Backup in campo (Tampa Bay Buccaneers vs Atlanta Falcons 17-30)

La sfida tra Falcons e Buccaneers non era significativa, visto che entrambe le compagini arrivavano all’ultima partita di stagione senza particolari motivazioni: i padroni di casa già eliminati dalla corsa dei playoff e i Bucs già vincitori della South Division della NFC e quindi con già in programma il turno di wild card in casa. Proprio per questo Tampa ha fatto a meno di parecchi titolari, tra infortunati (Vea, Nassib, Davis, Ryan e Smith) e titolari tenuti a riposo (Evans, Wirfs, Jones, Edwards) mentre Atalanta schierava la miglior formazione possibile, per onorare l’impegno e per cercare di vincere una partita contro un avversario di prestigio.

Brady, che ha giocato solamente nel primo quarto e metà del secondo, guida i suoi nel primo drive, concluso con la ricezione in touchdown di Kyle Rudolph (0-7), TE che doveva essere una delle principali armi dell’attacco dei Buccaneers di questa stagione ma è stato a dir poco deludente con solo 9 presenze e 3 ricezioni e che ha dovuto abbandonare anzitempo il terreno di gioco per un problema al ginocchio. I Falcons, guidati dal QB rookie Desmond Ridder rispondono con un possesso contrassegnato dalle portate del RB Allgeier e finalizzato dalla ricezione del OL Neuzil su lancio di Ridder per il provvisorio pareggio (7-7). Il possesso successivo dei Buccaneers viene subito interrotto dal fumble commesso da Godwin, che riconsegna il pallone ad Atlanta che con Koo piazza un calcio da metà campo (10-7). Il secondo quarto si apre con Tampa che entra in red zone ma, complice una penalità di Goedeke su un quarto down conquistato, deve accontentarsi del FG del pareggio (10-10). Dopo diversi drive improduttivi per entrambi i team, la difesa degli ospiti mette a segno un sack con Devin White lesto a recuperare il fumble in territorio favorevole; il neo subentrato Blaine Gabbert (al posto di Brady) pesca Gage per il touchdown per il temporaneo 10-17, con cui si conclude il primo tempo.

L’inizio della ripresa vede i padroni di casa avvicinarsi nel punteggio grazie ad un nuovo FG di Koo (13-17). La squadra della Florida, già in difficoltà con la squadra titolare, dimostra tutti i suoi limiti (stagionali e odierni) e non produrrà più alcun punto fino al termine del match, con drive corti e improduttivi, con la difesa a concedere troppo sia sulle corse che sui lanci con la maggior parte dei titolari già in panca. Atlanta, al contrario, chiude il terzo quarto con un touchdown di Zaccheaus su lancio di Ridder (20-17) e la musica non cambia nell’ultima frazione di gioco con Patterson che viola ancora la endzone dei Buccaneers (27-17). Alla guida dell’attacco degli ospiti subentra Kyle Trask, scelto al secondo giro del 2021, ma non incide particolarmente sull’andamento della partita e i Falcons macinano ancora terreno, con le corse di Allgeier e le ricezioni di Zaccheaus, e ancora Koo (dalle 51 yard!) centra di nuovo i pali per il definitivo 30-17

Pubblicità

Atlanta, pur senza obiettivi da raggiungere, ha decisamente onorato la sfida con un avversario più quotato e ha dimostrato il suo valore anche se ha concluso la sua stagione in fondo alla division con un record di 7 vittorie e 10 sconfitte (per altro come Panthers e Saints). In cabina di regia Desmond Ridder (19/30, 224 yard e 2 TD) ha ben guidato i suoi e la squadra della Georgia ha ben alternato lanci e corse, testimoniato dalle 174 yard conquistate sul terreno e le 208 nel gioco aereo. A livello individuale si sono distinti il RB Allgeier (24 corse per 135 yard con una media di 5.6) e il WR Drake London (6 ricezioni per 120 yard) con il valido supporto di Zaccheaus (4 ricezioni per 37 yard e 1 TD). Nota di merito per il kicker Koo autore di 3 FG (su 3 tentativi) di cui 2 vicini alle 50 yard di distanza. Pur senza intercetti né sack, la difesa ha ben contenuto l’attacco di Tampa anche senza nessun giocatore autore di una prestazione spettacolare, dimostrando compattezza ed efficacia del reparto.

In casa Buccaneers, fino a quando è rimasto sul terreno, Brady ha avuto una prestazione solida (13/17, 84 yard e 1 TD) con Gabbert (6/8, 29 yard e 1 TD) e Trask (3/9 e 23 yard) a dividersi gli snap nella restante metà del match. Le corse, come per tutta la stagione, non sono state particolarmente incisive con i backup Bernard (7 portate per 28 yard) e Vaughn (8 per 26) a dividersi i guadagni sul terreno. Anche i ricevitori hanno fatto a meno dei titolari, con Evans mai entrato e Godwin rimasto sul campo il tempo necessario per fargli guadagnare le 1000 yard (per la precisione 1023 con 104 ricezioni) conquistate in stagione, dopo che lo scorso anno aveva visto il forte giocatore proveniente da Penn State doversi fermare per un grave infortunio; si è distinto l’undrafted rookie Deven Thompkins (4 ricezioni per 25 yard e 1 corsa per 17 yard). La difesa ha subito ben 382 yard, quasi equamente divise tra corse e lanci; si sono distinti (soprattutto per mancanza di alternative e quindi costretti a rimanere molto in campo) Winfield Jr con 13 tackle totali e Hicks con 3 tackle, 1 sack (l’unico di tutta la partita) e 2 TFL

I Falcons (7-10) hanno chiuso una stagione che li vedeva già alla vigilia non favoriti per il raggiungimento dei playoff e addirittura pronosticati come una delle squadre peggiori della NFL; complice anche una division di gran lunga la peggiore della lega hanno avuto almeno fino a metà stagione delle chance per recitare un ruolo da protagonista, anche se nelle ultime 9 partite hanno guadagnato solo 3 vittorie, di cui 2 nelle ultime 2 giornate, dopo un striscia di 1 vittoria a fronte di 6 sconfitte che ha compromesso il percorso della squadra allenata da Arthur Smith.  Soprattutto in attacco le individualità ci sono, a partire da Desmond Ridder (QB), il rookie Tyler Allgeier che nella sua prima stagione da pro ha raggiunto il traguardo delle 1000 yard corse, il WR Drake London e il TE Kyle Pitts rispettivamente rookie e alla seconda stagione. In Georgia la offseason è già iniziata e spetterà alla proprietà l’allestimento di un team che possa essere competitivo già nel prossimo futuro.

A Tampa (8-9) invece si guarda già al prossimo weekend, più precisamente a lunedì 16 gennaio, quando nella città della Florida arriveranno i Dallas Cowboys (12-5) arrivati secondi nella NFC East alle spalle di Philadelphia e sconfitti nell’ultimo turno a Washington, nonostante la presenza dei vari Prescott, Pollard, Elliott e Lamb. Sicuramente i Buccaneers non hanno nulla da perdere, arrivando ai playoff con un record perdente e giocando in casa, sperando di poter recuperare i molti giocatori infortunati, soprattutto in difesa per poter fronteggiare un attacco bilanciato come quello dei texani.

Altra chiave fondamentale del match sarà l’efficacia di un attacco che durante tutta la stagione è andato “a strappi” dando l’impressione di poter essere devastante ma spesso bloccato dalle chiamate dei coach e dalle prestazioni altalenanti (soprattutto motivazionali più che tecniche); tutto il gioco offensivo dovrà basarsi su un netto miglioramento della linea d’attacco che non ha concesso tranquillità a Brady e non ha permesso ai propri portatori di palla di guadagnare consistentemente e facilmente terreno.

Il tempo delle giustificazioni è finito! La prossima sfida è da dentro o fuori, e i Buccaneers hanno già dimostrato che in situazioni disperate possono mostrare il meglio di loro stessi; le potenzialità ci sono con Brady che può contare sulle mani di Evans, Godwin, Otton e sulle gambe di Fournette e White per le yard “sporche” su corsa; anche il reparto difensivo, con i vari Vea, Tryon, David e White deve puntare a migliorare il proprio gioco, tentando di non concedere troppo sul gioco di corsa per costringere gli avversari a mettere la palla in aria dove il backfield difensivo, con ampie capacità di miglioramento, dovrà concedere poco ai tanti playmaker della squadra allenata da Mike McCarthy.

Solo tra una settimana si saprà se Tampa sarà riuscita ad arrivare ai divisional ed essere ancora in corsa o sarà già in offseason per capire ed affrontare il proprio futuro, con i tanti campioni che potrebbero lasciare la franchigia della Florida, a partire da quella Star che ha cambiato il volto dei Buccaneers nelle ultime 2 stagioni e che non sembra ancora appagato dai tanti successi in carriera: Tom Brady.

GO BUCS!!

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.