[W08] Miami Dolphins vs New York Jets

nflMiami Dolphins – New York Jets 30-25

Deve esserci qualcosa, una chimica strana che lega le due squadre, le unisce nella reciproca antipatia e le spinge a tirare fuori il loro meglio ogni volta che si incrociano. Per la seconda volta quest’anno Dolphins e Jets hanno dato vita ad una partita strana e pazzesca insieme, dopo il Monday Night di tre settimane fa. E come allora Miami ha finito con il gioire alla fine, completando lo sweep stagionale degli odiati rivali.
Come già nella prima sfida, anche stavolta il meglio è arrivato tardi. Alla fine del primo quarto, infatti, la partita era ancora inchiodata su uno 0-0 piuttosto noioso e tutto nel segno delle difese, e all’intervallo si era arrivati appena ad un pareggio 3-3 che pur intenso e combattuto non aveva offerto molto allo spettacolo. Fino a quel punto erano stati i Jets a dare l’impressione di poter fare qualcosa in più. Caricati a molla da coach Ryan, che mai avrebbe tollerato di perdere di nuovo contro Miami e men che meno in casa, i biancoverdi avevano in qualche occasione offerto indizi di poter sfuggire alla pressione della difesa di Miami, mentre i rivali quasi mai erano riusciti a combinare qualcosa di buono in attacco: le cifre del primo tempo parlano di 8 primi down a 5, 13 minuti di possesso contro 17, 63 yards totali contro 116, tutto a favore dei Jets. Lentamente, sembrava si stessero creando le premesse perchè i padroni di casa potessero prendersi l’agognata rivincita.
Ma nel terzo quarto, dopo un paio di drive non esaltanti da ambo le parti – che però portavano New York in vantaggio con un calcio di Jay Feely – iniziavano i botti, e soprattutto scoppiava la bomba che avrebbe spaccato e cambiato la partita: Ted Ginn jr.
Al quinto minuto del terzo quarto il giocatore probabilmente meno amato dai suoi stessi tifosi riceve un kickoff nella propria end zone, parte sulla sua destra, legge bene i blocchi e ingrana la quarta: non ce n’è per nessuno, ed il ritorno da 100 yards mette Miami avanti 10-6 nel modo più inatteso da tutti. Passano 3 minuti e un fumble di Shonn Greene a metà campo viene raccolto da Jason Taylor e riportato in touchdown per il 17-6 a favore degli ospiti.
I Jets però ci sono, e non ci stanno a farsi mettere sotto così, perlomeno dopo aver limitato quasi del tutto l’attacco degli avverari ed essersi visti beffare da difesa e special team. Un drive innocuo viene rimeso in gioco da un errore di Davone Bess sul punt; New York ringrazia, riprende il drive e torna a 4 punti di distanza con il touchdown di Sanchez che entra solissimo in end zone risvegliando lo stadio.
Basta un’azione a rimettere tutto come prima: un’altro kickoff, un’altra palla in end zone, un’altra corsa di Ted Ginn. Stavolta parte al centro, evita tre placcaggi, corre a destra e accelera, seminando l’ultimo avversario in modo imbarazzante, di pura velocità: 102 yards di touchdown, secondo ritorno consecutivo e doppio stupore sulle facce di tutti. Ted Ginn diventa un eroe, Miami è di nuovo sopra di 11 punti (24-13) e la partita ha preso una piega assolutamente imprevedibile solo un quarto d’ora prima.
Di nuovo, i Jets non ci stanno, ed i limiti di Miami escono subito allo scoperto: un big play di Cotchery per 53 yards nel mezzo della difesa aqua-arancio ed un lancio che Edwards difende caparbiamente sulla 1 yard fra due avversari fino a che arriva Keller che spinge tutti di slancio in end zone, e con soli 3 giochi New York è di nuovo attaccata 24-19.
Miami produce un bel drive, che in 13 giochi mangia 7 minuti al cronometro e si chiude con un lancetto di Henne per Joey Haynos ed il vantaggio del 30-19 che sembra chiudere tutto. New York riprende la palla con 6 minuti da giocare e dopo 6 giochi Sanchez pesca Dustin Keller in end zone per il 30-25 che riapre la gara e riaccende la speranza. Miami va 3/out, mancano ancora 3 minuti e mezzo alla fine, sembra il preludio ai fuochi d’artificio finali, ed invece sul successivo drive dei Jets la difesa dei Dolphins tiene e un sack di Randy Starks suggella la sofferta vittoria in casa dei rivali.
I numeri finiscono per raccontare una partita strana, soprattutto guardando il conto delle yards: i Jets hanno chiuso con quasi 400 yards totali in attacco mentre i Dolphins ne hanno raccattate appena 104, Sanchez ha chiuso 20/35 per 265 yards, mentre Henne si è fermato ad un 12/21 per 112 yards, Ronnie Brown e Ricky Williams in due hanno corso appena 54 yards, mentre Thomas Jones da solo ha fatto quasi il doppio (102). La wildcat è stata annullata, non ci sono stati intercetti, solo un fumble per parte – capitalizzato da entrambe per segnare un touchdown – e ben 7 punt per parte. Messa così, la sconfitta è ancora più dura da accettare: infatti i Jets non l’hanno accettata ed il “trash talking” che aveva accompagnato la vigilia della gara ne ha segnato anche lo strascico. Sminuire i meriti dell’avversario non è mai una cosa simpatica (specialmente se hai perso), ma le rivalità vivono e prosperano anche di queste cose, e Dolphins e Jets sono rivali, eccome.
Per quest’anno a far festa sono solo i primi, anche se oggi la classifica dà ancora ragione ai newyorchesi, che arrivano al loro turno di riposo in parità 4-4. I Patriots guidano a 5-2 e i Dolphins seguono a 3-4. La prossima settimana, mentre i Jets si leccheranno le ferite, saranno proprio Miami e New England a scontrarsi. Per allora, i Dolphins faranno meglio ad escogitare qualcos’altro; difficilmente Ginn riporterà ancora due kickoff in touchdown, e per la squadra vista al Giants Stadium uscire indenne da Foxboro non sarà semplice.
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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