un altro motivo è di natura tattica ed è dovuto al fatto che tutte le squadre menzionate si basano su fronti “dispari” (la famosa 3-4), che sono particolarmente esposti agli schemi power. Il linebacker esterno è molto esposto al kickout block (il blocco per tenerlo esterno) e i tre defensive linemen  sono a loro volta esposti ai down block della linea offensiva.

Inoltre, proprio perché rappresenta una porzione ridotta del playbook dei Saints, il pacchetto Taysom Hill non può che essere “trascurato” dagli avversari nella preparazione del gameplan. Il tempo per preparare una partita è già limitato di suo, quindi gli avversari dei Saints non sempre possono dedicare abbastanza attenzioni a come difendere la QB Power, tanto più dato che si tratta di un set di giochi A) Diverso dal resto dell’attacco di New Orleans, B) di natura collegiale e per questo al di fuori da ciò che una difesa NFL è abituata a contrastare.

Infine, dobbiamo considerare il giocatore più importante in questo giochino dei Saints, che paradossalmente è l’unico non coinvolto nello schema: il vero quarterback. Ricordate? I Saints quando corrono con Hill hanno quasi sempre in campo Dalton o Winston, schierati larghi per non far danni ed evitare colpi, certo, ma comunque in campo. Questo è fondamentale perché ci riporta al perché le difese non riescono a fermare una giocata che sanno essere in arrivo. Perché non chiamano una goal line defense, schierando tutti quanti i DL a loro disposizione per fermare una corsa di Hill? Il motivo è che lo sanno troppo tardi che quella corsa li colpirà.

Piccola digressione fondamentale per cogliere questo punto. Prima di ogni azione, l’attacco schiera il suo personale, la difesa vede il personale dell’attacco e di conseguenza decide che tipo di giocatori mandare in campo. Se vede tanti ricevitori mette in campo tanti defensive back. Se viceversa è certa di aspettarsi una corsa, metterà in campo quanti più defensive linemen e linebacker possibili. Ora, quando i Saints entrano in campo per queste corse di Hill hanno comunque un quarterback vero in campo, quindi non possono schierare i personali super pesanti che permetterebbero di fermare la corsa, proprio perché devono tener conto della possibilità che Hill, anziché ricevere lo snap, giochi da tight end in un’azione di passaggio effettuata da un vero quarterback. Quando invece è Hill a posizionarsi come QB, è troppo tardi per schierare tutti i muscoli a disposizione e difendere la QB Power. L’unica alternativa sarebbe bruciare un time out per evitare il massacro, ma nessuno si è ancora spinto fino a quel punto. In altre situazioni i Saints hanno giocato con il solo Hill come papabile quarterback, ma anche in quei casi le difese hanno fatto fatica a trovare le giuste contromisure.

Ora, arriviamo al punto fondamentale, soprattutto per chi come il sottoscritto spera che i Saints restino il più a lungo possibile con un record negativo: come fermiamo Hill?. Per prima cosa, avere un “check” automatico ogni qualvolta i Saints presentano formazioni pesanti e Hill come QB. A dire il vero gli unici che ci hanno provato quest’anno sono stati i Falcons, non a caso una squadra che conosce benissimo i Saints, che si sono adattati schierando un fronte 6-1.

Non è servito a molto, anzi Hill ha comunque galoppato per più di 50 yard, ma il problema in quel caso è stato di esecuzione più che schematico, e qualunque squadra che affronterà i Saints dovrà lavorare nella direzione di una risposta tattica alle difficoltà poste da Hill come corridore.
In campo poi ci vanno gli uomini e non gli schemi, quindi ciò che serve banalmente è anche avere DL in grado di vincere il loro blocco e sabotare la corsa attraverso una vittoria individuale. Qui vediamo due rari esempi di corse di Hill non efficaci, dovuti in larga parte all’ottimo lavoro della linea difensiva.

L’ultimo ingrediente, richiesto soprattutto a linebacker e safety, è la disciplina nell’eseguire i compiti. Una delle giocate più esplosive di Hill è arrivata contro una ottima difesa sulle corse dei Seahawks, che avevano un uomo libero (la safety Quandre Diggs) pronto per il placcaggio, ma proprio quell’uomo ha mancato Hill e gli ha permesso di involarsi a fondocampo.

Come dicevamo, tutto lascia pensare che l’insensata efficacia di questo pacchetto prima o poi calerà verso numeri più ragionevoli. O forse no? In questo momento i Saints hanno l’inerzia positiva sul lato tattico, hanno due passi di vantaggio su avversari che dovranno affannarsi per recuperare il margine tattico che New Orleans si è assicurata. Questo significa che se i Saints dovessero continuare ad espandere questo pacchetto con soluzioni ad hoc pensate per contrastare le imminenti contromisure avversarie. Un esempio di questo modo di costruire sulla minaccia di corsa di Hill l’ho analizzato in questo breve video che mostra come da una formazione identica a quella di una corsa i Saints abbiano poi chiamato uno schema di passaggio verticale che è valso un touchdown contro i Seahawks.

Non è finita qui però, perché basta guardare attentamente le corse di Hill per trovare altri elementi di una possibile espansione futura. In questa breve compilation vediamo come New Orleans sembri prepararsi a nuovi giochi, ad esempio aggiungendo l’opzione di screen pass corti sul perimetro.

La domanda dovrebbe essere piuttosto: quanto è possibile espandere il pacchetto Taysom Hill prima che la sua efficacia si diluisca? Confesso di non avere una risposta definitiva a proposito. Sono stato un grande hater dell’idea che Hill potesse essere un quarterback a tempo pieno, e se mi concentro sulle sue capacità lo sono ancora, ma rispetto a due anni fa la NFL è cambiata. Nel 2022 saper correre bene e in modo vario sta diventando più importante che in passato, al punto da permettere a squadre gestite da QB mediocri ma mobili (Marcus Mariota e Daniel Jones per fare due esempi) di ottenere eccellenti risultati offensivi. Siamo solo a Week 5, certo, e forse questo trend globale si riassorbirà in favore del passing game, ma una squadra in difficoltà e costretta a vincere come i Saints (che hanno tradato la loro futura prima scelta e non hanno alcun interesse a “tankare”) ha il dovere di provare tutte le soluzioni possibili per restare competitiva in una NFC quanto mai aperta. Nel frattempo, Jameis Winston è tornato ad allenarsi, sebbene in misura limitata. Sembra probabile che questa domenica contro i Bengals non sarà disponibile. La sfida con una difesa tosta come quella di Cincinnati inizierà a dirci qualcosa di più su quanto e come i Saints hanno intenzione di utilizzare Hill come quarterback, e se un’alternanza più strutturale tra due quarterback, per quanto quasi tabù in NFL, può rivelarsi la chiave per tenere New Orleans attaccata al treno playoff.

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Alberto Cantù

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