La NFL sanziona i Dolphins e Stephen Ross per tampering

Dopo circa sei mesi di indagini, seguiti alle accuse di Brian Flores nei confronti dei Miami Dolphins e del suo proprietario Stephen Ross, la NFL ha concluso la sua indagine, portata avanti sotto la guida di Mary Jo White, ex procuratore distrettuale. I Miami Dolphins, riconosciuti colpevoli di alcune accuse, vengono privati della loro scelta al primo giro nel draft 2023 e di quella al terzo giro nel draft 2024. Stephen Ross, proprietario della squadra viene multato di 1,5 milioni di dollari e squalificato fino al 17 ottobre 2022 (il che vuol dire che non potrà essere presente nelle facilities dei Dolphins né rappresentare la franchigia ad alcuna riunione o evento della squadra o della NFL). Bruce Beal, vice presidente dei Dolphins ed erede già designato al posto di Ross, è sospeso da tutte le riunioni della lega per tutta la stagione e multato a sua volta di 500.000 dollari (QUI la sentenza integrale).

Ma cosa hanno fatto i Dolphins per meritarsi una sanzione di questo tipo? Quali sono state le conclusioni di questi sei mesi di indagini seguiti alle clamorose denunce di Brian Flores contro la sua ex-squadra?

L’indagine si è concentrata su due filoni. Il primo è il cosiddetto ‘tampering’, cioè l’entrare in contatto o anche il semplice cercare di entrare in contatto con persone sotto contratto con altre franchigie contro le regole, in periodi o modi vietati dalle regole della NFL. Il secondo è il cosiddetto ‘tanking’, cioè il perdere intenzionalmente le partite in modo da ottenere un altro vantaggio, tipicamente una posizione più alta al draft. Che è poi la parte più ‘spettacolare’ delle accuse di Flores a Ross, in particolar modo la presunta offerta di 100.000 dollari che Ross avrebbe fatto a Flores come incentivo a perdere delle partite per poter ottenere la prima scelta assoluta al draft.
Partiamo dalla prima parte. I Miami Dolphins sono stati trovati colpevoli di violazioni conclamate alle regole anti-tampering. Hanno cercato di entrare in contatto con Tom Brady già durante l’anno 2019, quando era ancora sotto contratto con i New England Patriots e questi tentativi sono continuati per tutta la stagione e anche dopo. A tenere questi contatti sarebbe stato Bruce Beal, ed è questo il motivo della sanzione inflitta anche a lui. I contatti poi sono continuati anche durante la stagione 2021, dopo il passaggio di Brady ai Tampa Bay Buccaneers, sia nei confronti del giocatore che del suo agente.
Gli argomenti sul tavolo con Brady erano due: la possibilità per lui di entrare nel gruppo di proprietari dei Dolphins e quella di entrare anche nel gruppo manageriale; si asserisce però che, a volte, si era ventilata anche la possibilità di un suo ruolo come giocatore.
Durante il 2022, poi, i Dolphins hanno bissato l’infrazione, intrattenendo contatti proibiti anche con Sean Payton, nel periodo precedente al suo ritiro quando era ancora l’allenatore dei New Orleans Saints, allo scopo di ingaggiarlo come allenatore a Miami. I contatti sono stati con l’agente di Payton, Don Yee e sono stati condotti senza chiedere il regolare permesso ai Saints. Tant’è che, una volta annunciato il ritiro da parte di Payton, Miami ha poi chiesto il permesso ai Saints (che a quel momento era ancora richiesto), solo per vederselo a quel punto negare.
Per quanto riguarda il tampering, quindi, è stato tutto provato e le sanzioni comminate si riferiscono in effetti solo a questo punto. Perché per il punto più controverso agli occhi del grande pubblico, quello del “tanking”, nulla è stato accertato.

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L’indagine ha stabilito che i Dolphins non hanno perso intenzionalmente alcuna partita nel corso del 2019, né da parte di nessuno è stato mai chiesto alla squadra di farlo. Non solo non ci sono prove o testimonianze a supportare questa tesi, ma anzi l’indagine conclude riconoscendo che le vittorie della squadra a fine stagione contro Bengals e Patriots hanno volontariamente peggiorato la posizione di Miami al draft, ottenendo quindi l’effetto opposto.
Durante quell’anno, comunque, Stephen Ross non ha mancato di sostenere come per lui la posizione al draft avrebbe dovuto essere considerata prioritaria rispetto al record sul campo. Questo ovviamente ha “urtato” Brian Flores che ha messo nero su bianco questi suoi sentimenti in una serie di mail indirizzate ai dirigenti dei Dolphins. E dopo quelle mail, conclude l’indagine, i commenti di quel genere da parte di Ross cessarono.
Infine, la storia dei 100.000 dollari. Il comunicato della NFL rimarca che ci sono versioni discordanti su come e quando la frase incriminata sia effettivamente stata pronunciata, e la considera comunque come una semplice battuta, che non aveva nessun motivo per essere intesa come un’offerta seria.
Il documento conclude con le parole di Roger Goodell, che rimarcano come un proprietario un dirigente di una squadra NFL debba essere consapevole del peso delle sue parole, oltre che delle sue azioni. Anche se fatti scherzando, sostiene il Commissioner, frasi che sostengano che la posizione al draft sia più importante di vincere le partite possono essere fraintese e chi le pronuncia deve tenerne conto. E chiude lodando esplicitamente Brian Flores, per come non si sia fatto influenzare da nulla e abbia continuato a puntare solo alla vittoria per tutta la stagione.

Conclusioni? Ognuno tragga le sue, anche se di fronte ad un comunicato ufficiale di conclusione di un’indagine formale c’è poco da interpretare. La punizione è importante e si intuisce che abbia voluto essere quasi esemplare; dal comunicato emerge chiara l’intenzione della NFL di difendere a tutti i costi l’integrità del gioco, che ha evidentemente considerato essere stata messa in pericolo dalle violazioni di Stephen Ross. Che si conferma una volta di più il personaggio imprevedibile e a tratti difficilmente gestibile che chi ha dimestichezza con l’ambiente dei Dolphins conosce bene.
A parte tutte le ricadute collaterali a livello di immagine che è facile intuire e che non saranno probabilmente banali, a livello di football i Dolphins ora vedono parecchio alterati i loro piani per il 2023. Al posto di due scelte al primo giro del draft ora ne avranno solo una, quella dei San Francisco 49ers acquisita nella trade per il terzo pick assoluto al draft 2021. Le proiezioni che li davano in grado di muoversi agevolmente per salire o scendere a piacimento, in cerca di un giocatore piuttosto che dell’altro, sono quanto meno compromesse. E, per riservare il pepe alla fine, nell’immaginario di tutti vuol dire che Tua Tagovailoa farà meglio a giocare bene quest’anno. Ma questa è un’altra storia…

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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